La lotta contro la pandemia di Covid-19 può essere affrontata, in questo momento di oggettiva difficoltà, anche con gesti di ottimismo e speranza.
Ed è quello che il Festival dei Due Mondi di Spoleto sta facendo, nel momento in cui è tempo di presentare il cartellone dell’edizione 2020. Come accade ormai da quando la direzione artistica è nelle mani di Giorgio Ferrara, marzo è il mese in cui i contratti con gli artisti sono ormai stati siglati per il 90% della loro consistenza e quindi se ne da notizia ai giornalisti.
“Abbiamo lavorato per offrire al pubblico del Festival – afferma in una nota Giorgio Ferrara – 17 giorni di grande spettacolo. Il Cartellone è pronto ed è mio desiderio comunicarlo, in questo momento di grande angoscia per l’Italia e il mondo intero, e spero che possa contribuire a risollevare qualche animo e a dimostrare che lo Spettacolo e la Cultura non si fermeranno mai. Con l’auspicio che la città di Spoleto possa anche quest’anno aprire i suoi palcoscenici all’Arte in tutte le sue forme e che si possa andare in scena è un piacere per me informare che tutti gli artisti e le compagnie previste continuano ad esprimerci la loro volontà di esserci. Attendiamo, come tutti, buone notizie.”
Da quando gli interventi del Governo per la lotta al coronavirus si sono fatti stringenti e chiaramente limitativi per tutte i comparti a maggior rischio di affollamento, come tutto il mondo dello spettacolo, il pensiero degli addetti ai lavori è andato subito alle grandi manifestazioni umbre, come il Festival di Spoleto e Umbria Jazz. E’ noto come la maggior parte degli artisti presenti in queste due manifestazioni provengano da altri paesi e con la chiusura delle frontiere e la paura del contagio, non avendo la possibilità certa di sapere se giugno e luglio siano i mesi della ripresa, si può incorrere nel rischio di uno slittamento degli eventi o, nella peggiore delle ipotesi, in una loro cancellazione.
Ma presentare il cartellone, come oggi fa Giorgio Ferrara, è un po come gettare il cuore oltre l’ostacolo e sfidare in campo aperto una paura oggettiva che però, come tutti i fenomeni che hanno a che fare con gli umani, ha un inizio ed avrà anche una fine.
Come di consueto è l’OPERA ad aprire il Festival, ma questa volta con un imponente spettacolo in Piazza Duomo prodotto da Spoleto63: una rilettura dell’ORFEO di Monteverdi composta da Luciano Berio nell’84 e andato in scena nel cortile di Palazzo Pitti a Firenze. Nella sua rivisitazione, Berio esplora nuove interazioni sonore, utilizzando un gruppo di plettri, bande di ottoni, rock band, suoni elettronici.
“Ho chiesto a Pier Luigi Pizzi, che ne curò la regia, di ricreare lo spettacolo adattandolo al meraviglioso scenario di Piazza Duomo“, spiega Ferrara.
MELOLOGO, per orchestra, coro e voce recitante, tratto dalle Eroidi di Ovidio, composto da Silvia Colasanti è una commissione del Festival. La compositrice italiana è ormai una abituè del Due Mondi, dove ha avuto una vera e propria consacrazione artistica.
THE PILOT AND THE BALLERINA, Il formidabile duo musicale statunitense delle CocoRosie, formato dalle sorelle Bianca e Sierra Casady, porta in scena una nuova opera da loro composta, con le coreografie di Ira Anufrieva. Il duo non è nuovo di Spoleto dove si ricorda la loro colonna sonora scritta per il Peter Pan di Bob Wilson nel 2014 e una straordinaria performance live al Rossobastardolive nel 2009.
Fra MUSICA e DANZA verranno celebrati i 250 anni dalla nascita di Ludwig van Beethoven:
CONCERTO FINALE, James Conlon, amatissimo a Spoleto, dirige la Quinta e la Settima Sinfonia alla testa dell’Orchestra Giovanile Italiana;
LE CREATURE DI PROMETEO con l’Orchestra del Teatro Carlo Felice di Genova diretta da Andrea Battistoni, uno spettacolo, tra la “sfilata” e il balletto, con i costumi originali di Roberto Capucci;
EROICA, John Neumeier con i suoi 100 ballerini dell’Hamburg Ballet in uno spettacolo, concepito sulle note dell’Eroica, che unisce frammenti di musica e suggestioni emotive basate sulla biografia di Beethoven, in una singolare combinazione di danza, pianoforte e musica sinfonica. Per Neumeier un gradito ritorno al Festival dopo il 2010 e il 2018;
BEETHOVEN. LA MUSICA DELLA VITA con Corrado Augias e Giuseppe Fausto Modugno al pianoforte, ci porta a riflettere sulla vita del compositore.
SONGS FROM THE BROKEN HEART, Ute Lemper interpreta canzoni su testi di Bukowski e Coelho, e i grandi successi di Ferré, Brel, Cave, Waits, Glass e Weill.
FROM BALANCHINE TO OCCHIPINTI. Torna a Spoleto (dopo il successo del 2014) il San Francisco Ballet diretto da Helgi Tomasson, con un programma dinamico e intenso, ideato per Spoleto63, che offre uno sguardo ricco di sfaccettature sui diversi approcci coreografici, fra passato storico e nuove interpretazioni;
MARIA DE BUENOS AIRES, opera-tango su libretto di Horacio Ferrer e musica di Astor Piazzolla, con il Ballet de l’Opéra National du Rhin e La Grossa – Tipica Orchestra of the Maison de l’Argentine. Prima
collaborazione tra due artisti straordinari che hanno avuto un duraturo impatto sulla cultura argentina, lo spettacolo ci trasporta nei meandri dell’anima della bella Maria, “Regina del Rio della Plata”.
Per il TEATRO, torna a Spoleto l’apprezzatissimo regista lituano Rimas Tuminas che celebra i trent’anni dalla fondazione del The State Small Theatre of Vilnius, con due pièce di Anton Ceckhov:
TRE SORELLE, il suo storico adattamento teatrale che ha simbolicamente marcato l’inizio del nuovo periodo creativo del suo teatro, punto d’incontro per diverse generazioni di attori, e spettacolo nel quale il regista elargisce appieno la sua sorprendente creatività e immaginazione;
I DANNI DEL TABACCO, scena-monologo in un atto che vede l’unico personaggio, Ivan Ivanovič Njuchin, marito della direttrice di una scuola di musica e di un collegio femminile, tenere una conferenza sui danni provocati dal tabacco.
MARIA CALLAS. LETTRES ET MÉMOIRES, l’umbra Monica Bellucci ricorda la celebre diva attraverso una serie di lettere che spaziano dal 1946 al 1977, e ci conducono lungo un percorso che dal debutto in sordina giunge fino alle vette di una carriera di livello internazionale.
LA SIRENA, Luca Zingaretti celebra il racconto Lighea di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, un piccolo e affascinante gioiello, ambientato nella fredda Torino ma dal quale emerge con vigore la calda Sicilia.
LA MOSCA E L’ANGELO, Massimiliano Civica interpreta un suo testo in omaggio a Massimo Troisi.
A LETTER TO A FRIEND IN GAZA, Amos Gitai riflette sul tema della guerra ai giorni nostri. In parte teatro, in parte film e in parte tributo a Letters to a German Friend di Albert Camus, questa pièce è l’elegiaco
e struggente appello di Gitai nei confronti del conflitto israelo-palestinese, raccontato attraverso il punto di vista di coloro che lo vivono.
PUPO DI ZUCCHERO Prima cerimonia, Emma Dante continua il sodalizio artistico con il Festival, presentando in prima assoluta il suo spettacolo liberamente ispirato alla lingua di Gianbattista Basile, che racconta la storia di un vecchio che per sconfiggere la solitudine invita a cena i defunti della famiglia;
IL SEME DELLA VIOLENZA. THE LARAMIE PROJECT, i registi Ferdinando Bruni e Francesco Frongia mettono in scena il testo di Moises Kaufmann, una riflessione sul caso dello studente Matthew Shepard brutalmente ucciso nella cittadina del Wyoming nel 1998 per motivi di odio omofobico;
BROS, Romeo Castellucci, regista di culto a Spoleto e non solo, mette in scena, un nuovo spettacolo di improvvisazione con attori chiamati dalla strada.
SETTIMO SENSO, da un racconto di Ruggero Cappuccio, con la drammaturgia e regia di Nadia Baldi, interpretato da Euridice Axen è un dialogo immaginario, una storia di seduzione tra una porno – diva
e un uomo, che apre a una analisi critica sulla pornografia e tocca quelli che sono i più profondi, ancestrali e arditi sensi che muovono il potere e la violenza dell’essere umano.
HOME, I’M DARLING di Laura Wade, con la regia di Luchino Giordana ed Ester Tatangelo, mette in scena il testo vincitore del Laurence Olivier Award 2019 e ci racconta, attraverso i suoi personaggi,un insolito rifiuto del mondo contemporaneo, ci riporta all’origine di quella fuga, alla sua evoluzione, illustrando la forsennata calibratura degli equilibri che regolano il rapporto tra uomo e donna al ritmo di un jive, negli anni ‘50.
La sezione MUSICA vede come sempre protagonisti i giovani talenti provenienti dai maggiori conservatori italiani, in collaborazione con il MIUR, nei tradizionali CONCERTI DI MEZZOGIORNO e nei
CONCERTI DELLA SERA.
Prosegue la collaborazione con L’ACCADEMIA NAZIONALE DRAMMATICA SILVIO D’AMICO e con LA MAMA SPOLETO OPEN.
IL MANIFESTO di Spoleto63 è firmato da Paolo Roversi.
Un cartellone di tutto rispetto che segna il passaggio, dopo 13 anni di attività, dalla direzione artistica di Giorgio Ferrara a quella della neo-incaricata, Monique Veaute.
Sperando e lottando per un ritorno alla normalità prima di giugno.