Mobilità alternativa, città senza auto, centro storico incontaminato da smog e polveri sottili: tutti concetti che devono esser ben noti alle società che stanno lavorando per la Fondazione Festival se è vero che la manifestazione rischia di farsi…a piedi.
IL ‘NO’ DI MERCEDES… Nonostante tanti annunci colmi di speranza la nota casa automobilistica Mercedes – Benz ha respinto la proposta della Mediavip di sponsorizzare la manifestazione di Giorgio Ferrara. Un bel colpo per la Fondazione che sperava di introitare qualche euro sonante. A nulla sono valse le altre trattative messe in piedi. Contatti sarebbero stati avviati con la Tata (approfittando dell’arrivo dell’opera indiana Padmavati) e con la Lexus (main sponsor di Charleston), ma anche questi sono miseramente falliti. Ma la speranza, come si dice, è l’ultima a morire.
…E QUELLO DI SPERANZA – E così, armati del solito ottimismo, ecco il contatto proprio con Speranza-Spoleto, il rivenditore Porche-Audi-Volkswagen: ieri l’altro l’incontro per la firma. Finito come gli altri, pare per una richiesta troppo oneresa in capo al concessionario. Nonostante quest'ultimo fosse già pronto, a quanto è dato sapere, a prestare 4-5 courtesy car ed un pulmino in cambio di uno spazio espositivo.
GLI SPONSOR E… – quello degli sponsor è un problema alquanto sentito dal momento che questa edizione, seppur con l’attenuante dei tempi che hanno ritardato la presentazione del programma, sembra non interessare alle grandi aziende. Eccezion fatta per quelle che hanno aderito: tolti i main sponsor tradizionale (CaRiSpo, Fondazione CaRiSpo, Bps e SCS) e il major sponsor Unicredit che avrebbe partecipato con 150mila euro, gli altri (Olio Monini, Solgenia, Cementir, Martini, Bartolini, Fondazione Sigma-Tau, Poltrona Frau, Albornoz Palace Hotel e Hotel dei Duchi) avrebbero contribuito con somme fra i 10mila e i 40mila euro.
…GLI ALBI – una ventina gli esercenti mentuati da questa mattina sul sito del Festival nella sezione “Chi siamo”, sottosezione “Albo esercenti” che dovrebbero aver portato nelle casse festivaliere poco più di 32mila euro. Prima di loro 6 aziende che possono vantare di esser state inserite nel cosiddetto “Albo d’onore” (ca. 30mila euro)
IL MARKETING NEL MIRINO – E proprio dagli esercenti partono i primi rumors. Tanti quelli che non hanno accettato le proposte, diversi quelli che, pur avendo dato fiducia, si dicono amareggiati. Come i tre ristoratori che, dopo aver dato la loro disponibilità per cucinare per alcuni gruppi teatrali, non hanno avuto l’onore di ricevere neanche una risposta. “E sì che abbiamo contribuito alla campagna promozionale e i soldi loro li hanno voluti in anticipo” dice un noto chef del centro storico. Le Associazioni di categoria fremono, anche se per il momento preferiscono fare buon viso a cattivo gioco: il Festival prima di tutto, almeno fino al 14 luglio. Poi si vedrà. E non è un caso che l’Ascom ha richiesto un incontro per il 16 mattina per fare il punto della situazione e valutare i contratti fin qui stipulati con le aziende che collaborano con la Fondazione. Che si stia pensando a chiedere la rescissione?
LA PREVENDITA – se la vendita dei biglietti per il Concerto Finale sta andando molto bene, merito delle Banche che per la serata di chiusura organizzano sempre delle cene-evento, c’è ancora una discreta offerta di tagliandi per gli altri spettacoli.
L’OTTIMISMO – l’antica ricetta di veder tutto con occhi ‘buoni’ sembra funzionar più poco anche fra gli addetti ai lavori. Oggi intanto è atteso il rientro del presidente Giorgio Ferrara da un viaggio in Russia dove sembra abbia gettato le basi per la prossima edizione del 2009. Una mossa giudicata un po’ affrettata visti tutti i problemi che si devono ancora affrontare per quella che partirà solo fra due settimane. Due settimane di fuoco, dunque, attendono il direttore artistico che dovrà sbrogliare più di un problema.
L’UFFICIO STAMPA – a seguire arriverà anche Marco Guerini, il responsabile stampa della Fondazione, che lunedì prossimo aprirà l’ufficio nei locali dell’Hotel dei Duchi.
QUELLO SVARIONE DI TROPPO – intanto un lettore ci segnala alcuni svarioni sul sito di una delle società legate al Festival. Qui, infatti, ormai da settimane, permangono degli errori clamorosi come quando, presentando la Città, si parla di Palazzo Collisola (Collicola). Più divertente la citazione del Museo del Ducato divenuto per l’ignoto autore dell’articolo il Museo del Sucato.
(Ca.Cer.)