Era uno degli appuntamenti più attesi della 66ma edizione del Festival dei 2 Mondi, e Dark Matter di Marco Goecke non ha tradito le attese con coreografie ricche di suggestioni che richiamano, grazie alle atmosfere dark, alla magia, al mistero, all’iniziazione, ma anche alla libertà.
In poco meno di un’ora concentra tre “quadri” capaci di comprendere il (suo) linguaggio, una danza fatta su una vasta varietà di movimenti, ora veloci a fare da contraltare a musiche dolci, ora lenti.
Come nel solo Tué (dedicato alla Principessa Carolina di Monaco) dove la straordinaria Maude Sabourin danza al limite della frenesia sulle canzoni della cantautrice francese Barbara.
Dagli strumenti della chansonnier francese, Goecke ci porta ai confini dell’oriente con Midnight Raga sulle note del sitar di Ravi Shankar (The godfather come lo ribattezzò George Harrison) grazie alla danza di Rosario Guerra e Louis Steinmetz che anche in questo caso raccontano una danza fatta di piccoli e grandi movimenti nervosi nella loro perfezione di esecuzione.
Chiude la coreografia più lunga e leggera di Whiteout, che trae ispirazione dalla poesia di Eluard Le visage de la paix, sulle canzoni questa volta del Nobel Bob Dylan e che vede in scena il corpo di ballo della Saarlandisches Staatsballet (Edoardo Cino, Kyle Davis, Hope Dougherty, Melanie Lambrou, Federico Moiana, Micaela Serrano Romano, Nicola Strada, Shawn Throop, Saúl Vega Mendoza).
Chissà che le note non sia arrivate fino a Perugia dove, proprio ieri sera Dylan ha tenuto lo straordinario (e blindatissimo) concerto per i 50 anni di Umbra Jazz.
Applausi a scena aperta per lo spettacolo, interminabili, tanto il pubblico (non numeroso) ha apprezzato la trilogia di Goecke.