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Festival 2 Mondi, boom di presenze / Ferrara “+25%, incrociamo le dita per domani”

“Il Festival dei 2 Mondi di Spoleto è in ottima salute”. Parola di Giorgio Ferrara, il direttore artistico chiamato nel non facile compito di proseguire l’avventura iniziata 57 anni fa dal maestro Gian Carlo Menotti. L’occasione è stata la tradizionale conferenza stampa che quest’anno è stata però anticipata alla vigilia del concerto finale. I dati sulla affluenza di pubblico e sugli incassi dimostrano che la kermesse sta richiamando sempre più spettatori, anche dal vecchio continente. I dati annunciati al giro di boa (clicca qui) sono addirittura migliorati in quest’ultima settimana: “abbiamo registrato una crescita spiccata delle presenze con una tendenza di aumento del 25% rispetto alla scorsa edizione”. Tradotto in numeri, + 10.000 biglietti per un totale atteso di 60.000 spettatori. Numeri che faranno un gran piacere non solo agli sponsor che da sempre sostengono il Festival, ma soprattutto al Mibac che da sempre rappresenta il motore della manifestazione.

Tradizione nel rinnovamento – Ferrara quest’anno ha voluto sottolineare come il 2 Mondi si è rinnovato nel rispetto della tradizione. “La formula di Menotti, che si coprì di gloria in anni ormai lontani, non era riproducibile, al di là di una continuità di genere e di ambizioni” ha detto il direttore artistico “in quell’epoca l’evento culturale fioriva, godeva del privilegio dell’originario e dell’irripetibile, e si nutriva dei grandi talenti raccolti da una logica cosmopolita, affluente, legata a una società in cui il cuore della cultura era ancora il prodotto di un impulso umanistico, virtuosistico, fuori discussione per tutti, che si comunicava attraverso i giornali della carta stampata. Da questo punto di vista tutto è cambiato, come ognuno sa, e la sfida del nuovo Festival di Spoleto è stata quella di emulare il modello storico su un altro terreno: ancora glamour, ancora gioco del talento, ancora musica come architettura stilistica universalmente riconoscibile, ancora opera, ma il tutto, quando opportuno, in un quadro minimalista. Dal Matrimonio segreto di Cimarosa al trittico romantico e moderno dell’ultima edizione (Berlioz, Poulenc, Schoenberg), dall’opera di Henze, all’Amelia al ballo di Menotti, al Giro di vite di Britten, ogni produzione è stata trattata secondo questo canone di stile, che era anche quello del Gianni Schicchi pucciniano di Woody Allen: non essere oppressi dal grandioso, ma essere contenuti in un contesto di qualità molto elevata. Lo stesso può dirsi del teatro di prosa, rigoglioso e naturalmente sperimentale nelle performances che abbiamo prodotto e coprodotto, da laboratorio e non, di un Robert Wilson e di un Luca Ronconi. Musica e balletto hanno avuto un ruolo di prestigio e di spinta su tutto l’insieme dei programmi, visti in un arco di tempo che è quello della programmazione di un evento come Spoleto. Come per il teatro ci siamo affidati ai grandi registi, così anche per il balletto grandi coreografi hanno presentato, nella maggior parte dei casi, spettacoli con programmi creati appositamente per il Festival”. La kermesse continua anche a essere trampolino di lancio per le giovani leve. “Il progetto pluriennale voluto dall’Accademia Silvio d’Amico e dal Festival è stato ed è una grande palestra della creatività, una finestra sul futuro, lo start up di quelli che saranno i protagonisti di domani sui palcoscenici d’Europa. Già oggi i giovanissimi che in questi sei anni hanno calcato le scene di Spoleto sono presenti nei cartelloni dei principali teatri e nei cast di film pluripremiati a livello nazionale e internazionale”. Insomma il Festival targato Ferrara non è stato e non sarà un’occasione celebrativa del già visto “ma una grande rassegna di arte e cultura, ricca di nuove idee anche eccentriche (come le Prediche illustri, certi cicli di successo di conversazioni culturali, i piccoli festival musicali nel festival più grande, un nuovo modo di intendere le mostre, che, curate da Achille Bonito Oliva, si sono aperte alla sperimentazione e al dialogo tra i diversi linguaggi”. Di rito i ringraziamenti finali al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, alle Istituzioni del territorio (Regione Umbria, Provincia di Perugia, Città di Spoleto), alla Camera di Commercio di Perugia, agli sponsor Fondazione Cassa di Risparmio di Spoleto e Fondazione Carla Fendi, Intesa Sanpaolo, Casse di Risparmio dell’Umbria, Banca Popolare di Spoleto, Eni, Monini, Mercedes-Benz Italia, alla Fondazione Assicurazioni Generali che da quest’anno sostiene il Festival, ai Mecenati.

In sala – presenti in sala molti dei protagonisti che, a vario titolo, hanno supportato questa edizione. Fra gli altri Vanni Bovi e Dario Pompili di Casse dell’Umbria, Carla Fendi, Maria Flora Monini, Alessio Vlad e Adriana Asti.

Il 2015 – la prossima edizione avrà inizio il 26 luglio 2015 per concludersi il successivo 12 luglio. Top secret il Programma ma qualcosa trapela per quanto riguarda la realizzazione di un’Opera che coinvolgerà il cantautore Edoardo Bennato e lo stesso Giorgio Ferrara che ne curerà la regia. Stando ai rumor i due avrebbero in progetto di portare sul palcoscenico del Teatro Menotti una rivisitazione de Il Pifferaio magico. A margine della conferenza la Fendi si è intrattenuta con il maestro Riccardo Muti che staserà dirigerà, per la prima volta al Festival, il “Concerto per un amico”. E in città c’è già chi sogna un prossimo coinvolgimento del noto direttore d’orchestra nel Festiva dei Mondi.

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