Alla vigilia della presentazione del programma della Festa Democratica di Terni, torna a parlare il sindaco, Lepoldo Di Girolamo, con una dura nota contro chi, in questi giorni, ha denunciato i presunti abusi dell'amministrazione comunale per ottenere il permesso di svolgere la festa. Le parole del sindaco, sempre molto pacato e composto, sono dure e dirette agli interessati, cioè a Melasecche e Bartoli, i 2 più scatenati nella battaglia antifesta. Il primo è capogruppo dell'Udc, l'altro 'capopopolo' improvvisato che già in più di un'occasione ha rimediato querele, espulsione da Confcommercio, ban da gruppi facebook, per il suo modus operandi. Ecco Di Girolamo su Melasecche: “Melasecche che, da persona che non conosce il rispetto delle regole democratiche pensa di imporre le proprie idee attraverso minacce, esposti, denunce. Nella sua furia cieca è arrivato a denigrare rappresentanti dello Stato quali i dirigenti della Soprintendenza che, esercitano la loro funzione istituzionale nella totale autonomia e trasparenza”
E poi su Bartoli, Masaniello della conca, che in questi giorni su facebook ha preparato la 'rivolta' pubblicando la querela arrivatagli dal Pd, dicendo di volerla appendere vicino alla laurea in economia. Visti i ripetuti errori ortografici e sintattici dei suoi comunicati e dei suoi pensieri sparsi si consiglia anche un pò di italiano, comunque ecco Di Girolamo: “Poi dal signor Francesco Bartoli che ormai da molto tempo ha perso, se mai la ha avuta, la veste di rappresentante di una categoria economica e sempre più si muove come soggetto politico usando come armi la calunnia, l’insulto, la minaccia”.
Di Girolamo ne ha per tutti, anche per Andrea Liberati, presidente dell'associazione Italia Nostra ed ex collaboratore politico di Enrico Melasecche: “Quindi da Italia Nostra che, da quando è rappresentata da Andrea Liberati, prima collaboratore politico di Melasecche e poi promotore di una lista civica a sostegno dello stesso nelle elezioni amministrative del 2009, lista miseramente naufragata nel voto, sta sempre più assumendo la veste di pregiudiziale oppositore politico a questa amministrazione”.
Si accende anche la polemica con Don Claudio Bosi, una vicenda da Don Camillo e Peppone, che aveva preso posizione contro lo svolgimento della festa: “Infine voglio sottolineare – conclude Di Girolamo – la singolarità del comportamento di don Claudio Bosi, direttore dell’Ufficio Culturale della Diocesi che, cosa irrituale, prima firma una lettera congiuntamente ad associazioni “laiche”, nella quale denuncia, ad un anno dai presunti fatti, danneggiamenti al patrimonio pubblico, poi ritratta parzialmente ed infine richiama tutti i soggetti interessati ed i singoli cittadini ad una maggiore sorveglianza.
Stia tranquillo don Bosi. Il Comune, attraverso il proprio Corpo dei Vigili Urbani, ha sempre assicurato, negli anni, una costante sorveglianza e controllo di avvenimenti che coinvolgono migliaia di persone. Tanto è vero che non si sono mai verificati incidenti di rilievo. E se c’è qualcuno che è venuto meno ad un corretto comportamento civico è proprio don Bosi che non ha denunciato nei modi e nei tempi giusti, come sarebbe stato suo dovere, i presunti danneggiamenti di cui solo ora ci mette a conoscenza. E’ ora che cessino tutte le strumentalizzazioni politiche che su questa vicenda si sono prodotte e si ristabilisca un clima di rispetto e di convivenza civile”.
Festa Democratica Terni / Peppone litiga con Don Camillo / Masaniello pronto alla 'rivolta'
Lun, 26/08/2013 - 19:40