Quella della Liberazione è la festa di tutti. Su questo aspetto, almeno, sembra ci sia accordo. Su come festeggiare questa data simbolo nella storia repubblicana, la situazione si complica.
La miccia ha preso fuoco quando il Comune di Todi ha ritirato il patrocinio dalle celebrazioni organizzate dall’Associazione nazionale partigiani d’Italia. L’Anpi ha gridato allo scandalo, il sindaco Antonino Ruggiano ha tenuto la barra ferma, nonostante la grandinata di polemiche piovute sulla città di Jacopone. Il senso dello “sgarbo” starebbe nel fatto che a Palazzo del Popolo non è andata giù la modalità organizzativa scelta dai Partigiani: un programma bell’è fatto e l’invito ad adeguarsi. “Faremo un programma più istituzionale – è il senso del ragionamento dell’amministrazione – senza togliere spazio ad altre associazioni che vogliano organizzarsi autonomamente”. Ma il patrocinio, quello no.
La notizia ha fatto il giro del Belpaese, amplificata dalle tifoserie di entrambe le parti. Il Pd, locale, regionale e poi nazionale, ha puntato l’indice infuocato su Todi. Chi invece guarda alla “partigianeria” come fumo negli occhi, ha apprezzato il gesto dell’esecutivo tuderte e rinfocolato polemiche mai sopite in un’Italia che non riesce proprio a chiudere i conti col suo passato.
Nella mattinata di lunedì – complice una conferenza stampa sull’efficientamento energetico degli edifici comunali – il sindaco Ruggiano si è trovato gomito a gomito con la presidente della Regione, Catiuscia Marini, che poco prima aveva inviato al primo cittadino una lunga lettera, il cui senso si può così sintetizzare: la festa della liberazione è da celebrare tutti uniti.
Nella stessa mattinata, nella cassetta della posta del sindaco tuderte era arrivata un’altra missiva, firmata da cinque ex colleghi (Massimo Buconi, Valfiero Budassi, la stessa Marini, Ottavio Nulli Pero e Carlo Rossini) con la quale si ribadisce ancora lo stesso concetto. I cinque ex sindaci esprimono dunque “viva preoccupazione per il grave strappo prodotto dal mancato riconoscimento del patrocinio della città all’Anpi”, giudicandolo come “un fatto senza precedenti, che consideriamo pericoloso ed errato. Seppure, infatti, l’Amministrazione abbia deciso di darsi un programma autonomo per le celebrazioni – è scritto nella lettera – rimane inspiegabile e sbagliata la scelta di negare il patrocinio ad un’associazione come Anpi che porta in sé la storia dei costruttori della nostra Repubblica e la difesa della Costituzione. E risulta per questo irricevibile la motivazione secondo la quale l’Amministrazione considererebbe di parte le celebrazioni organizzate da Anpi. Ci duole dover constatare come di parte risulti essere, invece, solo il gesto dell’amministrazione cittadina che rischia, così, di lacerare la comunità, di esasperare le posizioni e di recare danno all’immagine di Todi. E’ per tutto questo che, da ex sindaci di Todi, sentiamo il dovere di invitare il Sindaco in carica a riflettere e a rivedere le posizioni prese ed espresse, perché il 25 aprile possa essere ancora ciò che ci siamo impegnati a mantenere nell’esercizio delle nostre responsabilità: una festa nazionale, una festa di tutti”.
Nella sua lettera, Marini sottolinea a più riprese il ruolo che gli umbri e l’Umbria ebbero nella lotta al nazifascismo. “Todi è la città dove riposa, nel piccolo cimitero di Pesciano, Tito Oro Nobili, padre costituente membro della Consulta e dell’Assemblea Costituente, ridotto quasi alla cecità dalle sevizie subite ad opera di fascisti tuderti durante il regime. Todi fu teatro dell’eccidio di Pontecuti e Pian di San Martino dove morirono 5 concittadini sotto la violenza di due militari della Wehrmacht a cui seguì l’eccidio di Poggio di Montecastello di Vibio con altre vittime. Siamo l’Umbria, la terra dei sette martiri di Camorena ad Orvieto e dei 40 martiri di Gubbio, siamo l’Umbria delle azioni valorose di Assisi con il vescovo Giuseppe Placido Nicolini, il francescano fra Rufino Niccacci, don Aldo Brunacci, i tipografi Brizi padre e figlio, che utilizzando monasteri e conventi diedero salvezza a centinaia di ebrei. Siamo l’Umbria che tra il 1943 ed il 1944 diede rifugio a Piero Calamandrei a Collicello di Amelia il cui apporto alla elaborazione della Carta Costituzionale fu straordinario. Siamo l’Umbria che con la partecipazione di tantissimi giovani alle formazioni partigiane contribuì alla liberazione della Regione attraversata dalle forze dell’VIII Armata britannica e degli Alleati, molti di quei giovani riposano nei cimiteri di Rivotorto di Assisi e di Orvieto”.
“Caro sindaco – conclude dunque Marini – mi permetterà quindi con la franchezza che contraddistingue i nostri rapporti di non separare le istituzioni che Lei rappresenta dall’Anpi nelle celebrazioni del 25 aprile di Todi. Sarebbe davvero grave allontanare il Comune con celebrazioni isolate e di parte rispetto a quelle unitarie con Anpi, Aned e tutte le associazioni di ex combattenti e reduci e di chi ne conserva la memoria. Quest’anno – anticipa la presidente – sarò a Todi e spero che Comune e Regione siano a fianco di Anpi nelle celebrazioni ufficiali”.