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Ferrovia Umbra: Pintoricchio, sprechi e appalti / Brutti (Idv) e le 7 domande scomode a Rometti

Il treno ha fischiato. Come nel racconto di pirandelliana memoria la conferenza stampa di questa mattina del consigliere regionale Paolo Brutti sembra aver avuto lo scopo di destare molti da un torpore durato decenni. L'esponente Idv si è presentato con una lista di presunti sprechi da far rabbrividire. E non quesiti “scomodi” che attendono ora risposte. “Un gigante senza piedi, poggiato su qualcosa che non lo reggerà”, così Brutti ha definito il futuro del trasporto pubblico locale in relazione a quello che dovrebbe essere il suo cardine: la Ferrovia Centrale Umbra. La Regione Umbria ha investito nello sviluppo della ex Fcu molte decine di milioni di euro senza però riuscire a dotarsi di un sistema di trasporto su ferro efficiente ed anzi trovandosi con molte apparecchiature inutilizzate e inutilizzabili.

Da qui la presentazione di un'interrogazione che andrà nel prossimo question time sulle “responsabilità delle gravi disfunzioni e degli sprechi nella gestione della ex Ferrovia centrale umbra, anche in relazione alla vicenda dell'inutilizzo degli elettrotreni “Pintoricchio”.

Un treno chiamato “putiferio” – Quello di Brutti è un “direttissimo” lanciato verso l'assessore regionale ai trasporti Silvano Rometti. Il primo giorni fa aveva dato per “morti” i treni “Pintoricchio”, Rometti invece aveva smentito appoggiandosi ad una nota della stessa Fcu. “Avrebbe dovuto fare le opportune verifiche – ha commentato oggi Brutti riferendosi all'assessore -, perchè noi le abbiamo fatte e abbiamo appurato che dei quattro treni 'Pintoricchio' acquistati per 18milioni di euro per farli circolare sulla rete Fcu, uno solo è in funzione sulla tratta Ponte S.Giovanni–Ellera. Uno invece è tenuto fermo quale 'muletto', due sono abbandonati: uno in attesa di ricambi e l'altro a causa di 'cannibalizzazione' dei pezzi di ricambio”. Inoltre i treni in questione sarebbero progettati per raggiungere una velocità massima di 150 chilometri orari, ben al di sopra dei limiti strutturali dei binari regionali (90 chilometri orari), “Affermare che un Pintoricchio – spiega Brutti – può viaggiare a 150 chilometri orari equivale a dire che una macchina può percorrere Corso Vannucci a 200 chilometri all'ora. Se in Fcu si tentato questi esperimenti bisogna chiamare subito la protezione civile e i carabinieri per portare via i dirigenti”.

I Pintoricchio, a quanto se ne sa, funzionano ad energia elettrica ma la rete Fcu è stata elettrificata solo per una parte e non sarebbe comunque in grado di fornire la tensione sufficiente al funzionamento di convogli che per il loro peso non potrebbero superare la pendenza della tratta Ponte S.Giovanni – Perugia (peraltro non elettrificata). Ad oggi quindi sull'intera linea Fcu circolano soltanto motrici alimentate a gasolio mentre il “Pintoricchio” potrebbe circolare “solo sulla rete delle Ferrovie dello Stato”.

La stazione di Ponte San Giovanni – Brutti ha poi messo in evidenza che “i lavori per la nuova stazione di Ponte S.Giovanni, dal costo di 5milioni di euro, non potenzieranno lo scalo ma ne ridurranno anzi il numero di binari da 6 a 5. La frequenza dei treni che potrebbero coprire la tratta verso Perugia è di 8/10 minuti, ma non ci sono corse perché manca l'utenza interessata. Inoltre lungo il percorso, nel tratto S.Anna – Piscille (1 km), i binari sono stati raddoppiati ma senza essere collegati alla rete: ulteriori 6 milioni di euro spesi senza risultati e oggi si parla di spendere ancora soldi per il segnalamento”.

Domande che attendono risposte – Il consigliere regionale affida poi al suo atto ispettivo, alcuni interrogativi: “E' vero che sulla Fcu son stati spesi negli anni di gestione regionale 120 milioni di euro di opere sulla rete? E per fare che, visto lo stato comatoso della stessa? E' vero che un impianto denominato Dote (dirigente operativo trazione elettrica) dal costo di 500 mila euro giace inutilizzato e ormai inservibile in magazzino e a causa di questo la rete elettrica non può mantenere attive tutte le sottostazioni? E' vero che le macchinette acquistate per la comunità tariffaria e la centrale operativa con la quale dovevano colloquiare sono al macero e quelle che funzionano sono usate solo come macchinette verificatrici? E' vero che la maggior parte degli appalti per opere civili (compresi i binari del raddoppio S. Anna-Piscille, i passaggi a livello, la Terni-Cesi) sono stati vinti da una stessa società denominata Gecomar, che ha offerto ribassi fino al 35%? E' vero che Gecomar (poi Cogemar) società campana oggi in dissesto, ha preteso di compensare alcuni di questi ribassi con perizie di variante in corso d'opera, con rilevanti aumenti di costo, accolte e accordate con solerzia e rapidità da Fcu?”. Ma non è finita. Brutti chiude con la domanda dalle 100 pistole: “chi è il responsabile di questo spreco inaudito e di questo esercizio fallimentare e come è possibile fare di un servizio di trasporto su treno, in questo stato comatoso, il cardine del sistema di trasporto pubblico locale, come proposto nella prima stesura del Piano regionale dei trasporti?”. Prossima fermata, il question time fissato per martedì 18 febbraio.

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