Nuovi dati – principalmente relativi alle diossine – da parte di Arpa Umbria dopo l’incendio di domenica alla Ferrocart di Terni aggiornati ad oggi (giovedì 24 febbraio). Dati tecnici che sono stati al centro di un confronto insieme ad Usl Umbria 2 ed Istituto zooprofilattico Umbria – Marche. Vertice che è servito anche a definire il prossimo step, vale a dire la campagna di campionamenti sulle matrici animali e vegetali.
I dati acquisiti – rende noto Arpa giovedì sera – fanno riferimento al particolato di Maratta raccolto con campionatore mobile Echo Emergency nella giornata del 21/02/2022 a incendio ormai spento e alla centralina della rete regionale di monitoraggio della qualità dell’aria (QA) di Le Grazie.
Per quanto riguarda i risultati delle analisi del particolato della centralina Echo Emergency, come annunciato ieri, si è riscontrata per la giornata del 21 febbraio, giorno successivo all’evento, un abbassamento dei valori di diossina (PCDD/F) a meno di 50 fgTEQ/m3.
Vengono inoltre riportate le concentrazioni di IPA, PCBdl e PCDD/F nel particolato delle Le Grazie per le giornate del 21 e 22 febbraio, giorni immediatamente successivi all’incendio.
È stata data priorità a questa postazione in quanto, da gennaio di quest’anno, vi è collocato un campionatore ad alto volume in grado di filtrare 730m3 di aria al giorno, contro i 54m3 dei campionatori swam delle centraline di monitoraggio QA.
In questo caso, per gli IPA (idrocarburi policiclici aromatici), con particolare riferimento al Benzo(a)pirene, e i PCB (policlorobifenili), non si riscontrano dati significativi.
Per le diossine (PCDD/F), si è riscontrato un valore massimo di 176 fgTEQ/m3 nella giornata del 21 febbraio (si tratta del valore medio sulle 24 ore), che scende a minore di 5 fgTEQ/m3 il 22 febbraio (Tab. 1), grazie anche alle favorevoli condizioni metereologiche.
I dati dei microinquinanti nelle altre postazioni della rete di monitoraggio sono in corso di analisi e verranno dati aggiornamenti nei prossimi giorni.
Il monitoraggio delle deposizioni viene effettuato mediante l’utilizzo di deposimetri di tipo “bulk”, costituiti da una bottiglia di raccolta e da un sovrastante imbuto a parete cilindrica, sostenuto in posizione verticale, la cui superficie è libera da ingombri così da intercettare tutte le polveri e le precipitazioni. Si tratta di sistemi di campionamento di tipo “passivo”, che non necessitano di alimentazione elettrica, in grado di raccogliere la polvere sedimentabile dall’atmosfera.
I deposimetri rilevano la deposizione delle polveri totali su una specifica area per effetto della forza di gravità o del dilavamento dell’atmosfera da parte della pioggia. Installando gli strumenti in diverse postazioni è possibile valutare l’impatto delle polveri prodotte e fare delle stime sulla ricaduta al suolo. Le concentrazioni vengono espresse rapportandole alla superficie e ai giorni di esposizione.
Queste apparecchiature sono poste in prossimità delle centraline della rete QA.
Non esistendo una normativa specifica o limiti di legge nazionale per PCDD/PCDF in atmosfera, alcuni stati dell’unione europea, hanno proposto valori guida sviluppati a partire dai valori di «dose tollerabile giornaliera». Considerando una dose tollerabile giornaliera variabile da 1 a 4 pgTEQ/Kg di peso corporeo (dati OMS), si è arrivati a definire i seguenti valori guida per le deposizioni atmosferiche di seguito riportati:
Valori guida per PCDD/F nelle deposizioni atmosferiche.
Di seguito i risultati dei dati delle deposizioni, il limite di quantificazione dei dati relativi ai valori medi del triennio è, per ragioni tecnico-analitiche, più basso del limite di quantificazione con cui sono stati espressi i dati relativi all’incendio, che fanno riferimento al periodo che va dal 1 febbraio al 22 febbraio 2022.
Livelli di PCDD/F nelle deposizioni atmosferiche.