Spoleto

Fernando Botero è “volato via”, suo il celebre manifesto del Festival di Spoleto del 2015

Il pittore e scultore colombiano Fernando Botero, considerato l’artista vivente più famoso del paese sudamericano, è morto oggi all’età di 91 anni. La conferma arriva anche dal quotidiano colombiano El Heraldo, che cita fonti del ministero della Cultura e spiegando che il pittore delle figure rotonde, nato a Medellin, si è spento nella sua casa di Montecarlo.

L’artista era stato ricoverato per una sospetta polmonite e poi era tornato a casa. Sua figlia Lina Botero, parlando a Caracol Radio, ha poi confermata ufficialmente la morte avvenuta questa mattina nel Principato di Monaco: “Era in pessime condizioni di salute da cinque giorni perché aveva contratto una polmonite”, ha detto.

L’arte del colore e delle forme

Gli appassionati dell’arte di questo straordinario interprete della contemporaneità conoscono tutto della sua pittura e dell’insolita dilatazione che subiscono i suoi soggetti, che acquistano forme divise tra il fascino e l’immaginifico.

Un passaggio necessario per far comprendere la necessità del colore nelle sue opere che attribuisce la sostanza, ancor più delle forme opime, come si trattasse della “gente comune”. Ecco perchè alla fine Botero “vola via” con i suoi soggetti, lasciando al colore la testimonianza. L’artista si rivela sostanzialmente distante dai suoi personaggi. Ed è proprio questa sorta di freddezza che fa scomparire dai protagonisti delle sue tele e sculture la dimensione morale e psicologica. Gli sguardi sembrano sempre persi nel vuoto, gli occhi non battono, sembra quasi che osservino senza guardare. L’immaginifico, appunto, che non ha timore di volare.

Una storia normale, forse…

Tra il 1953 e il 1954 Botero viaggia tra Spagna e Italia ed esegue copie di artisti rinascimentali.
Dopo vari spostamenti fra New York e ancora Bogotà, nel 1966 si trasferisce definitivamente a New York, dove si immerge in un lavoro instancabile, cercando soprattutto di sviluppare l’influenza che Rubens stava via via assumendo nella sua ricerca, soprattutto sull’utilizzo delle forme plastiche. Intorno ai primi anni ’70 inizia a realizzare le sue prime sculture. Uno dei luoghi prescelti in Italia sarà la Versilia, vicina alle famose fonderie di Pietrasanta dove verranno realizzate molte delle sue più importanti sculture.
Le mostre in Germania e negli USA lo portano al successo. Successivamente si sposta tra New York, la Colombia e l’Europa, realizzando mostre nella Big Apple e nella sua Bogotà.

Un sindaco “tignoso”, un Direttore Artistico illuminato e l’artista generoso

Ha dell’incredibile la storia accaduta nel 2015 a Spoleto, allorquando il compianto sindaco di Spoleto, Fabrizio Cardarelli, con il suo consueto istinto diviso a metà tra la saggezza popolare (anzi di piazza del Mercato) e il fiuto del cacciatore riuscì a trovare il giusto appiglio per chiedere all’artista un bozzetto per il manifesto del Festival, storico simbolo della manifestazione spoletina.

Il M° Botero, al tempo, era stato da poco ad Assisi- nel 2012- per una mostra dedicata ai suoi gessi ed intitolata “I gessi di Botero-Retrospettiva 1973-2012”, e l’incontro con il Festival di Spoleto non era proprio in programma rivelandosi invece un regalo inaspettato alla città e forse anche insperato da parte dei protagonisti dell’epoca. Il merito “della caccia” fu senza dubbio del “boteriano” sindaco Cardarelli che con una buona dose di tigna strappò una promessa al manager dell’artista, che era in visita privata a Spoleto.

Un operazione riuscita, grazie anche all’entusiasmo e alla illuminata collaborazione dimostrata dal M° Giorgio Ferrara, che aveva un istinto imbattibile per le cose artistiche di altissimo gradimento al pubblico. Tuttoggi.info, e chi scrive (un Boteriano di gusti e di fatto), anticipò la notizia dell’accordo per la realizzazione del manifesto avendo avuto la ghiotta occasione di vedere l’invito, fresco di inchiostro, per la consueta conferenza stampa di presentazione della 58.ma edizione, presso il Mibac.

Tutto questo succedeva tra marzo ed aprile del 2015. Quello che accadde poi a Spoleto nel giugno successivo si può annoverare in una vera e propria “Boteromania”, tanto che nel video che vi riproponiamo, il M° Ferrara non esita a dire all’artista in visita a Spoleto, nel weekend inaugurale della manifestazione, che nessuno prima, meglio di lui, aveva saputo interpretare il vero spirito del Festival. Ed era tutto vero!

Rivedere oggi i personaggi dell’epoca e ciò che era stato il frutto di un lavoro quotidiano sulla macchina della città e del Festival, ci commuove e ci rende al contempo orgogliosi di un periodo recente contrassegnato da importanti successi, come appunto la visita del M° Botero a Spoleto e quel manifesto che fece il giro del mondo e che oggi è visibile in ogni luogo aperto al pubblico della città. Buon volo Maestro. Vedrà, l’atterraggio sarà morbido di sicuro!