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Femminicidio Terni, Rinaldi incapace di intendere e di volere?

Uccise la moglie. Con violenza inaudita la finì a coltellate e martellate. Era il 14 aprile del 2014 quando la furia di Franco Rinaldi, si abbatté sulla moglie Giuseppa Corvi. Ora siamo vicini alla sentenza per quell’uomo, reo confesso del “femminicidio di Terni”, che ha chiesto e ottenuto di essere giudicato con il rito abbreviato, scelta che gli varrà una pena minore. Ma in aula la difesa tenta di dimostrare che Rinaldi al momento dell’omicidio non fosse in grado di intendere e di volere. L’avvocato Marco Angelini difensore del Rinaldi ha già depositato una consulenza tecnica che va in questa direzione. Ieri il gip Maurizio Santoloci ha incaricato lo psichiatra Alessandro Giuliani di effettuare una perizia che chiarisca quali fossero e condizioni psicologiche dell’imputato. Punto dirimente di questo processo.

Un milione e mezzo di euro per il figlio minorenne. Durante l’udienza si sono costituiti parte civile sia i genitori della vittima, che i fratelli e il figlio 16enne, assistiti rispettivamente dagli avvocati Daniele Federici, Andrea Temperanza e Francesca Abbati. Quest’ultima ha avanzato a favore del minore la richiesta di un risarcimento pari a 1,5 milioni di euro.

La sentenza. Potrebbe arrivare il prossimo 13 febbraio la sentenza per Franco Rinaldi. L’operaio la mattina del 14 aprile, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, si è diretto a bordo di una vespa in via del Fringuello 4 dove viveva la moglie, dalla quale si era separato il dicembre precedente e ha atteso che il figlio adolescente uscisse di casa per andare a scuola. Poi è sceso in cantina per cambiarsi, infilandosi tuta, mascherina e sovrascarpe (abbigliamento che secondo la procura dimostra la lucida premeditazione del gesto). Salito nell’appartamento della moglie, l’avrebbe aggredita sulla soglia di casa, colpendola più volte alla testa con un martello che aveva portato con sé, per poi finirla perforandole un polmone con un coltello da cucina trovato in casa.

Le prime ammissioni dell’omicida, reo confesso

La scena del delitto. Giunti sul posto, gli agenti hanno trovato il corpo della donna riverso nel sangue e hanno fermato l’omicida sul balcone di casa, mentre era intento a ripulirsi dal sangue. Al sostituto procuratore Elisabetta Massini, Rinaldi ha confessato di aver ucciso la moglie poiché questa aveva intenzione di separarsi da lui e gli impediva di vedere il figlio. Due (la prima delle quali poi ritirata) erano state le denunce presentate da Giuseppa Corvi contro il marito, a seguito di frequenti minacce e maltrattamenti. I famigliari della vittima, chiusi nel loro dolore, hanno scelto di non rilasciare dichiarazioni fino al momento della sentenza.

Ora non resta che attendere quindi, il giudice ha fissato per il 13 febbraio la data della prossima udienza. Sarà dunque compito dello psichiatra Giuliani valutare l’effettivo quadro psichiatrico dell’imputato e le sue reali responsabilità, in un delitto apparentemente pianificato nei minimi dettagli.

di Giulia Argenti | ha collaborato Sara Minciaroni

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