Un richiesta di rogatoria per organizzare nella prossima udienza l’escussione di un teste che si trova in Inghilterra. E’ la richiesta avanzata questa mattina dal pubblico ministero Paolo Abbritti nell’udienza del processo in Corte d’Assise per l’omicidio di Ofelia Bontoiu avvenuto l’8 marzo del 2014 nella camera di un albergo di Gualdo Tadino. Il testimone da sentire, all’epoca dei fatti risiedeva proprio nella cittadina umbra ed è un connazionale e amico sia della vittima che dell’imputato Danut Barbu. Secondo gli inquirenti che hanno lavorato alle indagini di questo atroce delitto, l’uomo sarebbe in grado di descrivere episodi del gennaio precedente l’assassinio e di come in esito ad una discussione sul fatto che Barbu voleva trasferirsi in Inghilterra e portare con se la fidanzata, al rifiuto di questa, lui avesse minacciato di suicidarsi.
La premeditazione, o meno, del delitto è infatti nodo cruciale di questo processo. Il Darbu ha ucciso la ragazza, in un primo momento ha negato l’omicidio per poi ammettere di aver comprato lui il taglierino arma del delitto e di aver reciso la gola ad Ofelia, dopo aver concordato con lei un doppio suicidio. E in effetti anche lui tenta di tagliarsi le vene dopo aver ucciso Ofelia, ma resta in vita e i medici lo salvano. Ma per la pubblica accusa Darbu aveva pianificato tutto e anche lucidamente in base ad una perizia che lo descrive come capace di intendere e di volere. Posizione opposta a quella dei suoi legali Antonio Cozza e Pietro Morichelli che vedono nella macchinazione del suicidio (Barbu aveva predisposto una corda in un boschetto appartato, rinvenuta dai carabinieri) le prove di una fragilità psicologica. Stesso vale per la testimonianza della scorsa udienza nella quale un conoscente del Barbu ha descritto il modo in cui l’imputato freddamente si è tagliato un dito davanti ai suoi occhi e solo per convincerlo che non aveva mai insidiato sua moglie.
Le chat di Facebook. E sempre nella scorsa udienza la difesa ha prodotto anche la trascrizione tradotta delle conversazione che i due ragazzi hanno intrattenuto su Facebook fino a pochi giorni dal delitto. Secondo i legali tracciano il fatto che fu Ofelia a ricercare il ragazzo che se ne era andato in Inghilterra senza di lei e dalle quali emergerebbe un rapporto di alti e bassi, contrastato ma nel quale era stato lei a ricercarlo e nel quale gli avrebbe anche chiesto di tornare in Italia perchè questa volta lei sarebbe partita con lui. Non solo ma spunta anche un presunto Alias, un profilo sotto falso nome la cui password sarebbe stata trovata nell’auto della vittima e con il quale lei avrebbe contatto il Barbu. Gelosie e schermaglie che non stupirebbero, ma che in questo caso sono tra gli atti del processo per un atroce delitto.
E in effetti Barbu torna in Italia il 6 di Marzo, ma Ofelia cambia idea evidentemente e così l’8 marzo litigano. Lui la colpisce. Il colpo alla nuca che ha colpito Ofelia deve essere stato violentissimo, tanto che la tavola di legno usata per le percosse è stata trovata rotta, probabilmente in corrispondenza al punto in cui ha impattato con la vittima (una mensola in legno pesante dalle dimensioni di 30 cm per 60 cm , per 3 cm di spessore). Tanto violento da far saltare tre denti alla 28enne poi ritrovati e repertati sulla scena del crimine. Un’aggressione che non le ha lasciato scampo, dopo il colpo alla nuca la ragazza deve aver perso i sensi e poi essere stata accoltellata senza che i suoi piedi abbiano mai toccato terra.
Prossima udienza fissata al 6 di Aprile, poi a Maggio due udienze le discussioni finali e le repliche e di questo passo la sentenza potrebbe essere pronunciata dalla Corte presieduta dal giudice Gaetano Mautone (Semeraro a latere) già a fine Maggio.