Valnerina

Femminicidi, Monteleone di Spoleto ricorda Clara e Stefania

Si chiamavano Clara e Stefania le due donne di Monteleone di Spoleto accomunate da un tragico destino: sono state infatti entrambe vittime di femminicidi. La comunità locale le ha volute ricordare nei giorni scorsi con due significative cerimonie.

La Pro loco di Monteleone e il Gruppo de “Il filo tra le mani” di Ruscio, infatti, hanno donato alla comunità monteleone l’opportunità di confrontarsi su un tema purtroppo ancora oggi di grande attualità, organizzando due semplici ma toccanti momenti di riflessione collettiva sul tema della violenza contro le donne.

L’ultima settimana di novembre è stata dedicata ad una profonda riflessione sulla violenza di genere, sugli ultimi tragici fatti di cronaca e su due donne che la nostra terra ha conosciuto e che hanno trovato morte per mano dei loro compagni. La Pro Loco di Monteleone con grande dedizione ha ricordato Clara. Lavorava come levatrice nel piccolo comune della Valnerina, figura fondamentale per le gestanti. Madre di un piccolo bambino, fu uccisa dal marito nella loro casa nel centro storico di Monteleone. Era il 1971. La giornata di sabato 25 novembre ha visto l’installazione di una panchina rossa a lei dedicata, in largo Carlo Innocenzi. Un meraviglioso allestimento in rosso ha accompagnato i presenti fino in teatro, dove il tema è stato affrontato anche da un punto di vista sanitario, grazie alla presenza di medici, psicologi e infermieri. La giornata è proseguita all’insegna dell’arte, della letteratura e dello spettacolo. Prima al Museo della Biga e poi al teatro Carlo Innocenzi.

La prima neve della stagione ha reso tutto più magico. Le innumerevoli scarpe rosse, preparate e poi disposte dalla vice presidente della Pro Loco di Monteleone hanno brillato lungo la scalinata delle cordonate, creando una scenografia indimenticabile all’ombra della bella Torre dell’Orologio.

Il giorno successivo, tutta la comunità di Ruscio, in una splendida giornata di sole, ha voluto percorrere 470 passi nella storia di Stefania, questa è la distanza, infatti, tra la sua vecchia casa e la panchina rossa di via della Tazzaretta. E’ stata una giornata particolare, dopo 24 anni, il Gruppo de “Il filo tra le mani” ha dato voce alla triste storia di Stefania Perelli, la giovane donna originaria di Ruscio, fatta uccidere dal marito nel 1999. Una passeggiata silenziosa e composta si è spiegata dalla casa, dove Stefania trascorreva insieme ai figli bambini le serene giornate di ferie estive, fino alla panchina rossa di Ruscio dove è stata scoperta la targa a lei dedicata. Il percorso è stato segnato da 70 paia di scarpette rosse realizzate all’uncinetto, dal gruppo de “Il filo tra le mani”, proprio a ricordare donne e figli, vittime di violenza. Momenti intensi che hanno rivelato il dolore vissuto dei familiari di Stefania, che ancora soffrono la mancanza di una madre sorella e zia. La lettura di una lettera scritta dalla nipote Valentina, ha fatto toccare a tutti i presenti il dramma vissuto ed ancora vivo in questa famiglia.

Le donne del “Il filo tra le mani”, con una cerimonia semplice ma molto toccante, hanno voluto così ribadire il loro No alla violenza contro le donne.