La Federmobili-Confcommercio della provincia di Perugia, spinta dalla consapevolezza che oggi il mercato con cui bisogna confrontarsi è internazionale, ha avviato da qualche mese un’azione esplorativa e di confronto con realtà di paesi in forte sviluppo, per aprire nuove prospettive agli imprenditori locali, duramente colpiti dalla crisi e dalla pesantezza del carico fiscale.
Così, dopo l’incontro che il presidente di Federmobili Marco Fantauzzi ha avuto lo scorso dicembre con il ministro consigliere economico-commerciale dell'ambasciata della Repubblica Popolare Cinese in Italia Zhang Junfang, finalizzato a valutare la possibilità di effettuare scambi commerciali ed immobiliari tra gli imprenditori umbri e cinesi, nei giorni scorsi l’associazione ha organizzato un incontro con un esperto del mercato indiano, Jawed Khan, che ha illustrato agli operatori presenti la macro realtà di quel paese, concentrando l’attenzione sulle opportunità che, secondo vari studi relativi al settore, offre il mercato dell’arredamento.
Diverse sono le ipotesi sulle quali si può lavorare: la promozione dell’arredamento multibrand di alta qualità in India; la possibilità di avviare punti vendita sia nelle principali che nelle medie-piccole città indiane, che hanno comunque un bacino d’utenza interessante; aprire uno o più punti “Umbria Design” nel paese.
Con gli imprenditori del settore arredamento che commercializzano e producono si è parlato anche dell’ipotesi di negozi-showroom, che possano promuovere i prodotti o di trovare un partner per la produzione in India su disegno italiano, oppure di esportare il proprio know-how e sistemi di produzione.
“Già da questo primo confronto è emerso che le possibilità offerte dal mercato indiano sono enormi – sottolinea il presidente di Federmobili Marco Fantauzzi –. Nonostante le numerose difficoltà legate alla realtà umbra, la nostra intenzione è quella di concentrare le energie nell’individuazione e nella costruzione di nuove opportunità per gli operatori del settore, perché alla crisi vogliamo reagire non solo con la protesta, ma soprattutto con la “PROPOSTA”, con la progettualità, con l’apertura di nuove occasioni di sviluppo, valorizzando quella professionalità e competenza che distinguono il made in Italy nel mondo. Speriamo che il mondo della politica prenda atto di quanto sia importante sostenere anche questo tipo di progetti”.