“Il Futuro della Caccia dipende da noi… da come sapremo superare le divisioni… da come sapremo recuperare un serio confronto sulle questioni condivisibili per ritrovare una strategia che superi le attuali diversità”. E’ il messaggio che il cavalier Giulio Piccioni ha lanciato nel lasciare la presidenza della sezione provinciale della Federcaccia di Terni ed anche dopo ben tre mandati come Consigliere nazionale, allora nel CONI ai tempi dell’on. Rosini ed ora al fianco del presidente Massimo Buconi e dopo altri quindici difficili anni al vertice della maggiore associazione venatoria nazionale e locale, il cav. Piccioni -ora presidente onorario- ha passato il testimone a Enrico Riffelli.
Nella relazione di commiato ha affrontato tutte le tematiche del momento ricordando cosa è stato fatto e su cosa c’è ancora da rimboccarsi le maniche. Come nel caso del futuro dell’Ambito Territoriale di Caccia n. 3 del Ternano Orvietano sottolineando l’importanza della gestione faunistica e dei ripopolamenti, con le troppe incertezze che assalgono i tanti federcacciatori volontari nella gestione delle Zone di Ripopolamento e Cattura e delle Aree di Rispetto Temporaneo.
Il cav. Piccioni rileva che finalmente è stato riconosciuto il valore sociale e strategico del cacciatore nelle emergenze, al pari di altre figure professionali, come risulta dal ruolo che gli è stato affidato dal Commissario straordinario del governo, quale Bioregolatore, nel “Piano di depopolamento della specie cinghiale per la prevenzione e il contrasto della Peste Suina Africana (PSA).
Nettamente contrario al tesserino venatorio digitale a vantaggio del cartaceo, torna nella polemica, ancora viva, che persiste nel mondo venatorio per la gestione dell’ATC 3.
“Prima Federcaccia non andava bene -afferma polemicamente il cav. Piccioni – ora Federcaccia serve…a chi? … a chi ha promesso che si poteva fare a meno della gestione offrendo i “lanci pronta caccia”, palesemente in contrasto con il Piano faunistico venatorio regionale? Ora ci si trova di fronte alla necessità di gestire, allora promesse e confusioni che non mancano sui territori”.
“Non mi sento sconfitto dalla politica, ma mortificato sì, per aver sempre sostenuto e raccontato ai cacciatori che la politica nella gestione della caccia non c’entra nei livelli bassi; nella vicenda degli ATC umbri – ha detto il cav. Piccioni- questa volta c’è scivolata schierandosi non soltanto per le garanzie gestionali dell’Ente, rinunciando al ruolo proprio di garante e mediatore, dividendo sia il mondo venatorio che il mondo agricolo e non rispondendo nemmeno a quello ambientale, determinando così una spaccatura sanabile solo con una fase commissariale seria, più tecnica che politica”.
Altro tema caldo è la devastazione del territorio agricolo con sempre più massicce occupazioni di pannelli solari, fermamente condannati dal mondo venatorio, occorre invece essere fiduciosi ed investire sulla cultura della gestione faunistica nel rispetto della biodiversità e delle attività agricole, che consenta però un prelievo sostenibile delle risorse.
Spazio anche per un invito ai giovani, nell’era del consumismo prima di buttare provateci: “immaginate di andare dalle nostre nonne o bisnonne e fatevi insegnare a ricucire i rapporti, a rammendare il cuore per ricamare nuovamente il valore della vita”.
Nel commiato ha voluto sostenere che il passaggio della Presidenza da lui a Riffelli: “questo passaggio del testimone non deve essere interpretato come fase di debolezza di Federcaccia di Terni, bensì un punto di rilancio con le energie e aspirazioni più giovani vigorose e moderne per affrontare al meglio il nuovo mantenendo le tradizioni per sviluppare nuovi progetti capaci di coinvolgere i cacciatori per una nuova stagione di fidelizzazione”.
Infine un caloroso saluto, il Presidente l’ha rivolto a tutta la Dirigenza periferica di Federcaccia, a tutti i cacciatori ternani e non solo ed anche verso chi ha avuto delle riserve di stima, quindi un grazie infinito alle Istituzioni Prefettura, Provincia e Questura e agli organi di polizia che hanno risposto con attenzione alle esigenze della categoria e non ultime per importanza le altre associazioni, in particolare quelle agricole.
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