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Federalberghi e Federturismo contro tassa di soggiorno e bed & breakfast: crisi del settore per troppe attività

Federalberghi-Confcommercio e Federturismo-Confindustria Umbria sono tornati alla carica oggi contro lo spettro della tassa di soggiorno, che secondo le due associazioni di categoria “aggreverebbe la situazione del turismo umbro”.

“Le cifre sugli arrivi e le presenze dei turisti in Umbria negli ultimi dieci anni, pur delineando un quadro tutt'altro che negativo, non fotografano la realtà di questo settore in tutti i suoi aspetti.

Se si prendono in considerazione i dati relativi alla consistenza dell'offerta ricettiva, infatti, ci si accorge facilmente che, per poter dare veramente ossigeno e prospettive al comparto, l'Umbria dovrebbe poter attrarre un numero di turisti molto superiore a quello attuale.

L'istituzione di una tassa di soggiorno sarebbe solamente penalizzante: una scelta che farebbe imboccare una strada tutta in salita”.

“E' apprezzabile il tentativo dell'assessore regionale al turismo Fabrizio Bracco di aprire un confronto su questo tema, allargandolo anche al
sistema delle tariffe e tributi locali che pesano sulle attività ricettive – sostengono le due organizzazioni – ma non possiamo non sottolineare i rischi che il turismo umbro correrebbe nel caso prevalesse, peraltro senza correttivi di alcun tipo, il partito dei sì”.

Secondo Federalberghi e Federturismo, “E' vero che negli ultimi dieci anni aumentato il numero dei turisti che hanno scelto l'Umbria per le loro vacanze, ma altrettanto vero che nello stesso periodo il numero delle attività ricettive aumentato a dismisura. Secondo i dati della Regione Umbria, a dicembre del 2000 gli esercizi alberghieri erano in tutto 501 e disponevano di 24.762 posti letto, che sono diventati 29.455 nel dicembre del 2010, suddivisi per 574 alberghi: quasi 5 mila posti letto in più”.

Ma il vero balzo in avanti, secondo le associazioni, lo hanno fatto le attività extralberghiere: erano 1.320 nel 2000 e potevano offrire 34.095 posti letto. A dieci anni di distanza questi numeri sono letteralmente lievitati: il numero delle strutture arrivato a 3.532 e quello dei posti letto quasi raddoppiato (60.345).

“La crisi economica, che ha indotto molte imprese ricettive ad azionare la leva del prezzo per attrarre clientela, e l'abnorme sviluppo dell'offerta umbra”, sottolineano ancora Federalberghi-Confcommercio e Federturismo- Confindustria Umbria, “hanno fatto emergere con forza il problema del calo della redditivit delle imprese turistiche. Occorre a questo punto un impegno preciso della Regione a non incentivare l'ulteriore nascita di strutture ricettive e ad investire, di contro, sulla riqualificazione della rete esistente”.