Febbre e perdita di olfatto, ma niente tampone Covid. A denunciare un caso concreto è il dottor Maurizio Del Pinto, attuale responsabile di Terapia
Intensiva Cardiologia presso l’Azienda ospedaliero-universitaria di Perugia.
Che sulla propria pagina Facebook ha denunciato questa storia: “Mi chiama una conoscente. Ha febbre, anosmia e ageusia (perdita di olfatto e gusto) da due giorni. Si è isolata in casa con il suo compagno. Chiama il suo medico curante per effettuare il tampone. Risposta: nessun tampone, tanto ormai sei sicuramente positiva. Chiede il tampone per il suo compagno convivente. Nessun tampone. Tanto è asintomatico. I datori di lavoro di entrambi impongono il rientro al lavoro. A lei appena passati i sintomi anche senza tampone. A lui fin da subito perché asintomatico. Lui si oppone perché rischierebbe di contagiare i colleghi. Il medico di famiglia non certifica assolutamente il suo stato di contatto stretto ad alto rischio. Lui non si reca al lavoro e prende le ferie. Quanta responsabilità ha questo lavoratore? Quanta irresponsabilità hanno coloro che stanno gestendo questa situazione? Aggiungo: sia lei che lui forniscono i nomi dei contatti degli ultimi 5 giorni. Risposta: non ci interessa, tanto non li contatteremo. Cosi sarà un disastro annunciato. Siate prudenti tutti. Dobbiamo pensarci da soli. Ormai siamo soli”.
Parole pesanti, considerando anche il ruolo del dottor Del Pinto. Una vicenda sulla quale il consigliere regionale Thomas De Luca ha presentato un’interrogazione per sapere se la scelta annunciata dal commissario Onnis di non testare più tramite tampone i contatti asintomatici dei positivi sia stata allargata anche a quelli sintomatici.
“I contagi crescono ogni giorno – denuncia De Luca – ed è sempre più evidente che in Umbria il tracciamento sia ormai del tutto saltato. Lo dicono i dati degli ultimi giorni che confermano l’Umbria come prima regione italiana nel rapporto tra persone testate e positivi”.
Quanto al caso denunciato dal dottor Del Pinto, De Luca commenta: “È inconcepibile, se fosse confermato, costringere delle persone a prendere ferie lavorative, demandando alla buona volontà delle stesse, perché il medico di famiglia non può certificare lo stato di contatto stretto ad alto rischio. La situazione in Umbria riguardo al protocollo di monitoraggio dei contagi è completamente fuori controllo. Chiediamo alla Giunta regionale di confermare i fatti esposti e se intenda riprendere il controllo della situazione oppure lasciare che siano i medici di famiglia e i pediatri di libera scelta a farsi carico della situazione”.