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Fauna selvatica dal Ministero dell’Ambiente all’Agricoltura: esultano i cacciatori, proteste animaliste

Da una parte l’esultanza dei cacciatori, che spera in un approccio più aperto alle istanze del mondo venatorio rispetto a quello di questi anni, considerato troppo “ideologico” e schierato verso l’ambientalismo. Dall’altro le proteste delle associazioni animaliste, che parlano di “furore filo-venatorio” di Governo e maggioranza.

Il parere favorevole in Commissione

Opposte reazioni al parere favorevole, dato dall’Ottava Commissione del Senato, al passaggio della materia della fauna selvatica dal Ministero dell’Ambiente a quello dell’Agricoltura. Uno schema di parere presentato dal senatore leghista Antonino Germanà nell’ambito della discussione sulla conversione in legge del decreto 173/22 sulle attribuzioni dei ministeri, che, con alcune modifiche, ha già ottenuto il via libera della Camera dei Deputati.

L’argomentazione che piace ai cacciatori

Un provvedimento giustificato con il fatto di poter esercitare in maniera “efficace e coerente” tali funzioni con quelle “relative ad un’adeguata gestione degli equilibri ecologici tra specie selvatiche, agricoltura e ambiente e dell’attività venatoria”.

Una visione condivisa dal mondo venatorio, che da tempo attendere una tale modifica.

Le proteste animaliste

Non la pensa così il mondo animalista, per le quali questa modifica, se entrerà in vigore, porterà a subordinare la tutela degli animali selvatici alle esigenze delle attività venatorie e degli agricoltori. Come ad esempio in materia di contenimento dei cinghiali.

Enpa, Lac, Lav e Lipu guardano con preoccupazione al fatto che in questo modo verrebbe scissa la fauna dalle aree protette, gli habitat, la biodiversità, che secondo questo schema resterebbero in capo al Ministero dell’Ambiente.

Ma in generale il mondo ambientalista teme che sia cambiato il vento della politica, viste anche le parole del ministro Lollobrigida sui rischi per l’eccessiva presenza di lupi e orsi.