L’Azienda Ospedaliera “Santa Maria” di Terni mette in campo tutti i migliori professionisti al servizio dei malati di long-Covid, ossia le sequele a lungo termine che lascia l’infezione da Covid-19 nei pazienti guariti dalla fase acuta.
Si stima infatti che circa il 25% dei soggetti interessati da forme gravi di Covid-19, come ad esempio coloro per cui si è reso necessario il ricovero ospedaliero, sperimentino la persistenza a lungo termine di sintomi e disagi legati alle sequele croniche che il virus lascia a livello di vari organi ed apparati, come i polmoni, il cuore, i vasi sanguigni ed il cervello. Per questo motivo l’unica modalità valida per fronteggiare quella che pare essere un’epidemia nell’epidemia, è quella di convogliare l’esperienza di varie figure professionali, differenti professionisti, quali pneumologi, radiologi, psicologi, medici di laboratorio, medici sportivi, medici del lavoro, in un unico team multidisciplinare coordinato dai medici internisti e infettivologi.
Già da diverse settimane il team multidisciplinare dell’Azienda Ospedaliera, coordinato dal reparto di Medicina Interna, diretto dal professor Gaetano Vaudo, e dal reparto di Malattie Infettive, diretto dalla professoressa Maria Bruna Pasticci, che vede la collaborazione della Riabilitazione della dottoressa Maria Assunta Massetti, della Medicina del Lavoro, della professoressa Ilenia Folletti, del reparto di Pneumologia del dottor Claudio Gradoli, Radiologia del dottor Giovanni Passalacqua, e il Laboratorio Analisi del dottor Alessandro Mariottini, è al lavoro e ha già in cura circa 80 pazienti precedentemente ricoverati per Covid-19 al Santa Maria.
Lo step successivo sarà quello di estendere i servizi ambulatoriali ai pazienti residenti in provincia ed in territori limitrofi, anche in virtù del fatto che sono molti i pazienti che hanno presentato forme gravi di patologia e che sono stati curati presso il proprio domicilio.
Presso gli ambulatori del Day Hospital della Clinica Malattie Infettive vengono seguiti in follow up i pazienti che sono stati ricoverati presso i reparti Covid della nostra azienda ospedaliera secondo diverse modalità: pazienti di età inferiore a 70 anni, già ricoverati con polmonite accertata da Sars-Cov2, non cardiopatici; pazienti già ricoverati presso la nostra clinica e che a due mesi dalla dimissione vengono sottoposti a visita clinica, Tac polmonare ad alta risoluzione, sierologia per ricerca anticorpi anti Sars-Cov2 e, secondo indicazione clinica, a visita neuropsicologica, visita cardiologica o quanto altro necessario; pazienti inviati dal medico curante con impegnativa di visita infettivologica per sindrome post-Covid.
Dal 4 gennaio 2021, al reparto di Riabilitazione Intensiva dell’Azienda Ospedaliera di Terni è stata attivata una sezione di riabilitazione intensiva per pazienti post-covid con sei posti letto, garantendo così una continuità assistenziale clinica e riabilitativa che va dalla fase di intensività della malattia fino al recupero dell’autonomia. I pazienti che giungono al reparto nella maggior parte dei casi presentano cannula tracheale in ossigenoterapia a flussi medio-elevati, sono alimentati con sonda nasogastrica, presentano grave sindrome da allettamento, severe miopatie e neuropatie (critical illness neuromyopathy), danni al sistema nervoso centrale come encefalopatia, encefaliti, lesioni ischemiche, disturbi cognitivi, problematiche psicologiche, e conseguente grave compromissione della funzionalità e della qualità di vita, tale da non permettere il rientro a domicilio.
All’ingresso i pazienti vengono sottoposti ad esame clinico completo, coadiuvato da esami strumentali, volti alla valutazione della funzionalità cardiorespiratoria, sempre monitorata durante la degenza, e vengono supportati continuamente dal punto di vista clinico grazie all’apporto dell’equipe multidisciplinare. I pazienti vengono sottoposti periodicamente a valutazione e controllo funzionale mediante esame fisiatrico e somministrazione di scale accreditate per quantificare la forza muscolare residua, la compliance all’esercizio da durata, la presenza di danni al sistema nervoso periferico e centrale, le abilità cognitive con test neuropsicologici specifici, al fine di rilevare l’efficacia del programma di cura e l’effettivo recupero.