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La fase 3 della Cgil: “Mobilitazione a difesa dei lavoratori”

Inizia un’estate calda, non solo per il clima. La Cgil apre la sua fase 3, all’insegna della mobilitazione alla luce dei danni sociali ed economici creati dall’emergenza del Covid. Sul tavolo ci sono diverse vertenze aperte e carenze infrastrutturali, così come necessità di welfare territoriale. Di tutto questo si sta occupando la Camera del lavoro con gli attivi, le assemblee a cui partecipano lavoratrici e lavoratori di tutti i settori.

Alta Umbria, mobilitazione Cgil per infrastrutture

Hanno già iniziato Alta Umbria e Bastia-Foligno-Spoleto-Valnerina sono stati i primi a partire. “Il territorio dell’Alta Umbria vede le maggiori criticità nella crisi profonda dell’automotive – afferma Maurizio Maurizi, responsabile di zona per la Cgil – Abbiamo una perdita occupazionale considerevole, che ha riguardato soprattutto i somministrati (perse alcune centinaia di posti di lavoro tra Umbertide e Città di Castello), alla quale si somma un ricorso massiccio alla cassa integrazione (che interessa circa il 70% degli addetti del settore). Una situazione che perdurerà per tutto il 2020, mentre una possibile ripresa è prevista per il primo trimestre 2021”.

Limiti del territorio dal punto di vista tecnologico

Ma le difficoltà dell’Alta Umbria non finiscono qui. “C’è tutta la questione infrastrutture che resta centrale – continua Maurizisia per quanto riguarda quelle viarie e ferroviarie (la E45 resta un nervo scoperto) sia quelle immateriali. Con l’emergenza Covid e il necessario ricorso al lavoro a distanza, infatti, sono emersi con chiarezza tutti i limiti che il territorio sconta da un punto di vista tecnologico, limiti che richiedono necessariamente investimenti sulla banda larga, di cui non solo i cittadini, ma il tessuto economico (pensiamo alle aziende del settore grafico ad esempio) hanno assoluto bisogno”.

Mobilitazione Cgil per le difficoltà dell’industria

Per quanto riguarda il territorio cha va da Bastia Umbra fino alla Valnerina la situazione è forse ancora più critica. “L’elenco delle vertenze e delle aziende in crisi è lunghissimo – afferma Angelo Scatena, responsabile di zona – andiamo dall’annosa vicenda dell’Antonio Merloni (con un piano industriale che prevede 345 esuberi su 593 lavoratori impiegati tra Umbria e Marche) alla crisi verticale di tutto il comparto manifatturiero nello Spoletino (ex Pozzi, Cementir, Novelli, etc.), passando per tante altre situazioni con posti di lavoro persi o a rischio (Auchan di Tervi, Mercatone dell’Umbria di Spello, Sogesi di Cannara, i letturisti della Vus, Sistema Museo, Pasta julia, Umbra Flor, e l’elenco potrebbe continuare)”. Accanto a questo c’è la ricostruzione post terremoto che a 4 anni dal sisma non è praticamente partita: “E per questo facciamo appello al nuovo commissario alla ricostruzione, Giovannini Legnini, perché finalmente si adoperi per passare dalle parole ai fatti”, conclude Scatena.

La replica di Sistmema Museo

Riceviamo e pubblichiamo nota dell’Azienda Sistema Museo,a margine di quanto dichiarato da CGIL (integrazione del 9 luglio 2019).

La Società Cooperativa Sistema Museo, letta la dichiarazione rilasciata al quotidiano Tuttoggi dall’esponente sindacale di CGIL Angelo Scatena nell’articolo pubblicato sabato 4 luglio, secondo cui la scrivente società sarebbe da annoverare tra quelle “in crisi” e “con posti di lavoro persi o a rischio”, precisa che Sistema Museo, operante su tutto il territorio nazionale nel settore della gestione e valorizzazione dei beni museali, artistici, culturali e archeologici, non ha in corso alcuna procedura concorsuale, è in buono stato di salute economica e finanziaria e non ha proceduto, nell’ultimo anno solare, ad alcun licenziamento per riduzione del personale, né individuale né collettivo, e nessun posto di lavoro presente nel suo organico è attualmente a rischio”.

Il welfare e la sanità territoriale

C’è poi un elemento comune tra i due territori che per la Cgil è centrale: il sistema di welfare e sanità pubblica territoriale che ha retto durante l’emergenza coronavirus, ma che ora ha bisogno di investimenti e assunzioni per poter essere sempre più l’architrave di un sistema pubblico a garanzia dei diritti fondamentali dei cittadini. “La fase 3 della Cgil è una fase di mobilitazione in difesa dell’occupazione, del nostro sistema manifatturiero, dei diritti dei cittadini e per un vero rilancio del territorio – commenta Filippo Ciavaglia, segretario generale della Cgil di Perugia – per questo abbiamo avviato questo percorso di assemblee che proseguirà nei prossimi giorni con l’attivo della zona Trasimeno-Todi-Marsciano e poi con il capoluogo Perugia. Noi ci rivolgiamo alle imprese del territorio, ma anche ai Comuni e alle Usl perché siamo convinti che in questa fase sia fondamentale costruire una strategia comune per mettere a valore le tante risorse pubbliche che arriveranno sul territorio e disegnare un nuovo modello di sviluppo per il nostro territorio in grado di arrestare il declino”.

Articolo modificato il 9 luglio 2019