L’Umbria e le altre Regioni in pressing sul Governo per accelerare le riaperture dei negozi e di altre attività nella Fase 2 dell’emergenza Coronavirus. L’unica mediazione possibile nel video incontro con il ministro Boccia al momento è consentire nuove riaperture dal 18 maggio in quelle regioni dove, a partire dall’11 maggio, saranno registrati dati al di sotto delle soglie di monitoraggio fissate dal Ministero della Salute. Da lunedì su questo lavorerà il Comitato di esperti nominato dal Governo.
Il tentativo di provare a riaprire dall’11 maggio appare ormai definitivamente tramontato. Né la presidente Tesei sembra intenzionata a forzare la mano confidando sui tempi del ricorso del Governo contro un’ordinanza della Regione, come stanno facendo alcuni governatori.
Anche l’assessore alla Sanità Luca Coletto, pur ricordando che “il morbo è ancora tra noi“, di fronte ai dati ormai stabili da giorni della regione ha detto: “L’Umbria potrebbe anticipare alcune riaperture, pur mantenendo sempre alta la soglia di rispetto delle norme anti contagio. Per questo continueremo a chiedere che il Governo accolga le richieste in tal senso formalizzate dalla presidente della Regione, Donatella Tesei, alla Conferenza Stato-Regioni“.
Anche il presidente dell’Assemblea legislativa regionale, Marco Squarta, spinge per le riaperture. “Per centinaia di piccole imprese, stremate dal lockdown – ricorda – ogni giorno di ulteriore attesa rischia di avvicinarle al definitivo collasso. L’impatto del Covid-19 sulla nostra economia è profondo, perciò serve coraggio e buon senso”.
“Non raccogliere – spiega Squarta – la proposta formulata dalla Conferenza delle Regioni a proposito della riapertura degli esercizi commerciali, significherebbe per il Governo assumersi la responsabilità di tenere ancora centinaia di migliaia di lavoratori a casa. Se le cose dovessero rimanere in questo modo l’Umbria risulterebbe senza dubbio la regione più penalizzata in quanto, secondo le stime dell’Istituto Superiore di Sanità, è l’unica sotto la soglia di 0,2 riguardante l’indice di contagio R0”.
“Nel rispetto delle norme di sicurezza sanitaria – commenta Squarta – l’attuale valore umbro può autorizzare i trasferimenti tra territori, concedendo un po’ di sollievo a quasi un milione di persone che, in questo periodo di lockdown, hanno dimostrato straordinario rispetto delle regole e senso civico, oltre – conclude – che una doverosa opportunità ai titolari di esercizi commerciali, costretti ancora a rimanere alla finestra in attesa delle decisioni dell’Esecutivo nazionale”.