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Farmaci, approvazione in Ue di 2 nuove terapie per patologie colestatiche rare

(Adnkronos) – La Commissione europea ha concesso l’autorizzazione all’immissione in commercio condizionata per elafibranor nel trattamento della Colangite biliare primitiva (Pbc) in combinazione con acido ursodesossicolico (Udca) negli adulti con una risposta inadeguata all’Udca o come monoterapia nei pazienti che non tollerano il trattamento. Elafibranor è ‘first in class’, il primo di una nuova classe di farmaci gli agonisti del recettore attivato dal proliferatore del perossisoma (Ppar, peroxisome proliferator-activated receptor), che esercita un effetto sui recettori PPARα and PPARδ, che si ritiene siano regolatori chiave dell’omeostasi degli acidi biliari, dell’infiammazione e della fibrosi. È stato inoltre approvato in circostanze eccezionali – spiega una nota diffusa da Ipsen – anche odevixibat per il trattamento del prurito colestatico nei bambini con Sindrome di Alagille (Algs) a partire dai 6 mesi di età. Si tratta di un inibitore non sistemico del trasportatore degli acidi biliari ileali (Ibat) con somministrazione orale una volta al giorno. Odevixibat blocca l’Ibat, con conseguente diminuzione degli acidi biliari sierici che possono accumularsi nel fegato. 

“Siamo lieti – ha affermato Sandra Silvestri, Chief Medical Officer di Ipsen – che elafibranor e odevixibat siano stati approvati nell’Unione europea come nuove opzioni per il trattamento di due malattie colestatiche rare con sintomi invalidanti che impattano in modo significativo sulla qualità di vita dei pazienti e delle loro famiglie. Le persone che vivono con la Pbc non vedono l’introduzione di alcuna innovazione terapeutica da quasi un decennio, nonostante fino alla metà dei pazienti non tolleri o non risponda alle terapie ad oggi disponibili, e i pazienti con Sindrome di Alagille devono affrontare ogni giorno un intollerabile prurito. Siamo orgogliosi di poter offrire a queste persone due nuove opzioni terapeutiche efficaci”. 

L’approvazione di elafibranor si basa sui dati dello studio clinico Elative di fase III che ha dimostrato un beneficio terapeutico statisticamente significativo, in termini di risposta biochimica dopo il trattamento con elafibranor 80 mg (51%) rispetto ai pazienti trattati con placebo (4%), con una differenza aggiustata per il placebo del 47% (p<0,001). Nei pazienti trattati è stata osservata anche una riduzione maggiore dal basale del punteggio Pbc Worst Itch-Nrs rispetto al placebo, ma tale riduzione non è risultata statisticamente significativa. Tuttavia, il trattamento con elafibranor è stato associato ad un miglioramento del prurito, come evidenziato da una maggiore riduzione dei punteggi totali del Pbc-40 Itch e del 5-D Itch rispetto al placebo. Percentuali simili di pazienti nel braccio Trattato e nel placebo hanno manifestato eventi avversi, eventi avversi correlati al trattamento, seri o gravi o che hanno portato all’interruzione del trattamento. 

“Per chi vive con la Pbc – ha illustrato Marco Carbone, professore di Gastroenterologia all’università di Milano-Bicocca e consulente epatologo presso il Centro trapianti dell’ospedale Niguarda di Milano – poter disporre di una soluzione innovativa, efficace e ben tollerata rappresenta un significativo passo avanti nel trattamento e nella gestione di questa malattia. La Pbc è una malattia colestatica progressiva che può portare a insufficienza epatica e, in alcune persone, anche alla necessità di trapianto di fegato. Questa nuova terapia non solo permette di gestire efficacemente la progressione della malattia, ma anche il prurito debilitante che compromette la qualità di vita dei pazienti.” 

L’approvazione di odevixibat è basata sui dati della sperimentazione clinica Assert, il primo e unico studio di fase III al mondo a essere stato completato in pazienti affetti da Algs. Questi dati hanno dimostrato miglioramenti statisticamente e clinicamente significativi nella tendenza a grattarsi dal basale al mese 6 per i pazienti trattati con odevixibat rispetto al placebo. Tali miglioramenti sono stati osservati rapidamente e si sono mantenuti per tutto il periodo dello studio. Nei pazienti trattati, rispetto al placebo, è stata dimostrata anche una riduzione statisticamente significativa della concentrazione sierica degli acidi biliari alla fine del trattamento, con miglioramenti in parametri del sonno riportati da diversi osservatori. L’incidenza complessiva degli eventi avversi emersi dal trattamento è stata simile a quella del placebo, con un basso tasso di diarrea correlata al farmaco nei pazienti affetti da Algs.  

Si tratta di “una malattia dolorosa e stressante, che spesso si presenta già nei primi mesi di vita – ha sottolineato Henkjan Verkade, Gastroenterologo ed epatologo pediatrico presso il dipartimento di Pediatria dell’Università di Groningen, Ospedale pediatrico Beatrix e Centro medico universitario di Groningen, Paesi Bassi – Uno dei sintomi più comuni è un grave prurito che causa disturbi del sonno sia nel bambino sia in chi si prende cura di lui. Avere a disposizione una nuova opzione terapeutica che ha dimostrato di ridurre il prurito e migliorare la qualità del sonno, rappresenta uno sviluppo particolarmente positivo per la comunità Algs”.