“Tesei opportunista”. Così Massimo Gandolfini, leader del Family Day, giudica la governatrice dell’Umbria, per la scelta di patrocinare, con un contributo di 2mila euro, l’Umbria Pride che si terrà nel prossimo fine settimana a Perugia.
“Non c’è altro modo – attacca Gandolfini – di definire il comportamento di chi sottoscrive la carta valoriale del Family Day in campagna elettorale, con tanto di evento organizzato dalla nostra associazione che riunì i tre leader del centrodestra Salvini, Meloni e Berlusconi presso il centro Capitini, e poi sostiene economicamente una manifestazione che nel suo manifesto ufficiale chiede la legalizzazione dell’eterologa per tutti, dell’utero in affitto e persino della poligamia, visto che si chiede di tutelare le relazioni non ‘monoparteneriali’”.
Per il Family Day, “o si sta dalla parte di chi crede nel diritto dei bambini e delle donne di non essere oggetto di un mercimonio o si sta dalla parte di chi pretende di legalizzare il business inumano della surrogata che mortifica il rapporto primigenio della vita; o si sta dalla parte di chi crede che avere una padre e una madre sia un diritto o si sta dalla parte di chi ritiene che sia tutto relativo, in base ai desideri di un adulto”.
“Quelle elencate – prosegue Gandolfini – sono questioni dirimenti della nostra società che non consentono di stare con i piedi in due staffe e che nulla hanno a che fare con il dovuto rispetto delle persone omosessuali, molte delle quali non si sentono infatti rappresentate dai gay pride”.
Da qui la richiesta del Family Day di un “chiarimento nella maggioranza”, con l’intervento dei rispettivi leader nazionali dei partiti che nel Parlamento portano avanti battaglie di segno opposto per garantire la libertà educativa, di espressione e i diritti dei bambini”.
“E’ ancora possibile un ripensamento; in caso contrario tra due anni, quando si terranno le elezioni per il rinnovo della presidenza e del consiglio regionale, non basterà qualche mancetta per i figli a carico a far dimenticare alle tante famiglie umbre questo grave errore della presidenza Tesei” conclude Gandolfini.