Città di Castello

Falsi contratti di lavoro per favorire immigrati clandestini, 14 le denunce

Nel corso di attività finalizzate alla repressione del favoreggiamento all’immigrazione clandestina e delle truffe ai danni degli istituti previdenziali, il Commissariato della Polizia di Stato di Città di Castello ed il Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro di Perugia hanno denunciato alla Procura della Repubblica di Perugia 14 persone, residenti a Città di Castello, Sansepolcro e Torino. I denunciati sono stati ritenuti responsabili di aver costituito finti rapporti di lavoro, creando false posizioni previdenziali ed assicurative, favorendo cittadini extracomunitari.

L’indagine prende le mosse da alcuni accertamenti effettuati dagli agenti del Commissariato tifernate, che rilevando alcune incongruenze sull’attività svolta da una macelleria del centro storico, hanno inteso approfondire alcuni elementi dissonanti. Nel corso degli accertamenti, durati circa 6 mesi, gli investigatori, hanno appurato che un 27enne cittadino di origini marocchine, titolare del piccolo negozio, aveva utilizzato la propria ditta per simulare 13 rapporti di lavoro con altrettanti cittadini extracomunitari di origine magrebina. La piccola ditta individuale, sebbene realmente esistente, non aveva mai di fatto occupato i numerosi dipendenti che annoverava sui Libri di Lavoro.

I falsi rapporti, costituiti mediante comunicazioni telematiche alla banca dati del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, effettuati da professionisti risultati estranei ai fatti, sono stati poi utilizzati dai cittadini extracomunitari per ottenere, in modo fraudolento, indennità di disoccupazione e di maternità e titoli di soggiorni non legittimamente spettanti. Nello specifico sono state accertate 4 truffe ai danni dell’INPS: tre di esse, solo tentate, consistenti in richieste di indennità di disoccupazione; la quarta, riguardante la corresponsione di un’indennità di maternità, è stata invece portata a compimento, con un danno erariale di circa 16 mila euro.

L’indagine ha inoltre consentito di individuare 4 cittadini di origine marocchina ed altrettanti di origine algerina, titolari di Permesso o Carta di Soggiorno, ottenuti mediante i menzionati falsi contratti di lavoro. Alcuni di essi sono riusciti a rinnovare i documenti di soggiorno svariate volte e avrebbero contestualmente usufruito di agevolazioni e contributi da parte di Enti Locali, dichiarandosi disoccupati e con redditi alla soglia della povertà. Truffa aggravata e continuata, falso per induzione, alterazione o uso di documenti alterati per il rilascio di visti e permessi di soggiorno, false dichiarazioni di emersione, sono tra i reati contestati al nutrito gruppo di denunciati.