Falsi certificati medici per andare a caccia al cinghiale: denunciato consigliere comunale VIDEO

Falsi certificati medici per andare a caccia al cinghiale: denunciato consigliere comunale VIDEO

Massimo Sbardella

Falsi certificati medici per andare a caccia al cinghiale: denunciato consigliere comunale VIDEO

Gio, 20/06/2024 - 09:12

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I carabinieri forestali hanno incrociato i dati dei certificati medici e delle battute negli ultimi tre anni, nei guai anche un altro componente della squadra

Assente dal lavoro perché malato, come attestato dai certificati medici che inviava. Però contestualmente risultava a caccia al cinghiale con la sua squadra. Una pratica seguita per anni. Truffa aggravata ai danni dell’azienda, dell’Inps e dell’Inail è il reato che i carabinieri forestali di Città della Pieve contestano a un consigliere comunale di un comune del Trasimeno, già in carica nella precedente consiliatura e rieletto nelle ultime elezioni.

Durante accertamenti volti alla definizione di una precedente segnalazione all’autorità giudiziaria e alla Prefettura di Perugia, i militari del Nucleo Carabinieri Forestale di Città della Pieve hanno riscontrato numerosi presunti reati. Incrociando minuziosamente i dati delle timbrature badge nella sede di lavoro, i certificati medici per le numerose assenze e infortuni accorsi sul lavoro con i verbali di caccia al cinghiale della squadra a cui il consigliere comunale appartiene, sono emersi casi di contestuale presenza sul posto di lavoro e sulle battute di caccia e, nella maggior parte dei casi, la presenza alle battute avvenivano durante periodi di assenza dal lavoro per malattia o infortunio.

L’attività di indagine ha riguardato i periodi che vanno da ottobre a gennaio delle ultime tre stagioni di caccia: 2021/2022, 2022/2023 e 2023/2024.

L’attività è stata possibile anche grazie alla collaborazione fattiva dei vertici dell’azienda T.S.A. e dell’ambito territoriale di caccia ATC Perugia 1 nella fornitura di tutta la documentazione necessaria ai controlli.

La segnalazione è quindi scattata obbligatoria all’autorità giudiziaria e contestualmente a Inps e Inail per accertare le somme indebitamente erogate dalle stesse durante le malattie e infortuni in cui veniva svolta l’attività venatoria.

Al quarantenne vengono contestati i reati di truffa aggravata nei confronti del datore di lavoro per i giorni in cui risultava essere presente sul posto di lavoro mentre firmava la presenza alle battute di caccia al cinghiale e di falso ideologico per induzione a pubblico ufficiale (medico di base) in certificati e contestuale truffa aggravata a carico di Inps e Inail in quanto partecipava alle battute al cinghiale nei giorni di assenza per infortunio e malattia.

Al vaglio anche i comportamenti e le dichiarazioni rilasciate dagli altri cacciatori della stessa squadra di caccia al cinghiale, finalizzate, secondo l’accusa, ad agevolare e favorire le attività illegali contestate dai forestali. In particolare risulta sotto indagine il comportamento di un altro componente per il reato di truffa aggravata a carico del datore di lavoro.

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