Cronaca

False opere di Modigliani, scoperto laboratorio per la falsificazione | Indagati salgono a 3

Scoperto il laboratorio in cui sarebbe avvenuta la falsificazione di opere d’arte e salgono a tre gli indagati dalla Procura della Repubblica di Spoleto sulle presunte false opere di Amedeo Modigliani esposte anche durante il Festival dei Due Mondi. Nei mesi scorsi, infatti, erano finiti sotto inchiesta – per il reato di contraffazione di opere d’arte – il presidente dell’Istituto Amedeo Modigliani di Spoleto, Luciano Renzi ed il curatore di alcune mostre sull’artista, nonché firmatario di certificazioni di autenticità delle opere, il professor Alberto D’Atanasio. Ai due ora si aggiunge un pensionato modenese, che sarebbe stato il responsabile del laboratorio di contraffazione.

Tutto era iniziato il 31 marzo scorso, quando i carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale, su delega della Procura della Repubblica di Palermo, avevano sequestrato due dipinti di sospetta falsità attribuiti al maestro livornese, esposti in mostra presso il Palazzo Bonocore del capoluogo siciliano.

Contestualmente, a Roma e a Spoleto, venivano eseguite delle perquisizioni a carico del presidente dell’Istituto Amedeo Modigliani di Spoleto, Renzi, e del curatore della mostra, D’Atanasio, entrambi indagati. Nel corso delle operazioni era stata rinvenuta copiosa documentazione relativa all’organizzazione della mostra e alla provenienza delle opere in sequestro; erano stati, inoltre, sequestrati 27 beni d’arte di pregio (di cui 3 opere grafiche di Modigliani e 24 dipinti a firma di Picasso, Chagall, De Nittis, Boldini, Dalì e Guttuso), molti ritenuti non autentici, e materiale informatico ritenuto interessante per gli ulteriori approfondimenti investigativi, svolti in questi giorni dai militari della Sezione Falsificazione ed Arte contemporanea del Reparto Operativo, con il coordinamento della Procura della Repubblica di Spoleto, alla quale era stato poi trasmesso il fascicolo processuale per competenza territoriale.

In particolare, i Carabinieri del Reparto operativo hanno accertato l’evidente attività di certificazione e attribuzione di beni d’arte a vari artisti, fra i quali il maestro Amedeo Modigliani, posta in essere, dietro pagamento di un compenso, dal Concept bord dell’Istituto Amedeo Modigliani; tutte le certificazioni sono infatti sottoscritte dal presidente dell’Istituto.

Anche i riferimenti ad alcuni patrocini, che sarebbero stati concessi all’Istituto dal Ministero per i beni e le attività culturali, allo stato delle indagini, non hanno trovato pieno riscontro.

Gli accertamenti esperiti sulla documentazione a corredo delle opere hanno portato a dubitare dell’autorevolezza scientifica e di individuare numerosi passaggi contraddittori nei certificati di autenticità e provenienza. In tale quadro la Procura della Repubblica di Spoleto ha emesso ulteriori decreti di perquisizione e sequestro, eseguiti a Modena, Firenze e Venezia, che hanno consentito di individuare un attrezzatissimo laboratorio per la falsificazione, nella disponibilità di un pensionato modenese. Allo stesso tempo sono stati sequestrati, per il sospetto di falsità, ulteriori 9 dipinti e 10 disegni attribuiti ad Amedeo Modigliani, 13 dipinti attribuiti a Lucian Freud, 2 dipinti attribuiti a Antonio Bueno, 1 dipinto attribuito a Maurice Utrillo. Contestualmente sono stati sequestrati anche numerosi timbri, sigilli e vecchie etichette, nonché materiale idoneo alla falsificazione, riscontrato anche sul retro dei quadri.

Alcune delle opere sotto sequestro, tutte corredate di certificazioni di archiviazioni sottoscritte dal responsabile del Concept bord dell’Istituto Amedeo Modigliani e dal Presidente dell’Istituto Amedeo Modigliani di Spoleto, erano state esposte nel corso della mostra “Gli amici di Modigliani e l’agguato sociale”, tenutasi presso la Casa Amedeo Modigliani di Spoleto in occasione del Festival dei due Mondi, dal 30 giugno al 4 agosto 2018, e prima ancora nel corso della mostra “Modigliani e l’Art Negre’”, tenutasi dal 20 giugno al 30 luglio 2017.

Il valore delle opere sequestrate, qualora fossero state immesse sul mercato come autentiche, ammonterebbe a centinaia di milioni di euro.