Francesco Napoletti
Spacciava banconote false da 100 euro nei negozi di abbigliamento del centro a Terni.
Un magrebino 37enne, senza fissa dimora, pluripregiudicato, da qualche settimana si aggirava per i negozi del centro, ben vestito e con l'aspetto curato, acquistando capi di abbigliamento da uomo e per bambini pagando con banconote false da 100 euro. Ma sabato 14 gennaio, insospettita, una commessa ha richiesto l'intervento della Squadra Volante della Questura. Le Forze dell'Ordine hanno sorpreso l'uomo che, nel frattempo, occultava su di sé la banconota falsa, pagando l'acquisto con una banconota autentica.
L'Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico ha poi accertato che nell'ultimo mese l'uomo era stato denunciato per la medesima condotta anche dai Carabinieri di Latisana, Udine, e pertanto è stato tratto in arresto per il reato di spendita di monete false, reato che prevede la facoltà per la Polizia Giudiziaria di procedere all'arresto in flagranza.
Con le successive indagini l'uomo è stato riconosciuto dalla commessa di un altro negozio di abbigliamento del centro come colui che durante le appena decorse festività natalizie aveva speso una banconota dello stesso taglio, poi risultata falsa dalle verifiche bancarie.
Sulla base dei gravi indizi di colpevolezza, tenuto altresì conto dell'assenza di domicilio certo, e della sua condizione di irregolare ai fini del soggiorno in Italia, l'uomo è stato tratto in arresto e, in ossequio al Decreto “Svuota carceri” del Ministro Severino (Decreto Legge 22 dicembre 2011, n. 211), trattenuto nelle camere di sicurezza della Questura di Terni in attesa del Giudizio Direttissimo.
Tale Decreto Legge ha introdotto, tra l'altro, il divieto di condurre in carcere le persone arrestate per reati non particolarmente gravi, prima della loro presentazione dinanzi al giudice per la convalida dell'arresto e il Giudizio Direttissimo. In questi casi l'arrestato dovrà essere, di norma, custodito dalle forze di polizia, salvo che ciò non sia possibile per mancanza di adeguate strutture o per altri motivi, quali lo stato di salute dell'arrestato o la sua pericolosità. In tali casi, il pubblico ministero dovrà adottare uno specifico provvedimento motivato.
Oggi però, il giudice si è espresso ordinando la custodia cautelare in carcere in considerazione della pericolosita, della condizione di disoccupato dell'uomo e dei suoi precedenti penali, ordinando una condanna a 8 mesi di reclusione.
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