Sono ben poche le novità scaturite dal Consiglio Comunale aperto tenutosi ieri pomeriggio e terminato solo dopo le 20 sulla tristemente nota vicenda del fallimento delle Industrie Minerva. C’ era in parte da aspettarselo data la delicatezza della situazione. Neanche il documento firmato in prima serata all’unanimità dal Consiglio Comunale sembra aggiungere nulla di nuovo. L’assessore regionale Giovannetti ha dapprima sentito i capigruppo e i consiglieri che hanno chiesto la parola: tutti allarmati, preoccupati della situazione. Poi è interveuto, facendo anche qualche passaggio sulle responsabilità che hanno portato al fallimento di una delle più gloriose aziende del territorio. Ma ha anche aggiunto di poter fare poco in questo momento in cui la situazione è totalmente nelle mani del curatore, sotto la supervisione del giudice fallimentare. “Certo il tavolo tecnico resta aperto” ha ricordato Giovannetti “e se è necessario riconvocare tutte le parti sociali lo faremo”. Dai banchi è comunque emersa la denuncia di come l’azienda abbia fin qui lavorato senza rispettare tutta la vigente legislazione in materia di prevenzione e sicurezza. Un male che non riguarderebbe solo la Minerva, ma un po’ tutto il comprensorio che dimostra una scarsa attenzione sulla materia da parte degli enti preposti ai controlli. “Basta affacciarsi per vedere ora, in questo preciso momento, come sul palazzo di fronte vi sono due operai al lavoro sul tetto senza imbracatura” ha affermato il consigliere anneista Giampiero Panfili.
La curiosità ha spinto molti ad affacciarsi dalle finestre del Palazzo municipale facendo l’amara constatazione. Ma torniamo alla I.M.. Tutti i presenti hanno evidenziato la necessità che il Tribunale spinga il piede sull’acceleratore per bandire quanto prima un’asta al fine di far riprendere l’attività della Minerva. Accolta anche la proposta lanciata dal rappresentante di Confindustria di coinvolgere il Prefetto di Perugia “affinchè – ha sottoscritto il Consiglio all’unanimità – divenga parte attiva nella soluzione della vicenda”. Non solo. In modo alquanto singolare i consiglieri hanno anche impegnato il Presidente dell’assemblea affinchè “chieda un incontro della conferenza dei capigruppo con il giudice delegato del tribunale di Spoleto (il dottor Laudenzi, n.d.r.)”. Difficile che questa ipotesi possa venir accolta. L’assessore Giovannetti ha anticipato come saranno necessari almeno due o tre mesi prima di veder pubblicato il bando per l’affitto o la vendita della I.M..Ma a margine della rinione è trapelata la notizia che il curatore fallimentare, il ragionier D’agata, avrebbe intrapreso una azione legale con la quale rivendicare i marchi. La ‘voce’ non trova al momento alcuna conferma ufficiale, anzi nella ridda di notizie che da settimane circolano intorno alla Minerva potrebbe trattarsi dell’ennesima “polpetta avvelenata”. Di certo la fonte è autorevole, ma non basta questo a renderla veritiera. Forse potrà essere lo stesso curatore a chiarirla. Il fatto interesserebbe anche il duo Gervasi-Cassoli che alla Camera di Commercio di Milano come al Ministero dell’Industria risultano ancora i legittimi detentori dei marchi dell’ex I.M..