(Car.Cer.) – Facebook ha finalmente chiuso quello che è stato ribattezzato il “profilo della vergogna”, quello immesso in rete, probabilmente in buona fede, per ricordare il piccolo Jacopo Riganelli, morto nell’auto del papà a Pissignano sul Trasimeno, e bersagliato da alcuni troll con frasi e foto offensive all’indirizzo della povera vittima e dei suoi genitori. Il social network ha finalmente accolto la richiesta della Polizia postale di Perugia, diretta dal vicequestore Lillini, che già da venerdì scorso aveva intimato di rimuovere la pagina incriminata. Gli agenti perugini hanno già ‘tracciato’ i troll, la cui posizione è ora al vaglio del pm che potrebbe imputare loro anche gravi reati.
Non è invece ancora stata chiusa un’altra pagina choc (“Brava zia Cosima: Sara era solo una…”) che già dal titolo risulta altamente lesiva del decoro della piccola Sarah Scazzi e dei suoi famigliari. La polizia postale di Taranto – in contatto con i colleghi di Perugia con i quali si scambiano le informazioni circa gli autori dei post – avrebbe anche in questo caso aperto una indagine e chiesto a Facebook la rimozione della pagina.
Il popolare social network dimostra ancora una volta la propria lentezza nel rimuovere profili a dir poco inaccettabili. Se Google, Youtube ed altri hanno aperto degli uffici in tutti i Continenti e persino nei singoli Stati (come in Italia dove è attivo uno studio legale che ‘filtra’ le richieste dell’autorità giudiziaria e degli utenti, accelerando così gli interventi), Facebook rimane ‘chiuso’ nei confini patrii, gli States, dove la legislazione è più permissiva rispetto a quella di altri Paesi.
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