Botta e risposta tra Stefania Filipponi di Impegno Civile e Nando Mismetti, sindaco di Foligno. Non si è fatta attendere la risposta del sindaco all’esponente dell’opposizione che nei giorni scorsi aveva duramente criticato la politica dell’amministrazione comunale sui servizi gestiti dalla Fils.
Chi è la F.I.L.S.
Prima di addentrarci nella polemica, occorre riportare i tratti fondamentali e le linee guida presenti sul sito internet della società. La F.I.L.S. S.p.A. è partecipata al 100% dal Comune di Foligno, svolge servizi pubblici comunali affidati esclusivamente dallo stesso ente. Questi servizi vengono affidati “in house providing”, cioè direttamente, senza ricorrere alle tradizionali procedure di evidenza pubblica per l'assegnazione degli appalti pubblici, in quanto il Comune, essendo unico azionista e proprietario esclusivo della Società, esercita sull'azienda pubblica un controllo analogo a quello che ha sulla sua struttura comunale. La società in questi anni ha effettuato una mole considerevole di investimenti in strutture, macchinari e professionalità, che le consente oggi di assolvere a quasi tutti i compiti assegnati, direttamente con propri mezzi, rappresentando un patrimonio non solo aziendale ed del comune, ma dell'intera città di Foligno.
La società può svolgere le seguenti attività, elencate nello statuto societario a titolo esemplificativo e non esaustivo, come segue:
– gestione di servizi manutentivi e tecnici del Comune;
– manutenzione delle aree e dei manufatti all'interno dei campi containers e dei villaggi di emergenza;
– servizi di facchinaggio e traslochi;
– gestione magazzino comunale e custodia archivio;
– gestione servizi igienici pubblici;
– assunzione ed esercizio della liquidazione, accertamento e riscossione imposte, tasse e tributi in genere; delle entrate patrimoniali di Enti Pubblici in genere.
La polemica della Filipponi
“Stefano Mattioli, presidente della FILS spa, si dice preoccupato per il bilancio della società che, nel 2012, potrebbe chiudere in perdita di circa 8 mila euro, mentre per il 2011 ha avuto un utile di circa 4 mila” ha affermato la Filipponi, che ha poi spiegato che “in verità a preoccuparsi, e non poco, dovrebbero essere i Folignati, costretti annualmente a “rimpinguare” le casse della partecipata, a fronte di servizi a dir poco scadenti. Prima riflessione: per il “servizio di segnaletica orizzontale” dal 2009 il Comune ha erogato a FILS euro 250 mila annui; per il 2012 il servizio verrà affidato all’esterno, con gara pubblica, ed è previsto un costo di euro 150 mila. Qualcuno dovrebbe spiegare perché l’affidamento in house, invece di determinare un risparmio, ha costituito per i folignati un aggravio di costi. Certo la “segnaletica FILS” si è caratterizzata per le sue “connotazioni artistiche,” ma questo non giustifica un esborso annuo (inutile) di circa 100 mila euro. C’è poi la vicenda del distacco dei dipendenti FILS presso VUS: nel 2011 erano 5 (effettivi 4), costo preventivato di euro 170 mila ( a consuntivo euro 121 mila) per “pulizia caditoie”; per il 2012 le unità lavorative aumentano a 8,costo euro 230 mila. La “scusa” è l’affidamento a VUS di ulteriori servizi quali lo spazzamento delle frazioni. Ebbene i cosiddetti servizi aggiuntivi (pulizia delle caditoie e spazzamento delle frazioni) sono di competenza VUS da oltre 8 anni. Infatti il contratto di servizio stipulato nel 2004,che il Direttore Generale ha garantito essere ancora in vigore, seppur aggiornato, prevedeva già tali servizi. La verità è che si sta realizzando una “sorta di gioco delle 3 carte” per cui, per cercare (a quanto sembra inutilmente) di pareggiare i bilanci FILS si attribuiscono a VUS servizi già di sua spettanza, per far pagare ai cittadini, con le “bollette” TIA, il costo di quel personale. Infine la farsa della vendita/ non vendita dell’immobile di Via IV Novembre (di proprietà Comune/FILS) che, Sindaco e Direttore Generale hanno sostenuto, dal 2010 e contrariamente al vero, essere stato venduto a VUS. Invece se non si trova, per il 2012, un compratore (parole del Presidente FILS), bisognerà procedere alla ricapitalizzazione della società: ovvero altri soldi dei cittadini. L’Amministrazione deve fornire spiegazioni alla città di come vengono utilizzati i soldi pubblici”.
La replica di Mismetti
Non sono rimaste inascoltate le parole della Filipponi, a cui in queste ore ha replicato, punto per punto, Nando Mismetti, sindaco di Foligno. “Capisco che il consigliere Filipponi sperava di veder fallire la Fils, ma così non è stato e ora si diletta, dunque, a fare una ciclica e strumentale opera di disinformazione sulla situazione della società, che non corrisponde assolutamente al vero.
Per quanto riguarda il servizio di segnaletica orizzontale voglio precisare che la riduzione delle spese è dovuta alla scelta di diminuire la programmazione di questo tipo di lavori per potenziare, invece, di più la cura del verde e la pulizia delle aree di competenza della Fils.
In merito ai rapporti tra Vus e Fils, sono costretto per l’ennesima volta, a ribadire chiarimenti già dati in tutte le sedi possibili: fino al 2010 la pulizia delle caditoie e dell’area industriale della Paciana erano in carico al Comune e dunque non comprese tra i servizi pagati alla Vus con la tariffa; dal 2011 tali attività sono state, invece, affidate alla Vus per avere un interlocutore unico nella gestione della pulizia della città e far così funzionare meglio il servizio e, in questo caso, i costi sono compresi nelle bollette della Tia. Non è, dunque, affatto vero che i cittadini hanno pagato due volte, perché prima il costo era coperto con la fiscalità generale del Comune e oggi con la tariffa di igiene ambientale.
Inoltre, per quanto riguarda il costo dello spazzamento delle frazioni, voglio sottolineare che, da anni, non ha subito variazioni, ma è quello previsto e contrattualizzato con la Vus: la collaborazione tra quest’ultima e la Fils consente semplicemente di mettere in sinergia il personale, con una riduzione complessiva dei costi.
Infine non c’è nessuna ‘farsa’ sulla vendita della sede della Vus, ma solo l’ennesimo polverone sollevato dal consigliere Filipponi, alla quale suggerisco di documentarsi meglio. Gli atti sono chiari da tempo: il Comune ha deliberato la vendita dell’immobile in questione e la Vus il suo acquisto, poi l’operazione non è andata a buon fine perché l’azienda non ha ottenuto la concessione del necessario mutuo dagli istituti di credito. A questo punto si procederà, dunque, a vendere l’immobile con una gara di evidenza pubblica. Non capisco davvero quale sia il problema che la Filipponi pone”.