Gubbio e Gualdo

Ex Tagina, Saxa Gres presenta piano di rilancio | Forno riparte da metà 2024 e arriva nuovo socio

È stato presentato oggi (17 gennaio) al Ministero delle Imprese e del Made in Italy il piano di rilancio del gruppo Saxa Gres di Anagni, la società che ha rilevato la ex Tagina di Gualdo Tadino, da oltre un anno con 110 dipendenti in cassa integrazione.

Al tavolo erano presenti l’azionista di riferimento Francesco Borgomeo, la sottosegretaria Fausta Bergamotto, gli assessori regionali umbro e laziale all’Industria, Michele Fioroni e Roberta Angelilli, e i rappresentanti di sindacati e Unindustria.

Il piano illustrato al Mimit prevede entro 90 giorni l’ingresso di un nuovo socio investitore che supporterà il rilancio del gruppo. Borgomeo ha ripercorso la conversione all’economia circolare di tre stabilimenti: la ex Marazzi di Anagni (ora Saxa Gres), la ex Ideal Standard di Roccasecca (ora Grestone) e la ex Tagina di Gualdo Tadino (ora Saxa Gualdo).

“Tre fabbriche – ha spiegato – che erano chiuse e a cui si è data una nuova mission industriale, portandole a produrre pavimentazioni da esterno con innovativi processi produttivi di economia circolare. A rallentare il progetto sono stati Covid e speculazione sul gas ma non abbiamo mollato né perso un solo posto di lavoro. Sono stati investiti negli anni oltre 130 milioni di capitali privati, a fronte di 3 milioni di finanziamenti pubblici a fondo perduto”.

Lo stabilimento di Gualdo Tadino vedrà ripartire il suo forno a partire da metà 2024. Il piano prevede inoltre un’espansione commerciale all’estero con l’acquisizione di reti commerciali in America e Germania e infine è stata fissata anche la conclusione dell’iter del biodigestore di Gualdo Tadino, con un investimento di circa 70 milioni.

“Si tratta – ha detto l’assessore Fioronidi un passo importante, che dimostra come la questione debba essere affrontata a livello nazionale. La Regione Umbria continuerà ad essere parte attiva del confronto in corso, con realismo e serietà, sempre a tutela dei livelli occupazionali e della tenuta industriale di un territorio da troppi anni martoriato da crisi produttiva”.