Si è tenuto ieri pomeriggio (6 marzo) il Consiglio comunale aperto di Gualdo Tadino sulla situazione dell’ex Tagina, oggi Saxa Gualdo, che vede i suoi 120 lavoratori in cassa integrazione (in scadenza il prossimo 12 marzo) dallo scorso autunno, a causa dell’esorbitante aumento del prezzo del gas.
Il presidente del gruppo Saxa (che ha altri due stabilimenti oltre a quello gualdese, a Roccasecca e Anagni) Francesco Borgomeo ha annunciato l’intenzione ferma di proseguire, “non mollo di un centimetro”, partendo dalla richiesta al Ministero di proroga della cassa integrazione (“per cessazione”) di altri 12 mesi.
“L’obiettivo è quello di riprendere la produzione prima possibile perché – ha spiegato Borgomeo – l’azienda, su cui sono stati investiti 35 milioni (senza prendere un euro di risorse pubbliche) è sana e ha tantissimi clienti. Il problema rimane il caro energia, arrivato come una tempesta, con i costi aumentati fino al 1500%: nel 2021 il gas costava 22 centesimi al metro cubo nell’estate del 2022 è arrivato 3 euro e 30″.
E’ emerso inoltre che i fornitori di gas, sebbene oggi il costo sia tornato a “soli” 60 centesimi al metro cubo, per ripartire chiedono a Saxa 2 milioni di euro di deposito più 2 mensilità anticipate (altri 2 milioni), “una richiesta da cui nessuna azienda potrebbe uscire viva”. Da qui nasce la decisione di chiedere il sostegno di Invitalia – Agenzia governativa per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa – tramite l’accesso di Saxa al ‘Fondo di Salvaguardia’, che serve per aiutare le aziende in crisi. “Abbiamo chiesto a gennaio l’intervento di Invitalia perché entri nel capitale di Saxa, mettere in sicurezza il gruppo e poi, finalmente, ripartire. Il sistema Paese deve ora fare la sua parte, l’impegno è serio e concreto e tra maggio e giugno la manovra dovrebbe già essere completata”.
Intanto, prima che la cassa integrazione scada (entro il prossimo 12 marzo), il sindaco Massimiliano Presciutti ha ribadito la necessità di istituzionalizzare questa vicenda e quindi “aprire immediatamente un tavolo di crisi in Regione per un confronto tra tutte le parti in causa. A noi interessa la ripresa dell’attività produttiva e quindi che i lavoratori possano tornare al loro posto”. Al Consiglio erano presenti anche il vicepresidente della giunta regionale Roberto Morroni, il segretario generale Filctem Cgil Perugia Euro Angeli e Simone Sassone di Femca Cisl Umbria