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Ex Spoleto-Norcia, arrivano 3 milioni dai fondi Umbria del POR FESR 2014-2020

Tre milioni di euro, provenienti dai fondi per l ’Umbria del POR FESR 2014-2020, sono stati destinati dalla Giunta regionale, su proposta dell’assessore all’ambiente Fernanda Cecchini, a finanziare il progetto di recupero del tratto da Casale Volpetti a Serravalle di Norcia, che utilizza l’ex tracciato ferroviario Spoleto-Norcia, per il transito pedonale ciclabile e a cavallo. Beneficiario del finanziamento è l’Agenzia Forestale Regionale che provvederà a verificare il tracciato e a redigere il progetto dell’intervento.

“L’Umbria – ha affermato l’assessore Cecchini – si contraddistingue per la presenza di un patrimonio naturalistico di particolare pregio, la cui componente più sensibile è costituita dalla rete dei siti Natura 2000, dalle Aree Protette Regionali e dalle aree di rilevanza funzionale della Rete Ecologica Regionale (RERU). La localizzazione delle aree di elevato valore naturale prevale nelle aree interne che spesso coincidono con quelle nelle quali si sono avute le maggiori ripercussioni negative a causa del sisma del 2016.

L’azione prevista dal POR FESR “Interventi per la tutela e la valorizzazione di aree di attrazione naturale di rilevanza strategica (aree protette in ambito terrestre e marino, paesaggi tutelati) si pone proprio l’obiettivo di finanziare interventi per lo sviluppo turistico sostenibile contribuendo ad incrementare il tasso di turisticità nelle aree di pregio ambientale”.

La dotazione prevista di 3 milioni di euro è stata così destinata interamente al finanziamento   dell’Ex ferrovia Spoleto Norcia per il “Recupero del tratto da Casale Volpetti a Serravalle di Norcia per il transito pedonale ciclabile e a cavallo che prevede il completamento dell’ultimo tratto di circa 7 km, tra le località Casale Volpetti e Serravalle di Norcia nei comuni di Cerreto di Spoleto e Norcia. Questa interruzione infatti costituisce attualmente un vero e proprio ostacolo alla fruizione della ciclovia.

Nei tratti in cui la sede dell’ex-ferrovia non è più presente occorrerà provvedere alla realizzazione ex novo del tracciato, anche attraverso l’acquisizione di aree private o tramite accordi con ANAS, attuale proprietario sia del sedime ferroviario che delle fasce pertinenziali stradali.

“Nell’attuazione dell’intervento – ha spiegato l’assessore – dovranno essere affrontate alcune criticità progettuali dovute alla mancanza sei ponti sul fiume Corno in un aree particolarmente sensibili sia paesaggisticamente che per le risorse naturalistiche vegetazionali presenti, per interventi di messa in  sicurezza dei versanti caratterizzati da instabilità geomorfologica e per il consolidamento delle gallerie naturali, che pur conservandosi ancora in buono stato necessitano di consolidamento delle volte e delle spalle e il miglioramento della transitabilità, con impianti di illuminazione e altri presidi per la sicurezza dei fruitori.  Il tratto in questione di soli 7,5 km, per il quale nel tempo non è stato messo in atto alcun intervento di recupero, rappresenta una netta soluzione di continuità per un intero itinerario ciclabile a facile percorribilità di oltre 100 km (ex ferrovia più ciclovia Spoleto-Assisi). Data la morfologia aspra dei luoghi (gole di Biselli e Nortosce), non esistono alternative praticabili, e tantomeno è possibile il transito in sicurezza sulla strada statale.

La ex ferrovia – ha proseguito Cecchini – fa parte di sistema più ampio, costituito dalla ciclovia Spoleto-Assisi, insieme alla quale ha vinto l’importante riconoscimento di miglior ciclovia d’Italia dell’Italian Green Road Award 2015.

Tale asse collegherà la città di San Francesco con quella di San Benedetto mettendo in connessione tre Aree Naturali Protette: il Parco regionale del Monte Subasio, Il Parco regionale del Fiume Nera e il Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Trova inoltre sinergia con la costruenda ciclovia del fiume Nera, che lo collegherà alla ciclovia nei pressi di Otricoli, e con la ciclovia del Tevere presso Perugia.

Si andrà così a consolidare un sistema ciclabile dell’Appennino – ha concluso l’assessore Cecchini -, che assume un ruolo strategico per lo sviluppo turistico delle aree terremotate andando a intercettare il mercato più sensibile alle tematiche ambientali quello del cicloturismo, dell’ippoturismo e delle altre forme di mobilità lenta sostenibile”.