Ristrutturato dopo il terremoto del 1997, per l’ex seminario di Spoleto è stata finalmente trovata una destinazione d’uso. Sarà infatti la nuova sede degli uffici dell’Archidiocesi di Spoleto – Norcia.
La notizia è arrivata durante il tradizionale incontro che l’arcivescovo Renato Boccardo tiene con i giornalisti in occasione del loro patrono, San Francesco di Sales. Un consueto appuntamento (questa volta online) durante il quale viene fatto il punto su varie questioni relative alla Diocesi.
Vari i temi trattati: i lavori in corso su più fronti, anche all’interno del Duomo, le implicazioni della pandemia da Covid-19 su società civile, politica e messe, alcuni appuntamenti in programma.
La struttura di via del Seminario, dunque, finalmente riaprirà. E non ospiterà scuole, come più volte ipotizzato nel corso degli ultimi anni, ma gli uffici diocesani. Per il completamento dell’ex seminario, infatti, erano stati stanziati un anno fa 2,8 milioni di euro da parte della Regione Umbria grazie ad economie sui fondi della ricostruzione post terremoto del 1997. Ora la Diocesi ha deciso che all’interno saranno trasferiti gli uffici attualmente presenti in via Saffi ma anche ad esempio nella canonica di San Pietro. Vale a dire pure l’istituto per il sostentamento del clero el’archivio e la biblioteca diocesani. Sarà poi realizzata una sala conferenze da 150 posti, “a disposizione anche della città“.
Attualmente è stato predisposto il progetto preliminare ed entro l’estate si conta di concludere quello esecutivo e chiedere i permessi a Comune e Soprintendenza. Difficile però tracciare un cronoprogramma preciso sul trasferimento dell’arcivescovado negli spazi dell’ex seminario.
Una volta spostati gli uffici, nell’attuale sede dell’arcivescovado si pensa di ampliare il museo diocesano.
Negli spazi di via Saffi verranno inoltre esposte provvisoriamente le opere ferite dal sisma e custodite a Santo Chiodo. “Sarà una situazione temporanea: queste opere – precisa l’arcivescovo – torneranno nella loro sede originaria. In questo modo però le renderemo nuovamente fruibili in attesa che le chiese da dove provengono vengano restaurate. Non appena possibile ritorneranno nei luoghi di provenienza“.
Sono invece già in corso alcuni interventi all’interno della cattedrale cittadina. In particolare, si sta effettuando il restauro dell’affresco del Pinturicchio (al secolo Bernardino di Betto), all’interno della cappella di San Leonardo. Si tratta della “Madonna e santi” risalente al 1497. Grazie ad un finanziamento del ministero per i Beni e le Attività Culturali (a cui si sono aggiunti fondi anche della Fondazione Carispo) si stanno eliminando muffe e funghi dall’affresco, problema antico e ricorrente nel tempo, al centro già di altri interventi.
La ditta MA.CO.RÉ. di Roma sta procedendo all’estrazione dei sali più superficiali, alla disinfezione dell’affresco dai vari agenti (in particolare funghi e muffe), alla pulitura della pellicola e all’integrazione pittorica del tutto. Sarà poi necessario mantenere nella cappella lo stesso microclima tutto l’anno, applicando anche una ventola ad una finestra per far circolare l’aria. C’è comunque il rischio che il problema si ripresenti nuovamente in futuro. L’intervento ha un costo di poco meno di 20mila euro e sarà concluso entro un paio di settimane.
Altri lavori che partiranno a breve (sono stati appaltati il 18 gennaio) sono quelli di rifacimento del pavimento della navata centrale, a partire dall’area nei pressi dell’altare. Anche in questo caso il finanziamento è del Mibact. Il primo stralcio ha un importo di 44mila euro. Il progetto prevede l’analisi dei materiali presenti nella variegata composizione di quest’area della pavimentazione. Si prevede una pulitura generale della pavimentazione, saranno rimosse le stuccature incoerenti realizzate con interventi precedenti, saranno consolidate le tessere a rischio distacco e poi saranno colmate le lacune in modo differente in base allo stato di degrado.
Incalzato sull’omelia in occasione della festa di San Ponziano, a cui il giorno seguente è seguita la presentazione della mozione di sfiducia al sindaco, l’arcivescovo Boccardo ribadisce il suo appello alla politica, indirizzato però anche a tutti coloro che hanno un ruolo pubblico.
“In un momento di grave crisi e di grave incertezza, come quello che stiamo vivendo, – dice il presule – mi aspetto, da chi ha ruolo pubblico, un supplemento di generosità e buona volontà. Il bene della città e delle famiglie passa davanti al progetto politico, agli interessi di parti, di fazioni. Faccio appello che tutti abbiano questo supplemento di senso di responsabilità: è ora di lasciar da parte l’affermazione del proprio partito e dire cosa possiamo fare insieme e non uno contro l’altro. Siamo in un limbo, non sappiamo dove possiamo andare. Il Vangelo dice che un regno diviso in se stesso non produce nulla, questo si può applicare a qualunque struttura pubblica. Se non c’è unità c’è la dispersione, che non è mai generatrice di vita”.
Capitolo a parte merita la questione di una riduzione delle messe, avvenuta ormai da qualche anno ed ancor più in questo periodo di emergenza per il Covid-19. I cambiamenti di parroci avvenuti negli ultimi mesi hanno infatti provocato qualche malumore tra i fedeli, come in realtà avviene sempre in occasione di variazioni.
L’Archidiocesi deve fare i conti da tempo ormai con la riduzione del numero dei sacerdoti, ma anche dei fedeli. “Non si può pretendere – sottolinea monsignor Boccardo – che 2 preti facciano quello che prima si faceva in 4. Non si può pretendere di avere la messa sotto casa, all’orario che ci fa comodo, per avere celebrazioni con poche persone: manca anche chi anima l’assemblea. Meglio avere qualche messa ben celebrata, ‘nutriente’, piuttosto che moltiplicare le messe. Questo richiede una conversione, un cambiamento di mentalità. Se in cattedrale c’è una messa tutti i giorni, perché ce ne deve essere un’altra a 50 metri? Bisogna concentrare per avere delle comunità vive. Questo vale per tutta la diocesi: è finita l’epoca in cui si poteva assicurare le messe in tutti i luoghi e in tutti gli orari. La vita cristiana ricordo che non consiste unicamente nella messa, ci sono altri modi per trovarsi insieme, la messa è il momento più alto ma non c’è soltanto questo”.
Ma il vescovo rassicura anche sulla conformazione delle parrocchie: non è previsto alcun accorpamento.