Cassa integrazione straordinaria ancora bloccata, stipendi al palo e ripresa della produzione che resta un miraggio. Esplode la rabbia dei lavoratori Ims e Isotta Fraschini di Spoleto che si dicono pronti ad iniziative clamorose come occupare il comune o gli uffici dell’Inps. Una delegazione oggi ha chiesto udienza al sindaco Cardarelli per capire se quanto recentemente promesso dalle istituzioni locali e ragionali sia realizzabile in tempi brevi o se si tratti dell’ennesima promessa non mantenuta.
Stipendi fermi – “D’altronde qui non si tratta più di recuperare stipendi arretrati, ormai è una questione di sopravvivenza”, dicono gli operai con l’ostinazione di chi sta lottando per i propri diritti ma si vede rimbalzare da un muro di gomma ogni tentativo per migliorare la situazione. Lo sblocco della cassa integrazione in deroga di maggio, fanno sapere, è poca cosa in confronto ha chi negli ultimi mese ha lavorato e maturato il diritto ad uno stipendio pieno, ma dell’anticipazione di cassa da parte della BpS per gli stipendi di aprile, maggio e giugno, ad oggi, non c’è nemmeno l’ombra. Così come nulla è stato comunicato in merito allo sblocco della cassa integrazione straordinaria, firmata l’11 luglio scorso.
Aziende ancora al buio – Tutto tace anche sul fronte della ripresa della produzione, per cui sarebbero necessari nuovi contratti per la fornitura di energia elettrica e metano. I commissari straordinari sono tornati in fabbrica venerdì scorso ma non hanno comunicato passi in avanti da questo punto di vista. E la frustrazione dei lavoratori aumenta vedendo che a Dongo, altro storico stabilimento del Gruppo Casti che negli ultimi mesi sembrava messo molto peggio di quelli spoletini, ci sono evidenti segnali di ripresa: la produzione sarebbe stata infatti riattivata e diversi operai tornati al lavoro.
Nuovo vertice col sindaco – Per questo le tute blu si sono stancate di attendere invano e starebbero pensando a clamorose azioni di protesta. Il sindaco, al solito molto disponibile, li ha ricevuti anche oggi assicurando che farà personalmente delle verifiche presso la BpS e l’Inps per capire cosa ha fatto inceppare l’iter avviato. Ma il tempo comincia davvero a stringere, le famiglie sono ormai sull’orlo della disperazione.
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