Città di Castello

Ex ospedale, Stirati “Casa della Salute e sede unica uffici municipali per valorizzare area”

Si è svolta questa mattina, a Palazzo Cesaroni (Perugia), l’audizione della Prima commissione con il sindaco di Gubbio, Filippo Mario Stirati, in merito al riutilizzo dell’ex ospedale della città.

La struttura, di circa 9mila metri quadrati, verrà utilizzata in parte dalla Asl per realizzare la Casa della Salute, in cui accorpare i servizi sanitari territoriali. La superficie restante dovrebbe essere acquistata dal Comune per realizzare, con un cofinanziamento da parte della Regione Umbria, una sede unica per tutti gli uffici municipali.

Un incontro – ha spiegato il presidente della Prima commissione Andrea Smacchi, – che rientra nella ricognizione sulle vecchie strutture ospedaliere dismesse avviata dalla Commissione con il complesso dismesso di Città di Castello”. Aprendo i lavori (a cui ha partecipato anche il direttore dell’Azienda Usl Umbria 1, Andrea Casciari) Smacchi ha evidenziato che “la struttura settecentesca si estende in un’area molto importante per il tessuto cittadino, tra il centro storico e la nuova urbanizzazione. Il valore della parte dell’immobile che dovrebbe essere acquisito dal Comune, secondo le ultime stime, è di circa 5,3 milioni di euro. Una cifra analoga, che potrebbe essere messa a disposizione dalla Regione in base al protocollo di intesa firmato nel 2015, servirebbe poi per ristrutturarlo ed adeguarlo al nuovo utilizzo”.

Il sindaco Stirati ha sinteticamente illustrato ai consiglieri regionali i contorni di “una vicenda tormentata“:

Per la struttura era stato individuato un piano urbano complesso che poi, per vari motivi, non ha avuto seguito. Ad un certo punto la Regione ha dovuto riprendere le risorse previste per la ristrutturazione, circa 6 milioni di euro. Noi siamo ripartiti con l’obiettivo di individuare obiettivi e progetti chiari prima di chiedere nuovi stanziamenti. Siamo d’accordo sul fatto che circa la metà dell’edificio (dall’ex laboratorio analisi fino all’ex Inam) venga destinato a funzioni sanitarie, con una Casa della salute. Nell’altra parte del palazzo dovrebbero trovare posto tutti gli uffici comunali. L’obiettivo è anche di recuperare la perdita, sociale ed economica, causata dallo spostamento dell’ospedale a Branca. Dobbiamo portare a termine una delle operazioni urbanistiche più importanti intraprese per la nostra città. Nella parte sud della struttura c’è un’area che potrà essere adibita a terminal dei bus, che così potranno essere spostati da Piazza 40 martiri. Il recupero delle risorse analoghe a quanto previsto per l’ex Puc terrà conto dei vincoli urbanistici sull’area. Per il Comune esiste il problema di reperire i 5 milioni di cofinanziamento necessari, che i vincoli della legge di stabilità rendono complesso attivare anche attraverso un mutuo

Andrea Casciari (direttore dell’Azienda Usl Umbria 1) ha poi precisato che “il piano di valorizzazione dell’ex ospedale, che appartiene al patrimonio della Asl, prevede due aree: la casa della salute (circa 4mila metri quadrati) e uno spazio per gli uffici comunali (circa 5mila mq). La gara per la progettazione della Casa della salute è stata fatta e nel giro di 5 mesi dovremmo poter procedere alla gara per i lavori, che ammonteranno a 3 milioni di euro e potrebbero terminare in un anno e mezzo (verosimilmente entro la fine del 2019). I servizi sanitari territoriali tornerebbero tutti a Piazza 40 martiri, superando anche i contratti di affitto pagati oggi”.

Silvano Rometti (SeR) ha aggiunto: “Il Puc di Gubbio fu finanziato perché il recupero dell’ospedale era un elemento qualificante e prevedeva anche una iniziativa privata orientata alla realizzazione di un hotel. Una ipotesi che poi non si realizzò, portando alla revoca delle risorse assegnate, pur con l’impegno
a renderle nuovamente disponibili”.

Per Claudio Ricci (Rp) “l’ex ospedale di Gubbio rappresenta una emergenza urbanistica di grande rilievo e potrà diventare un modello urbanistico per l’Italia intera, come già avvenuto in passato. Si tratta di un complesso importante in quanto cerniera tra centro storico e zone di nuova espansione. Negli spazi eventualmente superflui, prevedere spazio per hub creativi e associazioni culturali”.

A Gubbio si è dormito per oltre 10 anni, aspettando l’apertura dell’ospedale nuovo a Branca prima di iniziare a pensare al riutilizzo di quello vecchio. – ha detto Valerio Mancini (Lega Nord) – Positiva dunque l’iniziativa del sindaco Stirati ma c’è una responsabilità politica di chi prima di lui ha perso tanto tempo. A Città di Castello si sono persi 20 anni ed ancora la struttura del vecchio nosocomio è abbandonata”.

Questo tipo di problemi si riscontrano anche a Spoleto, Orvieto e Perugia (Monteluce) – ha fatto presente Andrea Liberati (M5S) – Alla creazione di nuove strutture si sono affiancate situazione di inerzia o abbandono delle vecchie strutture. Andrebbe chiarito quali sono i tempi per lo spostamento degli uffici comunali nella struttura di Piazza 40 Martiri. Ed anche come si procederà rispetto alla tutela dell’area archeologica”.

Gianfranco Chiacchieroni (Pd) ha così concluso: “Negli ultimi 15 anni l’Umbria ha sostituito tutti i vecchi ospedali, da Todi a Perugia, da Foligno a Orvieto, con una operazione che altrove avrebbe richiesto mezzo secolo. Dopo la fase di ammodernamento e razionalizzazione ci siamo trovati di fronte ad una crisi verticale del mercato immobiliare, che ha creato problemi a cui la Regione ha fatto fronte, dove possibile, dismettendo gli affitti e trasferendo uffici e servizi nelle vecchie strutture. Ora si stanno predisponendo progetti di recupero di pezzi dei centri storici di grande pregio”.