Presentato il progetto della Casa di comunità con l’assessore regionale alla Sanità Luca Coletto, il sindaco Filippo Stirati e i vertici dell’Azienda Sanitaria | Tre milioni finanziati dalla Regione Umbria e 600mila dalla Asl
Un intervento per 3 milioni e 600mila euro, di cui 3 milioni finanziati dalla Regione dell’Umbria, 600mila dalla Asl, oltre a 140mila euro derivanti dal Pnrr e destinati alla realizzazione di un secondo ascensore.
E’ stato presentato stamattina (14 marzo) in conferenza stampa, a Palazzo Pretorio, il progetto esecutivo per la ristrutturazione e riqualificazione di parte dell’ex ospedale di Gubbio, in piazza 40 Martiri, che ad oggi riguarda 3.500 metri quadrati, ma che, in virtù della sollecitazione del sindaco raccolta dall’assessore regionale alla Sanità Luca Coletto, potrebbe presto essere esteso a tutta la struttura.
Due anni di lavori per la Casa di comunità
La ditta aggiudicatrice del progetto – come hanno spiegato Fabio Pagliaccia, dirigente Attività tecniche Usl Umbria1, e il direttore generale facente funzione Usl Umbria1 Enrico Martelli – è la romana ‘Atlante’, e la consegna formale del cantiere è avvenuta lo scorso 20 febbraio. I lavori si protrarranno per circa 2 anni, con consegna prevista nei primi mesi del 2025. La nuova Casa di comunità permetterà di poter avere i servizi territoriali tutti nello stesso stabile.
“Risanamento di un edificio quasi totalmente dismesso”
“Una conquista importante – ha sottolineato Coletto – anche per la popolazione anziana, spesso in difficoltà nel raggiungere ambulatori e uffici. Con il Piano di valorizzazione della struttura la Regione finanzia con 3 milioni una Casa di comunità che vedrà il risanamento di un edificio quasi totalmente dismesso: si rivalorizza una struttura storica, scelta che permetterà anche di evitare spese e investimenti inutili, come ad esempio quelli degli affitti per ambulatori e uffici oggi dislocati altrove. L’obiettivo è costruire un vero e proprio polo sanitario territoriale, evitando ai cittadini inutili andirivieni a Branca. La compartecipazione di Regione, Asl e Comune – voglio sottolineare l’attenzione del sindaco di Gubbio sulla questione – oggi ci porta a raggiungere un traguardo importante e molto atteso”.
“Sarà riferimento per sanità cittadina”
Stirati, nel ringraziare Coletto, ha sottolineato come “il fallimento del Puc2, precedente al mio mandato, ha comportato che il Comune restituisse alla Regione circa 6 milioni di euro. Noi con molta tenacia abbiamo comunque garantito l’investimento per la Casa di comunità, arrivato a 3,6 milioni, in più abbiamo messo in sicurezza le risorse destinate all’edilizia pubblica, attraverso un’azione di moral suasion che ha fatto sì che un finanziamento di 2,5 milioni venisse destinato all’edilizia pubblica che sorgerà nella zona di via Leonardo Da Vinci, per 12 alloggi complessivi. Ringrazio l’assessore Melasecche, che ha garantito l’adeguamento dei costi con gli aumenti attuali. Ora, dopo aver recuperato le risorse, ci apprestiamo a ridare vita a un luogo che torna ad essere riferimento per la sanità cittadina, nell’auspicio che quanto prima tutto l’ex ospedale possa essere sistemato e valorizzato”.
“Tutti i servizi territoriali vicini”
L’utilizzo, in questi anni, da parte di diversi servizi del territorio di alcune stanze dell’ex ospedale ha fatto sì che la struttura abbia mantenuto una serie di funzionalità, utili per i lavori che stanno per essere intrapresi e che renderanno più agevole l’accesso all’ex ospedale da Viale del Teatro Romano, anche in relazione alla prossima sistemazione della Piazza 40 Martiri.
Come ha spiegato in chiusura di conferenza stampa la dottoressa Paola Tomassoli, direttore del Distretto Sanitario Alto Chiascio, “la Casa di comunità ci permetterà di poter mettere vicini tutti i servizi territoriali: avere riuniti insieme i servizi di salute mentale dell’età evolutiva e dell’età adulta accanto ai servizi sociali e a quelli per le dipendenze vuol dire favorire una grande interazione e integrazione nel rispetto della privacy, permettendoci sia di ottimizzare le risorse sia di occuparci di prevenzione, oggi obiettivo imprescindibile per la medicina territoriale”.