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Ex Ospedale di Città di Castello: “cifre spropositate. Necessari lavori urgenti”

Il consigliere regionale Oliviero Dottorini (capogruppo Idv), giudica “spropositata” la stima del prezzo di vendita dell'ex-ospedale di Città di Castello (4milioni e 750mila euro), fatta dal Comune di Città di Castello e dalla Asl1, e tale da rischiare di mandare deserta l'asta di alienazione, così da perdere “un’altra occasione per restituire alla città un bene di grande valore architettonico, culturale ed affettivo”. Secondo Dottorini “ogni giorno che passa l'immobile perde di valore”.
“Il bando di asta pubblica per l'alienazione dell'ex ospedale di Città di Castello rischia di trasformarsi nell'ennesimo flop e di non trovare alcuno pronto ad investire la cifra di 4milioni e 750mila euro per un edificio che sta cadendo letteralmente a pezzi e che necessita di lavori di consolidamento urgenti e molto onerosi”. Con queste parole il consigliere regionale Oliviero Dottorini (capogruppo Idv) commenta l'atto approvato recentemente dalla Giunta regionale che prevede l'alienazione dell'intero immobile.
“È giusto sottolineare – aggiunge Dottorini – che la stima del prezzo è stata fatta da un collegio peritale composto da tecnici del Comune di Città di Castello e della Asl n.1 e non è invece stata considerata la perizia stimata dall'Agenzia del Territorio che è pari a 3 milioni e 780mila euro e quindi più consona allo scopo che si sta perseguendo. Sicuramente la decisione di dare credito al parere del Comune di Città di Castello e della Asl 1 peserà molto sull'esito dell'asta e sulla buona riuscita dell'alienazione dell'immobile. A nostro avviso, infatti, la stima dell'Amministrazione tifernate è spropositata e rischia di mandare deserta l'asta di alienazione, compromettendo ulteriormente il futuro della struttura che, oltre a non essere mai stata oggetto di alcun serio progetto di recupero a vantaggio della città, ogni giorno che passa si deteriora e perde di valore, lasciando spazio a una inammissibile situazione di degrado, incuria e carenza di manutenzione. In questo contesto tutte le ipotesi di un recupero virtuoso stanno tramontando. E con queste cifre sarà complicato trovare qualche privato pronto ad investire”.
Dottorini aggiunge poi che per l'immobile in questione “purtroppo, unico caso in Umbria, negli anni non risulta alcun progetto o piano di recupero avanzato dal Comune, e sicuramente la Regione ha sbagliato a prendere per buone le stime avanzate dall’Amministrazione tifernate e dalla Asl 1 per l’asta pubblica. Piuttosto la Regione deve tentare di trovare una soluzione a prescindere dalle conclamate mancanze del Comune. Anche perché – sottolinea Dottorini – in questo modo rischiamo che la soluzione si allontani inesorabilmente, aggravata oltre che dall’incapacità amministrativa anche da una crisi economica che scoraggia investimenti e soluzioni positive per la collettività. Adesso conclude Dottorini – non resta che attendere di vedere il bando vero e proprio che la Giunta regionale dovrà approvare in via definitiva, ma già da ora possiamo dire che siamo di fronte al rischio di perdere un’altra occasione per restituire alla città un bene di grande valore architettonico, culturale ed affettivo”.

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