Il Tribunale di Castrovillari, provincia di Cosenza, si è riunito nei giorni scorsi in camera di consiglio per esprimersi sul concordato presentato da Alimentitaliani Srl, dopo l’acquisizione del Gruppo Novelli. Il presidente della Corte, Caterina Chiaravalloti, e i giudici Elvezia Antonella Cordasco e Alessandro Paone, hanno rigettato la documentazione formalizzata dalla controllata dal Gruppo iGreco.
Il piano industriale puntava al rilancio degli asset dell’ex Gruppo Novelli attraverso 4 punti strategici:
1 – Recupero dei contatti commerciali con i vecchi clienti e riorganizzazione della rete commerciale.
2 – Sviluppo di nuovi prodotti legati alla produzione di surgelati, petfood e l’ampliamento dell’offerta del pastorizzato.
3 – Riduzione delle inefficienze produttive e dei tempi di produzione
Il quarto punto era quello più pesante per i lavoratori, visto che (oltre all’internalizzazione dei servizi di logistica, all’esternalizzazione dei servizi amministrativi, alla riduzione dell’incidenza del costo delle materie prime relative alla produzione di pane) riguarda i tagli di personale.
Secondo il concordato erano previsti la chiusura dello stabilimento di Latina; l’entrata in Cigs di 30 dipendenti fino al mese di maggio 2018 con procedure di licenziamento; l’esternalizzazione di ulteriori 27 risorse, a partire da settembre 2018, in una società terza, appartenente sempre al Gruppo iGreco.
C’era poi la partita dei debiti da saldare, che Alimentitaliani aveva suddiviso in 7 classi:
“Il piano proposto dalla società – si legge ancora nella sentenza – è destinato ad essere attuato in un arco temporale di 22 anni, un termine eccessivamente lungo sia rispetto alle norme che rispetto all’effettiva attendibilità del giudizio di realizzazione del programma che difetta anche sul non corretto utilizzo dei criteri di formazione delle diverse classi di creditori secondo le previsioni di legge e che il trattamento stabilito altera l’ordine delle cause legittime di prelazione”.
In sostanza, il parere negativo del Tribunale calabrese apre lo scenario del fallimento, dopo quello già decretato dal Tribunale fallimentare di Terni per il Gruppo Novelli. A ottobre è già stata fissata la data per l’udienza che avvierà l’iter presso il Tribunale Fallimentare.
Sindacati e politica si sono subito attivati e, nella giornata di ieri, i parlamentari del Pd, Gianluca Rossi e Marina Sereni, hanno reso noto che il viceministro Teresa Bellenova è stata contattata e ha promesso al più presto un incontro al Mise per cercare di intervenire su una situazione che ormai sembra irreversibilmente compromessa.
Gli allarmi già da tempo lanciati , purtroppo in solitaria, da parte degli eredi del defunto Luigi Novelli , rispetto alla conduzione della vicenda Novelli, sembrano malauguratamente trovare conferma nel provvedimento del Tribunale di Castrovillari che ha rigettato il piano di concordato proposto da Alimentitaliani srl ed ha contestualmente aperto la procedura di fallimento.
In sintesi la vicenda può essere così sintetizzata. Si è consentito che un soggetto sconosciuto ai più acquisisse tutto il Gruppo Novelli al prezzo di un euro a fronte dell’impegno di mantenere i livelli occupazionali e farsi carico dei debiti. Il risultato ottenuto è stato quello di far fallire di lì a poco il Gruppo Novelli srl poichè il piano di concordato a suo tempo approvato non è stato in alcun modo rispettato , mettere in atto tutta una serie di licenziamenti, consentire che il nuovo proprietario in questo periodo disponesse di beni e crediti del Gruppo continuando peraltro a non pagare alcun creditore se è vero che, come risulta dal decreto del Tribunale di Castrovillari, pendevano già istanze di fallimento nei confronti di Alimentitaliani.
Quello che risulterebbe quasi comico, se non fosse per la eccezionale gravità della situazione che si è venuta a creare, è che nel nuovo piano di concordato proposto all’indomani dell’acquisizione del Gruppo Novelli, il nuovo acquirente illustrava come buona pratica per giungere al risanamento dell’azienda esattamente il contrario di quello che era stato proposto nel precedente piano di concordato. Da una parte si chiedeva infatti di dismettere asset non strategici e di incorporare le società agricole nel Gruppo Novelli, dall’altra si è subito scorporato le società agricole dal patrimonio dell’azienda acquistata e si è chiesto di rafforzare asset che dovevano essere dismessi.
Di fatto la gestione del Gruppo Novelli ha sin qui portato all’aggravamento delle sue condizioni debitorie senza che si sia mai prospettato , nonostante il tempo trascorso, alcun serio scenario di uscita dalla crisi.
Ci domandiamo come possa essere stato possibile che una simile situazione si sia creata e mantenuta nonostante il costante controllo esercitato dal MISE nelle varie fasi della vicenda.
Avv. Antonio Cappelletti
(Modificato h 11,34 del 30 settembre)