Economia & Lavoro

Ex Novelli, marchio Ovito va a gruppo Eurovo | Nessuna offerta per ramo panificio

Nessuna offerta per i due bandi relativi al ramo panificio, nonostante l’idea di costituire una cooperativa di dipendenti ad Amelia, mentre arriva l’aggiudicazione dell’affitto di ramo d’azienda per le altre tre attività oggetto di altrettanti bandi: pet food, mangimificio e uova. Sono i provvedimenti del Tribunale di Castrovillari dopo la cosiddetta associazione delle offerte relative alle aziende ex Gruppo Novelli.

L’esito della gara per la concessione in affitto delle attività finite in mano ad Alimentitaliani (fallita a dicembre 2017) – tranne le aziende agricole Fattorie, Bioagricola e Cantine, al centro di 3 sequestri sovrapposti – è stato reso noto ieri dai curatori fallimentari Fernando Caldiero e Giorgio Meo alle organizzazioni sindacali. In vista dell’atteso incontro già convocato per domani al ministero dello Sviluppo economico, dopo il tavolo dei giorni scorsi.

Aggiudicati rami uova e pet food, nessuno vuole il pane

Secondo quanto comunicato dai due curatori fallimentari di Alimentitaliani, il ramo d’azienda pet food (negli ultimi anni inattivo) è stato aggiudicato alla Salmontrutta srlal canone mensile di euro 9.000,00 e con assunzione di 6 lavoratori costituenti l’intera forza lavoro del medesimo ramo“. L’importo indicato alla base del bando era di 8.500 euro.

Quanto al ramo uova, il mangimificio se lo aggiudica la Fattorie dell’Umbria srl, ad un canone mensile di 5.000 euro e con l’assunzione di 2 dipendenti (la base di gara era di 2.300 euro). La stessa azienda, con sede legale nel ravennate, (si tratterebbe, secondo quanto trapela da fonti sindacali, di una newco afferente al gruppo Eurovo di Rovigo, quello del noto marchio “Le naturelle”) prende in affitto pure il pastorizzatore, con 47 dipendenti ed un canone mensile di 58.650 euro, ben superiore ai 15.300 euro indicati nel bando, aggiudicandosi così il marchio Ovito, tra i più noti a livello italiano. Rimangono fuori dalla nuova gestione ovviamente, almeno per ora, le Fattorie Novelli, la cui proprietà al momento rimane del gruppo iGreco anche se al centro di un’azione revocatoria e di un triplice sequestro.

Deserte, invece, le procedure competitive per l’affitto del ramo “pane” ed “essiccatoio”. In bilico ci sono quindi oltre 90 lavoratori tra Amelia e Terni ed il marchio Interpan. Per rilevare lo stabilimento amerino, tra l’altro, si era fatta strada l’ipotesi di una cooperativa di dipendenti, ipotesi evidentemente poi naufragata.

Sindacati preoccupati, situazione Fattorie nel mirino

Si dicono preoccupate in una nota le organizzazioni sindacali di categoria Fai Flai e Uila: “Abbiamo appreso in una nota della curatela Alimentitaliani, il responso dei bandi, attendiamo l’incontro del Mise del 2 agosto per fare chiarezza sul percorso e sui relativi piani industriali e sulla salvaguardia dei livelli occupazionali, esprimono preoccupazione e cautela in quanto peraltro il pane ed essiccatoio sono andati deserti e rimane un punto interrogativo sulla vicenda Fattorie. Il 2 sarà fondamentale avere maggiori dettagli al fine di tutelare l’occupazione e la continuità aziendale. Confidiamo inoltre nelle istituzioni a tutti i livelli”.

Proprio sul fronte delle Fattorie Novelli, attualmente gestite dall’avvocato Ugo Celestino (amministratore e custode giudiziario anche di Bioagricola e Cantine Novelli su nomina del tribunale di Castrovillari), quest’ultimo durante il recente incontro al Mise aveva spiegato che, al fine di preservare la continuità produttiva, è stato stipulato un accordo di fornitura stabile per tutta la durata dell’affitto di ramo d’azienda tra appunto le Fattorie ed Alimentitaliani. Stando a quanto emerso sempre a Roma, l’azienda al momento è gravata da un debito di circa 60 milioni di euro e necessita di un accordo di ristrutturazione del debito che dovrà essere da un piano industriale di investimenti per una necessaria riconversione industriale.

Lucidi (M5s): “Rimangono molte questioni aperte”

Sugli sviluppi delle ultime ore interviene il senatore umbro del Movimento 5 stelle Stefano Lucidi. Di seguito la sua nota integrale.

“Era il lontano 21 dicembre 2016 quando presso il Ministero dello Sviluppo Economico, durante un tavolo di crisi per la allora azienda “Novelli” qualcuno, verbali di riunione alla mano pronunciò le seguenti parole chiedendo: ‘al CdA di esercitare i suoi poteri ordinari e straordinari e di compiere tutte le azioni necessarie a preservare la continuità delle attività aziendali, indipendentemente dalle sorti della società’. Una frase inequivocabile che deve essere riletta oggi in base a quanto accaduto in questi due anni e mezzo. Perché intanto le sorti della società sono ben definite giuridicamente: sia Novelli che Alimentitaliani sono state dichiarate FALLITE e con esse la fiducia verso i rappresentanti politici che sedevano a quel tavolo. Oggi possiamo dire che non si doveva prescindere affatto dalle sorti della società, e dalla continuità delle attività aziendali.

Come comunicato nel corso dell’ultima riunione al Mise il 27 luglio sono state aperte e consegnate le buste con le offerte pervenute e il 31 luglio sono stati associati dalla curatela di Alimentitaliani i nomi alle offerte selezionate, e infatti si apprende da una nota dei curatori, ripresa poi da un comunicato dei sindacati che solo 3 dei rami d’azienda saranno affittati e cioè Petfood, mangimificio e pastorizzatore mentre sono andati deserti i rami pane ed essiccatoio. Restano appesi dunque ad un futuro incerto tutto il ramo pane (Amelia e Terni) e la parte agricola di Spoleto, priva di pastorizzatore e di marchi.

Molte allora saranno le questioni aperte per il prossimo 2 agosto sempre al MISE, dove speriamo sarà chiarito il futuro della gran parte di azienda che resta appesa ad un filo. Criteri di selezione sulle offerte arrivate, garanzie offerte dai locatari selezionati, descrizione delle società locatarie, continuità aziendale, livelli occupazionali, integrità delle filiere pane e uova, mantenimento di marchi e controllo del mercato in Umbria, nella speranza che si possa davvero tornare a parlare in senso positivo di questa azienda … a prescindere dalle sorti dei politici umbri che le sono ruotati intorno!”.