I lavoratori sono praticamente disperati da una situazione di totale incertezza, mentre le istituzioni finalmente si muovono. Si terrà infatti martedì 24 luglio, presso il ministero dello Sviluppo economico, l’atteso tavolo richiesto da Regione e sindacati per parlare di Alimentitaliani e di quel che un tempo era il Gruppo Novelli. Una vertenza che probabilmente è tra le più complicate in Italia, con due fallimenti dichiarati, almeno un’inchiesta giudiziaria, vari procedimenti civili, due Tribunali coinvolti (Terni e Castrovillari) e tre aziende oggetto tutte di ben 3 sequestri sovrapposti.
Alla riunione sono stati convocati i rappresentanti di Regione Umbria, Lazio e Lombardia, i curatori fallimentari di Alimentitaliani (Fernando Caldiero e Giorgio Meo) e le segreterie nazionali di Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil. La convocazione porta la firma del responsabile della Struttura per la crisi di impresa, Giampietro Castano, che conosce bene la vicenda avendo seguito la cessione del Gruppo Novelli ad Alimentitaliani, con quest’ultima fallita appena un anno dopo.
Così, mentre finalmente un incontro al Mise è stato convocato (anche se a soli 3 giorni dalla scadenza dei bandi per l’affitto di ramo d’azienda che riguardano i rami uova, panificio e pet food del gruppo agroalimentare umbro) i lavoratori lanciano appelli su più fronti. C’è chi si rivolge al ministro Luigi Di Maio, affinché partecipi in prima persona all’incontro previsto tra due settimane, e chi invece si appella a istituzioni locali, al vescovo ed anche a giornalisti nazionali.
In questo lungo anno la vertenza Alimentitaliani ha visto dei licenziamenti collettivi nelle varie sedi, da Latina alla provincia di Terni (dove al momento, grazie allo strumento dell’area di crisi complessa, una quarantina di lavoratori sono in cassa integrazione dopo aver scioperato contro la gestione del gruppo iGreco nella primavera dell’anno scorso), passando per Spoleto, dove 6 impiegati erano finiti forzatamente a casa, tra cui marito e moglie.
Proprio da Spoleto è partita un’accorata lettera al giornalista Massimo Giletti, attualmente a La7 dove conduce Non è l’Arena, affinché si occupi di quanto sta succedendo in Umbria. A scriverla la moglie di uno dei tanti operai agricoli che da anni e anni lavora alle Fattorie Novelli (una delle tre società oggetto di 3 sequestri, dopo il passaggio ad Alimentitaliani e lo scorporo ad altre compagini del gruppo calabrese iGreco).
“Non le sto a spiegare le varie e grottesche storie degli ultimi sei anni che tutti gli operai, onesti e lavoratori, hanno patito insieme alle loro famiglie, – scrive la spoletina – ma dopo sei lunghi anni siamo daccapo… Praticamente chiuderà, né la presidente della Regione, ne il sindaco tanto meno i sindacati possono fare nulla. La prego faccia chiarezza, è l’ultima grande fabbrica di Spoleto che chiuderà, oltre alla Maran, la Pozzi, e tante altre, Lei Signor Giletti forse ci potrà aiutare a capire queste scatole cinesi”. “Fortunatamente – scrive ancora la donna – noi abbiamo un figlio che abbiamo spinto a soli 19 anni ad andare a lavorare fuori Italia, e non è più tornato, per sua fortuna, ma tante famiglie hanno figli, genitori, da accudire, devono costruirsi un futuro”.
La spoletina nella sua accorata lettera ricorda anche come il lavoro che il marito svolge non è per niente bello: “Solo per il fatto che mio marito, insieme ai suoi colleghi, si sveglia alle 4 di mattina per andare a lavorare, respirare polveri delle galline, mi creda che sentire l’odore non è piacevole, ci vorrebbe un incentivo solo per quello che fanno. Signor Giletti sarà un altro spaccato di una qualunque cittadina, ma che spero che Lei decida di ascoltare“.
Un’altra lettera, questa volta istituzionale, è invece quella che i lavoratori dei siti umbri dell’ex Gruppo Novelli (attraverso sindacati di categoria, Rsa e Rsu) hanno inviato al ministro allo Sviluppo economico Di Maio.
“Preg.mo Ministro Di Maio, i lavoratori e le lavoratrici dell’ ex Gruppo Novelli dei siti Umbri, ora Alimentitaliani in fallimento e Fattorie Novelli Spoleto e Casalta, – è scritto nella lettera aperta – dopo tutti i sacrifici fatti in questi anni (da Luglio 2012 ad oggi), sono a richiedere che al tavolo ministeriale previsto per il 24 Luglio p.v. sia assicurata la sua presenza. La strada è notevolmente in salita, con le procedure concorsuali in essere, gli ammortizzatori sociali a rischio e le relative politiche attive per il ricollocamento delle persone in cigs, i bandi predisposti con affitti di ramo d’azienda con scadenza 27 Luglio 2018 per Alimentitaliani, l’incertezza sull’esercizio provvisorio, la mancanza di prospettiva futura, le diverse curatele fallimentari di Castrovillari e Terni, i custodi delle società agricole Fattorie. I sequestri delle società agricole e l’esclusione momentanea di quest’ultimo dal ramo d’azienda dell’industria, poiché dovranno seguire un altro iter. E’ quindi indispensabile per noi fare chiarezza e avere al tavolo oltre le istituzioni e le OO.SS a tutti i livelli anche le curatele e i custodi coinvolti. Vorremmo porre alla sua attenzione anche la mancanza di eventuali ammortizzatori sociali per i dipendenti delle Fattorie (con contratto agricolo). Le chiediamo pertanto oltre ad un suo diretto interessamento, anche la sua presenza al tavolo. Certi che la difficile situazione la veda comunque impegnata ad aiutarci a trovare soluzioni importanti per il futuro di tanti lavoratori e di tante famiglie”.