Una newco e presto la ricerca di un nuovo azionista di maggioranza o l’affitto d’azienda. E’ questa la strategia dei curatori fallimentari di Alimentitaliani, la società che il 22 dicembre 2016 aveva acquisito le aziende del Gruppo Novelli. Prima, però, è necessario che Fattorie, Bioagricola e Cantina Novelli – ancora in mano alla famiglia Greco – tornino sotto il controllo di Alimentitaliani e quindi dei due curatori fallimentare.
La novità è emersa durante l’incontro che lunedì pomeriggio si è tenuto al ministero dello Sviluppo economico. Presenti le organizzazioni sindacali, il vice ministro Bellanova, il funzionario del Mise Giampietro Castano ed i rappresentanti delle Regioni e dei Comuni coinvolti (per quello di Spoleto c’era l’assessore Corrado Castrovillari). Non c’erano invece, a differenza dell’incontro di una decina di giorni fa, i curatori fallimentari nominati dal Tribunale di Castrovillari che a fine gennaio ha dichiarato fallita la Alimentitaliani.
“I rappresentanti del Ministero – raccontano i rappresentanti di Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil – ci hanno aggiornato sui provvedimenti che la curatela intende prendere dopo la decisione del tribunale di Castrovillari dello scorso dicembre. Da quanto abbiamo appreso la curatela non ha ancora portato a termine il ricompattamento del Gruppo (come già annunciato nell’incontro dello scorso 11 Gennaio), al fine di riportare le aziende agricole nel perimetro aziendale.
Solo dopo questo passaggio è intenzione dei curatori proporre la costituzione di una nuova società (newco) che comprenda sia le agricole che le altre aziende di Alimentitaliani. Ciò per garantire, all’interno dell’esercizio provvisorio, continuità produttiva e prospettive future. In tale ottica c’è un problema che riguarda la gestione della newco, in quanto la curatela non ha le competenze tecniche per portarla avanti per molto tempo; per questo si prospetterebbero due possibili scenari che saranno vagliati in tempi brevi dal Tribunale di Castrovillari e che dovranno successivamente raccogliere il parere favorevole dell’assemblea dei creditori”.
Il primo scenario prevede un’asta pubblica diretta per la ricapitalizzazione della newco e quindi l’immediata ricerca di un nuovo azionista di maggioranza delle aziende ex Novelli; il secondo prevede un iniziale affitto d’azienda con impegno all’acquisto successivo. In ogni caso si prefigura a breve un nuovo ingresso nella gestione del complesso societario. Con l’ipotesi poi di un nuovo concordato fallimentare per la ristrutturazione del debito.
“Le organizzazioni sindacali – evidenziano – ritengono prioritario il ricompattamento del gruppo sotto la gestione della curatela; quando questo obiettivo sarà raggiunto insieme a istituzioni e Mise si dovrà valutare come proseguire la gestione concordataria, salvaguardando occupazione e patrimonio aziendale da possibili ingerenze negative di soggetti vecchi e nuovi.
Per tali ragioni, in attesa del prossimo incontro al Mise dove ci auspichiamo saranno comunicati i dettagli di tale piano, le OO.SS. e le rappresentanze presenti al ministero hanno ritenuto di dare avvio ad un percorso di assemblee nei luoghi di lavoro per informare i lavoratori e le lavoratrici. Inoltre i sindacati di categoria hanno rappresentato al viceministro Bellanova tutte le criticità e il grado di esasperazione di gran parte dei dipendenti, alcuni dei quali senza stipendio da più di un mese, in cassa integrazione straordinaria e con un futuro incerto, come nel caso del sito Nuova Panem di Muggiò, del sito di Terni e di Cisterna di Latina.
In questa fase serve un piano industriale che in questo anno di esercizio provvisorio possa garantire il futuro occupazionale di centinaia di famiglie. Durante il primo incontro dello scorso 11 Gennaio Fai, Flai e Uila nazionali hanno chiesto alla curatela di ricostruire relazioni sindacali fondamentali per dare risposte ai lavoratori e garantire continuità produttiva. Chiediamo dunque che qualsiasi soluzione ipotizzata sia oggetto di confronto puntuale e trasparente a beneficio dei lavoratori, delle relative rappresentanze, delle Istituzioni locali e nazionali. Per tali ragioni, nel giro di assemblee con i lavoratori, le OO.SS. raccoglieranno tutte le criticità che saranno oggetto di confronto al prossimo tavolo ministeriale e portate all’attenzione della curatela.
Qualsiasi soluzione futura non potrà ulteriormente penalizzare i lavoratori e le lavoratrici, già provati da anni di sacrifici. Pertanto in caso di percorsi poco chiari o poco condivisibili, rilanceremo iniziative sindacali a tutela dei lavoratori non escludendo lo sciopero dell’intero Gruppo. La notizia del fallimento dello scorso dicembre ha ulteriormente complicato una situazione che da anni è critica e che ormai ha superato il limite della sopportazione, generando esasperazione e incertezza tra i lavoratori, le lavoratrici e le loro famiglie. Confidiamo che le risposte alle tante domande e dubbi posti arrivino quanto prima”.
Se la Cgil nei giorni scorsi ha annunciato che impugnerà i licenziamenti dei 6 dipendenti amministrativi di Spoleto licenziati da Fattorie Novelli dopo il fallimento di Alimentitaliani, a ricordare la loro situazione critica sono stati ieri, poco prima dell’incontro al Mise, i 35 dipendenti del gruppo a Terni licenziati nei mesi scorsi dopo aver dato vita ad uno sciopero.
“Nel giorno dell’ennesimo incontro al Mise che vedrà presenti governo, istituzioni, sindacati e curatori fallimentari chiediamo alle sigle sindacali di rappresentare ai convenuti che l’attuale organigramma aziendale della sede amministrativa di Terni è frutto di un ben noto comportamento antisindacale perpetuato dalla proprietà Greco ai danni di 35 impiegati rei di aver aderito ad uno sciopero per la difesa del posto di lavoro di tutti. Chiediamo ai curatori fallimentari di prendere atto di questa discriminazione, sanandola individuando criteri sindacalmente riconosciuti per la scelta del personale che dovrà operare nella sede amministrativa di Terni. Chiediamo inoltre che a pagare per questo fallimento sia chi ha disatteso alle promesse fatte e non il personale che per anni ha lavorato al servizio dell’azienda”.
Intanto a Terni proseguono a ritmo serrato le udienze fallimentari in Tribunale in merito al fallimento del Gruppo Novelli, decretato ad aprile, che vede interessati oltre 700 creditori per oltre 100 milioni di euro di debiti accumulati dalle precedenti gestioni; vale a dire quella della famiglia Novelli e quella del cda straordinario nominato dal Mise. Cinque le udienze tenutesi fino ad oggi, una sesta è convocata per domani, mentre altre sono fissate per il 7 febbraio, 7 marzo e 14 marzo davanti al giudice delegato Luciana Nicolì.