Dopo anni di contenziosi giudiziari di vario tipo, inchieste e fallimenti sulle aziende ex Novelli è ancora tutto fermo. Rimane in standby il braccio di ferro tra le curatele fallimentari del Gruppo Novelli (rimasta una scatola vuota) e di Alimentitaliani. Due procedure fallimentari che interessano altrettanti tribunali, quello di Terni e quello di Castrovillari.
La situazione allarma i sindacati, preoccupati per i lavoratori umbri (a Spoleto e Terni) e non solo. E così, prima la Fai Cisl, poi insieme Flai Cgil e Uila Uil intervengono con due note separate a sollecitare ancora una volta che l’annosa vicenda si possa sbloccare.
Fai Cisl: “Momento di stallo incomprensibile”
Ad esordire è la segreteria regionale della Fai Cisl, che esprime “forte preoccupazione per il pericoloso ed incomprensibile momento di stallo che sta subendo la trattativa tra la curatela del Fallimento del Gruppo Novelli e quella di Alimentaliani srl”. La Fai chiede ai curatori una risposta alle istanze dei lavoratori e del sindacato “circa i tempi della presentazione di un piano di riparto parziale che distribuisca le somme attualmente disponibili, per il pagamento dei dipendenti privilegiati, che molto hanno fatto fino ad ora per non far precipitare le sorti aziendali. Evitando che questo dovuto intervento sia pretestuosamente “bollato” come causa dei ritardi nelle operazioni di messa in sicurezza del gruppo che, a ben vedere, hanno tutt’altra origine”.
La Fai Cisl rivela che “esisterebbe e sarebbe stata condivisa da tempo una bozza di transazione, approvata all’unanimità dai Comitati dei Creditori delle due procedure suddette, che prevederebbe – nella sostanza – la retrocessione del 50% dell’azienda oggi in capo ad Alimentitaliani srl al fallimento Gruppo Novelli srl“. Per questo “sarebbe stato già individuato il Notaio cui verrebbe delegata la stipula dell’atto“. Mentre “sarebbe prossimo il ritorno nella piena disponibilità del fallimento Alimentitaliani srl delle quote delle società agricole“.
Interesse all’acquisto del ramo uova
Altra novità la manifestazione di interesse da parte di una società operante a livello nazionale all’acquisto della filiera delle uova. “Ciò – evidenzia il sindacato – consentirebbe di procedere alla vendita unitaria del ramo così che possa rimanere unita la cosiddetta filiera Ovito”.
Secondo quanto scrive la Fai Cisl, “il fallimento del Gruppo Novelli sarebbe disposto a valutare, nell’ottica appunto del mantenimento della filiera Ovito e della sua vendita, la compartecipazione con la procedura Alimentitaliani ad eventuali richieste di risarcimento di danni che dovessero giungere da parte degli aggiudicatari delle precedenti procedure di affitto”.
“La FAI è ben consapevole che per tentare di salvare ciò che rimane di un glorioso gruppo agroalimentare, il Gruppo Novelli appunto, la via maestra non può essere che quella di un accordo tra le suddette curatele che faccia tornare sotto il controllo di entrambe al 50%”. Questo, prosegue la nota, “non può prescindere dal necessario trasferimento anche delle quote societarie e degli interi complessi aziendali, ancor oggi sottoposti a sequestro, di Fattorie Novelli srl Agricola, Cantine Novelli e Bioagricola Novelli. Soltanto a seguito della priorità di un siffatto accordo, infatti, sarà possibile, procedere ad una vendita dei vari rami produttivi rimasti: uova, pane e PET. Con l’auspicio che, per le uova, siano coinvolti soggetti interessati al rilancio dell’attività ed al miglioramento del ramo aziendale, per il pane ed il PET che si consolidino i (positivi) rapporti già in essere con gli affittuari”.
Attenzione ai bandi di vendita
“Ne conseguirebbero positive ricadute sull’occupazione e si eviterebbe che sia messa la parola fine ad una realtà produttiva che ha rappresentato una eccellenza del centro Italia. In tale contesto, la FAI avverte sin d’ora i soggetti coinvolti che massima sarà l’attenzione che presteranno alla predisposizione dei bandi di vendita che al rilancio dell’attività produttiva dovranno coniugare la salvaguardia dei livelli occupazionali e dei diritti dei lavoratori. Bandi di vendita necessari a definire una volta per tutte l’annosa vertenza, che ha coinvolto i lavoratori e un intero territorio.
Pertanto l’auspicio è che gli organi preposti alle procedure, nel minor tempo possibile e comunque non oltre il 30 aprile p.v., pongano in essere tutti i passaggi necessari alla sottoscrizione di un corretto accordo tra di loro; sulla puntale e celere concretizzazione dei punti evidenziati, dunque, la FAI vigilerà con la massima attenzione e senza fare sconto alcuno anche affinché i curatori, assolvano – nei termini — tutti i propri obblighi di legge. In caso contrario, avvertiamo che come sigla sindacale, coinvolgeremo la politica sulla questione nonché i mezzi di stampa per una operazione di chiarezza e verità sulla vicenda. Dopo di che, metteremo in capo ogni utile azione presso le sedi opportune, compresa quella giudiziale, a tutela dei diritti dei lavoratori dipendenti dell’ex gruppo Novelli”.
Flai e Uila: “Serve soluzione definitiva”
Nelle ultime ore sulla questione della ex Novelli sono intervenute anche la Flai Cgil e la Uila Uil. Che hanno inviato una lettera ai curatori fallimentari di Alimentitaliani.
“Siamo fortemente preoccupati per la pericolosa ed incomprensibile fase di stallo che sta subendo la vertenza dell’ex Gruppo Novelli, ora Alimentitaliani srl in fallimento, visto che da più di anno oramai sentiamo parlare di accordi e di vendita, ma di concreto non vediamo ancora nulla. Serve urgentemente una soluzione definitiva”.
Flai Cgil e Uila Uil dell’Umbria indicano quelle che sono a loro avviso le azioni prioritarie da mettere in campo per una “completa e positiva risoluzione della ormai annosa vertenza”.
“Distribuire ai creditori le somme disponibili”
“Chiediamo alla curatela di Alimentitaliani srl di dar seguito agli impegni presi e di procedere immediatamente ad un piano di riparto per i creditori privilegiati, lavoratori in primis, che distribuisca le somme attualmente disponibili – affermano Paolo Sciaboletta e Gianluca Menichini per la Flai Cgil, Mirko Ghiandoni e Fabio Benedetti per la Uila Uil – visto che tale intervento non è ostativo nei confronti di tutte le altre operazioni necessarie alla messa in sicurezza del gruppo ex Novelli”.
Altro aspetto fondamentale per il sindacato è arrivare nel più breve tempo possibile ad un accordo tra le curatele. “Accordo che già in diverse occasioni abbiamo sollecitato e mai realizzato – continuano i rappresentanti dei lavoratori – ma che è indispensabile per il dissequestro e il successivo rientro delle quote degli interi complessi aziendali originari, ancor oggi sottoposti a sequestro: Fattorie Novelli srl, Cantine Novelli, Bioagricola Novelli. Aspetti che come sappiamo bene, sono imprescindibili, per una possibile soluzione definitiva”.
All’asta i capannoni degli allevamenti di galline
“In particolare – aggiungono Sciaboletta, Menichini, Ghiandoni e Benedetti – preoccupa il comparto degli allevamenti delle fattorie, su cui ancora pende un sequestro cautelativo della procura della Repubblica, che inevitabilmente ingessa tutte le operazioni di vendita. In più c’è un pignoramento da parte di un creditore e il 15 maggio ci sarà un’udienza per l’asta di vendita dei capannoni in cui sono gli allevamenti delle galline”.
Alla luce di tutto questo, i sindacati reputano indispensabile trovare la migliore soluzione possibile, che dia stabilità ai lavoratori per un rilancio delle attività produttive attraverso la vendita delle varie business-unit: uova, pane e pet. “Con l’auspicio – rimarcano Flai Cgil e Uila – che, per le uova siano coinvolti soggetti industriali operanti nel settore, interessati e disponibili a impegnarsi seriamente al rilancio dell’attività ed al miglioramento del ramo aziendale, attraverso un piano industriale che preveda importanti investimenti”.
Mentre per il pane ed il Pet, i sindacati auspicano che si “consolidino i rapporti già in essere con gli affittuari”. “Ne conseguirebbero – concludono i rappresentanti di Flai e Uila – positive ricadute sull’occupazione e si eviterebbe che sia messa la parola fine ad una realtà produttiva che ha rappresentato una eccellenza dell’intero territorio nazionale”.