Economia & Lavoro

Ex Merloni, Regione in campo per i lavoratori

Quali azioni la Regione Umbria intende mettere in atto “per garantire il prolungamento della cassa integrazione per tutto il 2018 per i lavoratori riassunti dalla JP Industries (ex Merloni) come da impegni presi con il governo, e per accelerare il piano di sviluppo di un’area così gravemente colpita dalla crisi. Necessario dare risposte certe a tutti i lavoratori che ad oggi non hanno un futuro”? A chiederlo, durante la seduta odierna di question time, è stato il consigliere regionale del Pd Andrea Smacchi.

Smacchi nel ripercorrere le varie fasi della vicenda ha ricordato che “sono passati sei anni dall’accordo di cessione del ramo d’azienda al gruppo Porcarelli, con la nascita del gruppo JP Industries; da allora tanti incontri, ma di fatto non hanno portato a nulla, a parte gli ammortizzatori sociali che hanno addolcito  la pillola: per i lavoratori c’è la proroga fino a ottobre 2018 ma il vero problema è che non ci sono più le fabbriche, mancano prospettive d’impresa. La Regione ha investito 13milioni di euro, ha cercato di portare nella zona delle imprese, ci sono quattro progetti importanti ma tutto sta andando molto lentamente. Quindi a che punto siamo per l’insediamento delle attività produttive che hanno beneficiato dei contributi della Regione?”.

Nella sua lunga e articolata risposta, l’assessore Fabio Paparelli ha detto che “la crisi della Merloni riguarda un settore simbolo del modello di industrializzazione del Paese, un’area che comprende 17 Comuni, in particolare la fascia appenninica dove ci sono problematiche di marginalità. Un quadro complesso che ha reso necessario agire attraverso l’accordo di programma con l’individuazione e il coordinamento di strumenti quali risorse nazionali, regionali e comunali nell’ottica di una reindustrializzazione dell’area.  Successivamente alla mutata situazione determinatasi a seguito della cessione a Jp Industries dell’intero perimetro della Merloni si è resa necessaria la promozione di nuove iniziative: nel luglio 2016 è stato pubblicato un avviso di dotazione di 13milioni di euro con la finalità di accompagnare le imprese con importo minimo di 1,5 milioni, questo avviso per la parte umbra ha visto 10 domande di contributo per investimenti complessivi da realizzare pari a 59milioni, con un incremento occupazionale previsto di 216 unità e agevolazioni richieste pari a 33milioni. Oggi risultano ammessi a contributo i programmi di investimento di Tecnocar srl, Oma spa, Simam Tacconi e Birra Flea, va inoltre ricordato che ulteriori 9milioni a valere sulla legge 181 sono stati invece finalizzati alla valorizzazione degli assi produttivi del perimetro umbro marchigiano ex Merloni a supporto dei programmi di sviluppo della Jp, che sta gestendo le attività industriali di amministrazione straordinaria: il programma di investimento prevede 15milioni di euro sempre con riferimento alla valorizzazione delle attività industriali del settore. Mise e Regioni si sono messe a disposizione per la ricerca Jp, con un investimento di circa 20milioni che si sta formalizzando in questo caso, il piano di investimenti si integra con gli strumenti previsti a livello nazionale, primo dei quali inteso a supportare programma di investimento delle piccole e medie imprese nei 17 Comuni dell’area, quindi in questo senso noi abbiamo per le piccole imprese con investimenti al di sotto del milione e mezzo, pubblicato l’avviso a giugno 2016 per sveltire il finanziamento delle aziende a valere sulla misura 3. 1. 1. Interventi aree industriali colpite da crisi diffusa con dotazione finanziaria di ulteriori 3milioni di euro, l’avviso è stato chiuso il 7 luglio, sono pervenute 27 domande con investimenti ammessi pari a 20milioni e un Gatwick contributo concesso pari a 3, 9 milioni, rifinanziato di quasi 1milione, le farò avere se necessario l’elenco delle aziende.  Sempre sul versante regionale al fine di mettere a sistema operazioni interventi a favore dell’area di crisi si è intervenuti anche in termini di rafforzamento delle azioni della Regione per incentivi alle imprese per assunzione dei lavoratori usciti da Merloni, messo in cantiere un importo di 10mila euro per ogni assunzione a tempo indeterminato full-time, questo è stato uno dei temi, stiamo sollecitando in questo senso il Governo nazionale. La Regione ha messo in piedi Garanzia-adulti per quella fascia di lavoratori, ma ci manca la parte del Governo nazionale, cioè manca la parte degli incentivi degli effetti che il Jobs Act potrebbe produrre anche su quella parte,  e in tal senso è stato assunto un impegno di carattere istituzionale a far sì che questo possa avvenire in tempi brevi. Inoltre, è stato avviato un percorso di politica attiva a favore di 10 lavoratori, il programma è stato realizzato con politiche attive, 175 percorsi formativi.  E adesso tutte queste persone sono state inserite nella misura Cresco con la possibilità dell’incrocio del matching delle imprese che stanno facendo investimenti sull’area, se trovo un limite a tutto questo percorso non è solamente il fatto che oggi siamo ormai in dirittura di arrivo con una serie di nuove assunzioni e prospettive, ma il fatto che quell’accordo di programma è stato fatto su un’area talmente vasta che i processi di reindustrializzazione probabilmente avverranno nelle aree che le industrie ritengono meno marginali rispetto ad altre, più vicino a vie di comunicazione e infrastrutture interessate. Bisognava, a mio avviso, restringere un po’ di più inizialmente l’area e tenere gli investimenti. Auspichiamo che si chiuda rapidamente la fase con la Jp perché può rappresentare al momento l’unica possibilità vera su quella parte di territorio dove esisteva l’ex fabbrica Merloni”. 

Nella replica conclusiva, Smacchi ha valutato che “quello della Regione probabilmente è un versante in cui non ci possiamo che ritenere soddisfatti per quello che è stato fatto; quello che manca nella fascia appenninica in questo momento è il ruolo dell’impresa e il ruolo soprattutto del Governo. Non è pensabile che si lasci in mano a un imprenditore che ha avuto la voglia di mettersi in gioco per riacquistare la possibilità di rimettere in moto quell’azienda, di lasciare il cerino in mano a quell’azienda, questo è quello che si sente in quella zona: Gualdo Tadino e Gubbio sono i Comuni in cui c’è il maggiore abbandono dei ragazzi dai 20 ai 40 anni, noi ci stiamo spopolando delle nostre maggiori potenzialità perché non diamo prospettive a questi ragazzi, e noi che siamo qui non possiamo rimanere né inerti né passivi rispetto a questo”.