Decine di milioni di euro di debiti, vendite e cessioni, almeno 3 fallimenti, inchieste penali, il tutto sulla pelle di lavoratori e creditori. Ci sono tanti aspetti poco chiari in merito all’ex Gruppo Novelli, che racchiudeva storiche aziende dell’omonima famiglia spoletina ma con sede legale a Terni, finite in amministrazione straordinaria sei anni fa.
Il Gruppo Novelli è diventato negli ultimi mesi una scatola vuota, e per forza di cose dichiarato fallito (il 27 aprile 2017), le sue aziende invece erano state cedute (il 22 dicembre 2016) al costo simbolico di 1 euro ad una società – Alimentitaliani – creata ad hoc dal gruppo iGreco, holding calabrese attiva solo in parte marginale nel settore agroalimentare ma soprattutto in quello delle cliniche private. Il tutto con l’avallo, anzi la “spinta” del ministero dello Sviluppo economico. Ma, un anno dopo la cessione (15 dicembre 2017), è arrivato il fallimento anche di Alimentitaliani, guidata fino ad allora da Saverio Greco. Nel frattempo è arrivato anche un altro fallimento: quello della Novelli Service (che era finita anch’essa in mano ad Alimentitaliani), decretato dal tribunale di Terni il 24 gennaio 2018.
Che qualcosa di poco chiaro ci sia dietro tutta questa vicenda, che interessa centinaia di lavoratori in Umbria ma anche in Lazio e Lombardia, è evidente da tempo. Ed ora la procura della Repubblica di Castrovillari vuole fare luce su Alimentitaliani ed il suo fallimento, dopo che pure quella di Terni aveva acceso da tempo i riflettori sull’ultima gestione del Gruppo Novelli.
Il colpo di scena è arrivato il 5 marzo, quando in contemporanea ad un incontro tra i rappresentanti sindacali ed i curatori fallimentari di Alimentitaliani a Terni, la guardia di finanza ha apposto i sigilli su tre società che fino a poco più di un anno fa facevano parte del Gruppo Novelli: Fattorie, Cantina e Bioagricola. Di fatto i gioiellini della holding, le aziende più remunerative. Passate anche loro ad Alimentitaliani, ma soltanto per un paio di mesi: un anno fa la cessione a Poderi Tommaso Greco, sempre dello stesso gruppo iGreco, motivata dalla possibilità in questo modo di chiedere degli specifici finanziamenti. Con il fallimento della Alimentitaliani, la famiglia Greco aveva assicurato la restituzione a breve di Fattorie Novelli, Cantina e Bioagricola. Con il passare delle settimane, però, era apparso evidente che senza un’azione giudiziale le tre aziende agricole non sarebbero mai tornate nella disponibilità del fallimento Alimentitaliani. Ci ha pensato la Procura di Castrovillari a “sistemare”, seppur in modo provvisorio, la questione, aprendo un’inchiesta per bancarotta fraudolenta nei confronti di Saverio Greco e sequestrando le società in questione, affidandole agli stessi curatori del fallimento Alimentitaliani.
Proprio in queste ore il Movimento 5 stelle ha annunciato la presentazione, a breve, di un esposto alla Procura della Repubblica di Spoleto (che in realtà però non è territorialmente competente su tutte queste situazioni). “È evidente che in questo momento – evidenzia il senatore Stefano Lucidi – la vicenda è entrata in una fase di dovuto accertamento giuridico e riteniamo che questo debba necessariamente coinvolgere anche altri attori e quella rete di relazioni e interventi che via via nel tempo sono emersi anche pubblicamente. Per tutti questi motivi nel corso di questi mesi abbiamo archiviato e costruito un esposto che depositeremo nei prossimi giorni alla Procura della Repubblica di Spoleto, per chiedere di accertare tutte le eventuali responsabilità di alcuni soggetti che hanno ruotato in vario modo intorno alla cessione prima e alla disgregazione poi, del gruppo Novelli e del patrimonio economico e sociale ad esso connesso”.
Ed ora anche il Comune di Spoleto interviene sulla intricata questione. Ecco la nota dell’ente: “Le notizie apparse sugli organi di stampa in relazione al procedimento penale avviato dalla Procura di Castrovillari contro Saverio Greco per l’ipotesi di bancarotta fraudolenta destano particolare allarme. L’allarme non è purtroppo solo provocato dalle presunte condotte che vengono addebitate agli acquirenti del Gruppo Novelli ma anche dalle circostanze che sarebbero emerse circa i fatti che hanno preceduto e consentito quella vendita. In sede di convocazione avanti al MISE l’opzione di cessione al Gruppo Greco fu infatti prospettata come la migliore scelta possibile che poteva essere effettuata in quel momento così come veniva suggerito dagli amministratori dell’epoca del Gruppo Novelli. Oggi dobbiamo prendere atto che quegli stessi amministratori non solo non avrebbero rispettato il piano di concordato approvato dal Tribunale di Terni ma avrebbero addirittura raddoppiato il debito esistente. Occorrerà dunque verificare come sia stato possibile che tutto questo sia potuto accadere nell’ambito di una procedura che doveva essere controllata dagli organi del concordato e come sia stato possibile che questa situazione non sia stata adeguatamente rappresentata ai soggetti istituzionali che venivano convocati al tavolo del MISE per condividere scelte attestate come le migliori possibili. Non pare peraltro che adeguata informazione sia stata offerta ad alcuno a partire dai lavoratori che in buona fede manifestavano per spingere verso una scelta che gli veniva prospettata come salvifica e che oggi subiscono sulla propria pelle questo difetto di informazione. Il complesso delle circostanze che stanno purtroppo solo oggi emergendo appare grave e ci auguriamo che quanto meno possano essere accertate le responsabilità che hanno condotto a tutto questo. Il Comune di Spoleto per quello che sarà necessario farà la sua parte anche per evitare che fatti cosi gravi non abbiano più il verificarsi”.
Anche Adriana Galgano, deputata uscente di Civici e Innovatori, interviene sul tema, chiedendo un nuovo tavolo al Mise: “La procura di Castrovillari ha indagato l’ad di Alimentitaliani, Saverio Greco per concorso in bancarotta fraudolenta per la cessione delle società agricole del gruppo ex Novelli ad un’altra impresa riconducibile alla famiglia. Un’inchiesta che è appena iniziata e che dovrà chiarire quale sia stato l’iter seguito dal gruppo Greco che, secondo i magistrati, avrebbe messo in atto tale cessione per occultare gli utili prodotti dalle società agricole. In tutto questo, le tre aziende della realtà agroalimentare umbra sono state poste sotto sequestro con tutto ciò che comporta in termini di sospensione dell’attività e soprattutto non vanno trascurati i riflessi che la vicenda potrebbe generare sull’intero gruppo ex Novelli. Per evitare che questa cessione incauta causi la fine del gruppo Novelli, è indispensabile che la produzione continui. Chiediamo, quindi, al governo di convocare urgentemente i curatori, le parti sociali e le istituzioni locali con l’obiettivo di garantire la prosecuzione dell’attività e per avere chiarimenti in merito al futuro della ex Novelli alla luce degli ultimi sviluppi giudiziari”.
(aggiornato alle ore 16)