Tutti assolti gli imputati del processo per l’area ex Fiat di Spoleto. La sentenza è arrivata nel pomeriggio di oggi da parte del giudice monocratico Delia Anibaldi che ha scagionato otto tra funzionari comunali, progettisti e costruttori poiché le violazioni al testo unico dell’edilizia di cui erano accusati non sussistono. Un assoluzione con formula piena dunque, che recepisce la linea difensiva degli avvocati difensori e sconfessa le richieste del pubblico ministero Michela Petrini che durante la requisitoria della scorsa udienza aveva chiesto la condanna a 9 mesi di reclusione e il pagamento di una multa da 20mila euro.
E’ stato per la verità un processo piuttosto laborioso dove con le perizie tecniche hanno giocato un ruolo centrale. Da una parte quella del consulente incaricato dalla Procura, l’ingegner Nicola Augenti, secondo cui il progetto per la realizzazione del palazzo di via Cacciatori delle Alpi era illegittimo sia perché le volumetrie avrebbero superato di parecchio quelle massime consentite dall’indice di fabbricabilità fondiaria applicabile su quell’area, sia perché la costruzione di negozi, uffici, appartamenti e di un parcheggio avrebbe fatto venir meno l’interesse pubblico dell’opera.
Dall’altra quella del consulente di parte, l’architetto Bruno Mario Broccolo, secondo cui il progetto, soprattutto in virtù del parcheggio che sarebbe stato ad uso pubblico, rispettava pienamente i canoni di interesse pubblico dell’opera. L’architetto sostenne inoltre che l’accordo sottoscritto tra la ditta costruttrice e il comune di Spoleto avrebbe di fatto ‘sottratto’ l’edificio al rispetto degli indici di fabbricabilità e che il piano attuativo avrebbe permesso di demolire il precedente edificio di 10mila metri cubi per ricostruire con le stesse volumetrie.
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