Sabato scorso (19 settembre) anche il Movimento civico Umbertide Cambia è tornato a parlare dell’attuale e disastrosa condizione dell’ex Fcu e lo ha fatto, simbolicamente, organizzando una conferenza stampa proprio nei pressi della stazione di Umbertide. All’appuntamento erano presenti il presidente e il capogruppo dell’Associazione, rispettivamente Gianni Codovini e Claudio Faloci. Il primo ha dichiarato:
“Si darebbero morsi sui gomiti gli amministratori dei Comuni altotiberini che riuscirono a far passare nel 1886 il primo treno da Arezzo a Fossato di Vico, dopo soli 4 anni di lavoro con picconi e carretti. Mai si sarebbero aspettati che eredi indegni avessero esposto la ferrovia al paradosso di questi giorni: da un lato, l’interruzione di un tratto prezioso a causa della colpevole elusione della manutenzione corrente; dall’altro, l’avvio del cantiere per una nuova derivazione palesemente inutilizzabile: la bretella di Pierantonio. Mentre non ci si è preoccupati di trovare le risorse per la sicurezza della Umbertide-Città di Castello, queste sono invece state reperite per il raccordo per il treno che non ci sarà”.
Faloci, ha poi spiegato come il suo movimento civico abbia sempre denunciato tale situazione e “l’incapacità strategica e gestionale della classe dirigente che finora ha amministrato, che ci ha lasciato un binario morto, triste e solitario. La ex FCU deve rappresentare invece il perno centrale del trasporto locale nel quale il ferro sia privilegiato alla gomma. La qualità, efficienza e sostenibilità, in termini occupazionali e ambientali, passa infatti da questo principio, svuotato proprio dalla vergognosa vicenda della bretella di Pierantonio. Qui nessuno si è degnato di contestare le nostre critiche, preferendo la strada del silenzio anziché della trasparenza”.
Faloci, riguardo a quest’ultimo punto, ha poi fatto presente come all’ingresso del cantiere di Pierantonio non sia stato esposto il cartello che la legge impone e che normalmente indica le opere pubbliche: “Stavolta non è dato conoscere l’identità della stazione appaltante, la ditta esecutrice, i tecnici responsabili, l’entità e le fonti di finanziamento. Mentre a Pierantonio si cercano di investire oltre 3 milioni nella bretella per un treno merci che non c’è (né ci sarà), a 20 chilometri si realizza, ancora con soldi pubblici, una piastra logistica totalmente scollegata alla ferrovia, condannando il treno alla perpetua esclusione dal traffico merci“.