Nessuna chiusura, ma “sospensione dell’attività commerciale” per l’Fcu, la Ferrovia Centrale Umbra. Uno stop che arriverà il prossimo 12 settembre, contemporaneamente all’attivazione di pullman sostitutivi che serviranno solo le stazioni della tratta Fcu, e non altre fermate intermedie. E ancora, l’apertura dei primi cantieri, cominciando da quelli di Umbertide e Città di Castello per il ‘restyling’ della ferrovia.
Sono questi, tra gli altri, i dettagli emersi in conferenza stampa questa mattina a Palazzo Donini. Un incontro con i giornalisti, per fare chiarezza sulla situazione dell’Fcu, voluto dallo stesso assessore regionale Giuseppe Chianella, insieme al Direttore regionale di Busitalia, Velio Del Bolgia, all’Amministratore unico di Umbria Mobilità, Ferruccio Bufaloni ed al direttore regionale ai trasporti Diego Zurli.
Già negli ultimi giorni la Regione ha avuto modo di incontrare i direttori del servizio. Ma è da tempo in realtà che i vertici continuano a incontrarsi per fare il punto della situazione per un’ex Fcu che, avendo alle spalle di più di 100 anni, presenta, ha detto Chianella, “delle criticità che vengono avanti da diversi anni”. Una necessità nata per verificare una gestione diversa e un miglioramento dei servizi, anche per soddisfare gli standard di sicurezza nazionali, dato che la tratta umbra intercetta a Terni e Ponte San Giovanni percorsi nazionali. Già ad ottobre 2015 la Regione Umbria aveva aperto una interlocuzione con RFI per far tornare la FCU sotto l’egida dello Stato.
Maggiore sicurezza – L’accelerata arriva con il disastro ferroviario sulla tratta tra Andria e Corato, in Puglia, a seguito del quale è stato emanato un decreto che obbliga a maggiore sicurezza. A fronte del decreto la Regione Umbria ha richiesto, attraverso una lettera, alla fine di luglio, di essere esclusa dal decreto, affinché la Fcu non venisse considerata tra le infrastrutture ‘interrogabili‘. E’ infatti dal settembre 2016 che obbligo di “esercire il servizio di trasporto a 70km/h”, ha specificato Chianella, sottolineando come questo fosse un problema non da poco per i pendolari.
Al primo incontro con l’RFI, ne sono seguiti altri per approfondire la praticabilità del trasferimento, a gennaio e nella primavera del 2016, mentre a dicembre dello stesso anno è stata approvata la delibera Cipe che assegnava all’Umbria 63 milioni di euro per interventi sulla rete ferroviaria. Ad aprile 2017 veniva emanato il decreto 50 che chiariva il percorso da effettuare per il trasferimento delle reti ferroviarie regionali a quella statale. Da qui la convezione siglata a giugno tra Regione Umbria e RFI quale soggetto attuatore degli interventi da realizzare per conto di Umbria Mobilità tpl ed il successivo accordo al Ministero e i Trasporti per l’avvio dei lavori sulle tratta Umbertide – Città di castello, Papiano- Marsciano e Todi massa Martana.
“La decisione ora assunta, e maturata a seguito delle riunioni avute con i responsabili delle Aziende ed i rispettivi tecnici – ha aggiunto Chianella – è finalizzata a valorizzare l’infrastruttura regionale avendo come primo obiettivo la sicurezza degli utenti. La limitata sospensione dell’esercizio commerciale e l’attivazione dei bus sostitutivi sicuramente allevierà i disagi dei pendolari, soprattutto dovuti a rallentamenti, in particolare sulle linee a sud dell’Umbria. Rfi è già impegnata sulla tratta Umbertide – Città di Castello – ha affermato l’assessore -, dove i tecnici stanno facendo le rilevazioni per l’allestimento del cantiere che verrà aperto a metà mese. Il piazzale antistante la stazione di Trestina sarà la base per i lavori della ditta Salcef, a cui è stato assegnato l’intervento, affidataria anche dei lavori nella Galleria Baldeschi. Nei prossimi giorni verrà inoltre firmato il contratto di lavoro per la tratta Ponte San Giovanni – Sant’Anna, mentre sono in programma incontri con i sindaci delle città dell’Umbria interessate dal tracciato della FCU. Il percorso che abbiamo individuato – ha sottolineato l’assessore – può essere concretamente realizzato grazie alle risorse che la Regione ha saputo intercettare, la cui entità non si vedeva da almeno trent’anni. Si tratta di risorse certe che, tra fondi nazionali e regionali, ammontano a circa 90 milioni di euro, destinati alla infrastruttura, tra armamenti, interventi puntuali, adeguamenti dei livelli di sicurezza ed tecnologici. È una occasione unica – ha concluso – che intendiamo cogliere per il potenziamento dell’intera infrastruttura, grazie a interventi non più frammentari e seguendo un percorso che si sta adottando anche in altre regioni”.
Il Direttore regionale di Busitalia, Velio del Bolgia, ha a sua volta dichiarato: “Busitalia è in grado di fornire tutti i bus necessari per il trasporto passeggeri che, grazie al servizio sostitutivo, avranno inoltre certezza sugli orari e sui tempi di percorrenza, in alcuni casi inferiori agli attuali”. Del Bolgia ha inoltre invitato “a sottoscrivere gli abbonamenti a FCU perché saranno validi per tutte le corse sostitutive dei treni fino a che non ripartirà la circolazione, anche in considerazione che le tariffe ferroviarie sono più basse rispetto a quelle su gomma”.
La preoccupazione per i lavoratori, “nessuno a piedi” – Un processo che potrebbe causare non pochi problemi per i dipendenti dell’azienda. Eppure, nonostante sia previsto nel pomeriggio di oggi un incontro con le sigle sindacali, l’assessore Chianella in conferenza ha avuto modo di ribadire: “fermo restando che spetterà al gestore di FCU decidere sulla agibilità della infrastruttura, il percorso che abbiamo individuato – ha detto Chianella – ci consente di garantire il trasporto passeggeri senza lasciare ‘ a piedi nessuno’, di evitare gli attuali disagi all’utenza e di mettere in atto un disegno strategico complessivo per rendere questa infrastruttura definitivamente efficiente e sicura”. Sul fronte occupazionale, il direttore di Busitalia ha annunciato che “nel pomeriggio si terrà un incontro con le organizzazioni sindacali sulle problematiche riguardanti l’utilizzo del personale ferroviario, in particolare macchinisti e capotreno, dovute alla sospensione del servizio ed all’attuazione della convenzione con RFI. Si tratta di 41 macchinisti e 43 capotreno, di cui circa la metà utilizzati per i servizi regionali umbri. Nel corso dell’incontro – ha concluso del Bolgia-, avendo a cuore il nostro personale, cercheremo insieme ai sindacati di trovare le soluzioni meno impattanti per i lavoratori”.
Sindacati da Busitalia – E a proposito della situazione che potrebbe profilarsi per i circa 80 lavoratori (nello specifico 41 macchinisti e 43 capotreno) impiegati nella ex Fcu, questo pomeriggio, come anticipato, le sigle sindacali hanno incontrato i vertici dell’azienda nella sede di Busitalia a Perugia. Dopo l’incontro interlocutorio, al momento resta la “paventata chiusura” della ex Fcu, con le relative ricadute a livello occupazionale e nonostante, come ribadito questa mattina in conferenza stampa, la promessa è che “nessuno resterà a piedi“, lavoratori inclusi, che potrebbero, nelle parole della dirigenza, essere riallocati anche nelle altre aziende del settore. Per i sindacati dunque al momento ogni tipo di commento di merito “è prematuro“, nonostante, affermano le sigle, “l’allarme e la criticità sulla situazione siano state più volte in questi mesi portate agli occhi della dirigenza e della parti coinvolte. Sapevamo che a settembre si sarebbe arrivati a questa situazione, eppure ciò che è mancato sono stati soprattutto i lavori di manutenzione ordinaria”. Nulla a che vedere dunque con i cantieri per il restyling, per i quali verranno impiegati i 63 milioni di euro. “Da parte nostra – continuano i sindacati – resta la critica a Umbria Mobilità. Non escludiamo azioni di ogni tipo, dalle manifestazioni agli scioperi, seppur restiamo convinti che questi ultimi ricadano sopratutto sugli utenti”. Lunedì intanto ci sarà una prima assemblea con i lavoratori per decidere il da farsi.
Articolo aggiornato ore 19.38
©Riproduzione riservata