Fcu a rischio smantellamento in Alto Tevere. A lanciare l’allarme e a presentare un’interrogazione urgente al sindaco di Città di Castello è il capogruppo di Fratelli d’Italia Andrea Lignani Marchesani. Il consigliere comunale tifernate sottolinea:
La ferrovia a Città di Castello rischia di essere solo un pallido ricordo del passato; la conferma viene di fatto dall’Amministratore delegato di FS e dalla Regione Umbria, che annunciano a breve il definitivo passaggio gestionale dell’ex FCU a RFI e il passaggio definitivo allo Stato nel 2022. E’ previsto da un lato il potenziamento del trasporto alternativo su gomma e dall’altro una linea ferroviaria nazionale per Roma da Ponte San Giovanni che passerà per Todi e non per Foligno e Spoleto. Tradotto in soldoni un potenziamento da Ponte San Giovanni a Terni ed uno smantellamento del ramo secco altotiberino
“Intanto dal 1 ottobre – continua Lignani – non sarà più l’USTIF (Ufficio Speciale Trasporti a impianti fissi) a certificare la sicurezza della linea ma la legittimamente più rigorosa Agenzia Nazionale per la Sicurezza ferroviaria con sede a Firenze, che a breve renderà permanente il limite di velocità a 50 km/h e il rallentamento o addirittura lo stop nei pressi dei passaggi a livello senza barriere. Un provvedimento che porterà a 30 minuti il tempo di percorrenza tra Città di Castello e Sansepolcro rendendolo impraticabile”.
“La sintesi drammatica – conclude il capogruppo di Fratelli d’Italia – è che in pochi anni si è passati dai proclami sullo sfondamento ad Arezzo alla imminente chiusura con in più l’abbandono del territorio di un’azienda leader del settore ferroviario. Il Sindaco tifernate ha il dovere di mobilitarsi immediatamente presso l’Assessore regionale ai trasporti (del suo stesso partito) non solo per scongiurare la chiusura ma anche per la tutela dei lavoratori della ex FCU molti dei quali sono altotiberini”.