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Ex Fcu disastrata, Lignani lancia allarme, Umbertide Cambia vuole chiarezza

“Siamo di fronte al declino irreversibile della ex FCU: la mancanza di manutenzione è frutto di una strategia di smantellamento”.

Questo è quanto ha dichiarato, appena una settimana fa, il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Andrea Lignani Marchesani. Parole avvallate dal pessimo stato in cui versano i binari e le stesse carrozze, costrette a viaggiare con un limite di velocità di 50 km/h, imposto dall’Ordine di Servizio di Umbria Tpl e Mobilità, per evitare deragliamenti e garantire la sicurezza dei passeggeri, soprattutto nel tratto che va da Umbertide alla zona industriale nord di Città di Castello.

Lignani aveva anche fatto notare come la prima conseguenza di questa situazione fosse l’incredibile aumento dei tempi di percorrenza, che in molti casi costringono gli utenti a rinunciare direttamente al treno come mezzo di trasporto.

La triste verità – aveva aggiunto il consigliere – è che si vuole azzerare il trasferimento verticale su ferro dell’intera Regione, colpendo per primo l’Alto Tevere, e chiudendo una vera e propria pagina di storia. La prossima tappa, non occorre essere dei maghi per prevederla, sarà quella di dichiarare la impossibilità di sostenere i costi di manutenzione rapportandoli alla scarsa utenza: invertendo così, in maniera fraudolenta, la causa con l’effetto”.

Oggi, invece, è il movimento di opposizione Umbertide Cambia a chiedere la convocazione di un Consiglio comunale aperto sulla ex Fcu, “possibilmente prima che gli eventi risolvano definitivamente il problema”. “Si limita la velocità dei treni che viaggiano tra Città di Castello e Umbertide – si legge nella nota di Umbertide Cambia – per garantire le condizioni minime di sicurezza: cos’altro occorre per smascherare l’ipocrisia dei nostri amministratori, locali e regionali, per anni intenti a dare garanzie sul futuro della ex Ferrovia Centrale Umbra?.

Il gruppo di opposizione, che già aveva denunciato lo stato di abbandono della ferrovia, dichiara come quest’ultima, evidentemente, “non rappresenti un obiettivo strategico nella mobilità regionale”. Da non dimenticare, aggiungono, lo sperpero di denaro pubblico legato alla realizzazione della bretella ferroviaria di Pierantonio, “finalizzata ad un trasporto merci inesistente. Contraddizione costosa ed irritante”.

Siamo certi che qualcuno in campagna elettorale farà promesse – conclude Umbertide Cambia – ma intanto la manutenzione ordinaria non si fa, e la sicurezza dei viaggiatori è al limite, i pezzi di ricambio mancano e i treni si fermano. Per molte riparazioni si ricorre ad officine fuori regione, con il rischio di abbandonare l’officina di Umbertide”.