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Ex Fat, Parola al Comune, “Ecco il perché di lavori e nuovi alloggi”

E’ stato, ed è tuttora, il progetto che più ha fatto discutere i tifernati in questi ultimi mesi. I lavori nell’area ex Fat, dove un tempo sorgevano i capannoni della Fattoria Autonoma Tabacchi, hanno spaccato la città e se ne è parlato in tutti i modi, anche tramite volantini, cartelloni di protesta e social network. Ora la parola passa al sindaco.

La polemica – Il cantiere, che costeggia una zona importante del centro storico comprendente la chiesa San Domenico, la Pinacoteca e l’ex ospedale, ha fatto montare la protesta di residenti e non. Innanzitutto perché i lavori, “benedetti” dall’Amministrazione comunale, finiranno nel lontano 2016. Il comitato di quartiere, su tutte le furie, aveva giudicato il progetto “anacronistico” e come “uno scempio all’anima del centro storico”. Ma ciò che ha alimentato ancora di più le polemiche sarebbe stata la convenzione firmata a luglio dal Comune per 28 nuovi appartamenti, messi a disposizione a canone concordato, che sorgeranno presso il nuovo immobile. Molti tifernati, infatti, hanno fatto notare che la città è piena di appartamenti vuoti non ancora affittati e riempire il centro, e soprattutto una zona prestigiosa come questa, con nuovi alloggi è decisamente inadeguato.

Il primo cittadino di Città di Castello Luciano Bacchetta e il vicesindaco Michele Bettarelli sono intervenuti sulla spinosa vicenda Ex Fat, e hanno dichiarato: “Chi oggi critica il progetto di recupero dell’ex Fat, forse non ricorda che originariamente, in quell’area, sarebbero dovuti sorgere, al posto dei capannoni da 45mila metri cubi, 25mila metri cubi di costruito, da questa Amministrazione abbattuti di circa la metà fino a giungere ai 13’800 del progetto definitivo”. Soluzione, quest’ultima, che fu approvata nel giugno 2012 dal consiglio comunale con 20 voti favorevoli ed un’astensione.

“Progetto voluto” – Nella nota congiunta dei due amministratori viene precisato anche come “il progetto ex Fat non sia autonomo ma interno al Contratto di quartiere, una partita da 6 milioni di euro, che pubblico e privato hanno giocato in vista di una riqualificazione complessiva dei rioni Prato e Mattonata, contemperando gli interessi in campo”. Bacchetta e Bettarelli hanno poi ricordato come Giunta e Consiglio abbiano preso atto del progetto, già approvato da Soprintendenza, Regione e Ministero, impegnandosi a migliorare la proposta e accogliendo le sollecitazioni dei cittadini per renderla omogenea alle caratteristiche della zona di alto pregio in cui dovrà sorgere.

“Progetto adeguato” – I primi due cittadini hanno sottolineato anche che oltre alla minore volumetria “il nuovo progetto si cala in modo più naturale nel quartiere, riproducendone il tessuto urbanistico, valorizza e porta in evidenza quanto di monumentale è nel frattempo emerso dal cantiere: il sito archeologico da un lato e la facciata, ora non visibile né accessibile, di Santa Maria della Carità dall’altro. Le modifiche apportate al progetto, in accordo con proprietà, enti ed istituzioni preposte, sono sostanziali e recepiscono le istanze di equilibrio e valorizzazione emerse nel tempo”.

Contenitori e…famiglie –Ai critici in buona fede – concludono sindaco e vicesindaco – chiediamo di valutare la situazione anche alla luce dei molteplici interventi previsti dal Contratto di quartiere, che non significa solo ex-Fat ma anche Piazza dell’Archeologia e sito archeologico, parcheggi e strutture di fruizione collettiva in un’area che vorremmo ricca di storia ma anche di persone e di giovani famiglie perché, se la riqualificazione dei quartieri Prato e Mattonata non può passare solo per i contenitori, questi contenitori sono indispensabili ad innescare una nuova dinamica di vita, alla quale sono necessari gli spazi verdi, i servizi ma anche alloggi adeguati che rendano il centro storico una prima scelta soprattutto per i tifernati”.

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